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25 Aprile

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(23 Aprile 2009) Enzo Apicella
Il libro di Domenico Losurdo "Stalin.. storia e critica di una leggenda nera" scatena la polemica all'interno del Prc

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(Ora e sempre Resistenza)

Franco Dominici, Giulietto Betti
Fascismo, Resistenza e altre storie in Maremma

Arcidosso, Effigi, 2020, pp. 305, € 18.00

(28 Dicembre 2020)

maremma antifa

Non si può certo dire che il Grossetano sia un territorio carente circa la bibliografia della propria storia contemporanea. Grazie particolarmente all’impegno dell’Isgrec, Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea, e alla casa editrice di Arcidosso, Effigi, sono infatti numerose le preziose, documentatissime, monografie circa il Secolo breve nella Toscana Meridionale.

Un lavoro certo impossibile senza l’apporto di autori rigorosi ed autorevoli che sanno fare ricerca. È, va da sé, anche il caso di questa raccolta di contributi scritti a quattro mani da Franco Dominici e Giulietto Betti, già cimentatisi, da soli o in coppia, in altre ragguardevoli sortite. Basti citare Banda armata maremmana, 1943-1944, e la, conseguente, Banda Arancio Montauto, 1943-1944, La Resistenza fra Toscana e Lazio, sempre per i tipi di Effigi. Se si vuole, la raccolta in oggetto prende le mosse da queste due pubblicazioni, ne rappresenta un allargamento della prospettiva, quel continuo collegarsi ed intrecciarsi dei fatti tra loro.

Una sinapsi tra storie e vissuti verificatasi sulle colonne del periodico d’erudizione locale “Il Nuovo corriere del tufo”, curando la rubrica Pillole di storia. Quindi: trentanove storie, ora riviste ed ampliate per la pubblicazione in volume, tenendo sempre per bussola la documentazione d’archivio, nella fattispecie degli archivi di Stato e di quelli comunali. Da corredo, suggestivi scatti tra cui spiccano quelli forniti da Cristiano Bellezzi.

Vi trova copertura tutto il periodo postunitario della provincia in esame, toccando anche quelle limitrofe, specialmente il Viterbese. Il nocciolo, la parte preminente, evinta già dal titolo, è quella dell’eterno contendere, dove sempre batte la lingua del revisionismo strumentale, cioè il Ventennio e la Lotta partigiana, consueto terreno di predilezione per gli autori. In questo arco temporale, il piatto forte, quello che conferisce maggiormente valore nazionale al lavoro, è sicuramente rappresentato dal Biennio nero 1921-22. Nella Guerra di movimento ingaggiata dal fascismo per la sua affermazione, il Grossetano è stato indubbio punto focale. E ci sono molte zone rimaste pressoché inesplorate: è il caso della Strage di Roccastrada, culmine delle violenze del luglio 1921, di cui cause, svolgimento e conseguenze sono qui affrontati nel dettaglio. Inediti anche gli aspetti inerenti gli Arditi del popolo o meglio, la loro tentata e mancata organizzazione nel territorio esaminato, nonostante la consolidata presenza del movimento contadino ed operaio. Forse, a causa della mancanza di quelle linee ferroviarie che hanno fatto da cinghia di trasmissione per la meteora dell’arditismo popolare.

Ad appendice del volume, un inserto: le memorie personali circa la Guerra e la Liberazione, a cura della maestra Stella Morucci.

Silvio Antonini

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