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(21 Luglio 2012) Enzo Apicella

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Resoconto commentato dell'incontro tra sindacato USI e Cooperativa Sociale Prevenzione e Intervento Roma 81 (svoltosi il 23/12/2020)

SPUNTI ED ELEMENTI DI ANALISI, delle trasformazioni nei servizi socio assistenziali-educativi, tra “accreditamento” e presunte “statalizzazioni-centralizzate”, spacciate per internalizzazione

(5 Gennaio 2021)

comunicatousi

Si è svolto il 23 Dicembre 2020, in videoconferenza, l’incontro tra sindacato autorganizzato Usi Unione Sindacale Italiana, la cooperativa sociale “PREVENZIONE E INTERVENTO ROMA 81”, l’Osservatorio comunale sul lavoro, calendarizzato dopo l’attivazione da parte di Usi delle procedure di verifica, controllo e dialogo sociale, secondo la procedura prevista dalle Deliberazioni comunali (ndr, frutto di vittoriosa lotta, con delibera di iniziativa popolare, nel 2000 dove le strutture Usi e Usicons avevano dato un decisivo contributo all’ampio cartello di forze politiche, sindacali e sociali alla sua elaborazione e approvazione all’unanimità in Consiglio Comunale, alla sua reale attivazione, risolvendo centinaia di casi a favore di chi lavora in tutti i servizi in appalto, affidamento e convenzione di qualsiasi genere con l’attuale Roma Capitale, oltre alla stessa qualità dei servizi erogati) 135 2000 e 259 2005.
Assenti (non giustificati e poi si scoprirà il perché) le stazioni appaltanti dei Municipi 4, 7 E 8 di Roma Capitale e il Dipartimento Politiche Sociali di Roma Capitale, ritualmente convocati dall’Osservatorio. La procedura di controllo e verifica, partiva da note e intervento del sindacato Usi, presente in quella cooperativa fin dal 2000, del mese di novembre scorso, rimaste senza risposta chiara, relativamente all’introduzione di un nuovo meccanismo di rilevazione di presenze del personale di vari servizi (assistenza domiciliare, strutture semi residenziali e centri diurni, servizi scolastico educativi) tramite il sistema “GEIAS”, che Usi aveva contestato per la mancata ottemperanza alle norme su riservatezza del personale e dello stesso articolo 4 della Legge 300 1970 (trattandosi di meccanismo con sistema di “geolocalizzazione”, su cellulari o tablet personali di lavoratori e lavoratrici, senza il loro esplicito consenso e senza un reale processo di condivisione del rispetto della legge). Su tale argomento, vi era stato il 4 dicembre un accordo sindacale firmato da Cgil e Cisl, SINDACATI CHE NON AVEVANO RAVVISATO ALCUN PROBLEMA !?!), rispetto a quanto segnalato da Usi, dando il via libera alla cooperativa a procedere a questo sistema.
Altri argomenti della segnalazione di Usi all’Osservatorio comunale sul lavoro, erano relativi alla regolarità delle buste paga del personale della cooperativa, anche nel rispetto di criteri e principi della Legge 4 del 1953 e della corretta applicazione del CCNL cooperative sociali, su importanti istituti contrattuali come la malattia art. 71, le ferie e i permessi artt. 60 e 61, i permessi ex legge 104 1992), alla regolarità dei pagamenti delle retribuzioni come previsto dal CCNL anche con richiesta di chiarezza su situazione di crisi economica aziendale, nonchè sui corretti adempimenti datoriali (ndr la cooperativa è aderente a Confcooperative-Federsolidarietà) in materia di SALUTE E SICUREZZA sul-del lavoro, specie con l’aumento dei fattori di rischio e pericolo dovuti al corona virus e alla sars cov 2, con adeguamento del DVR (Documento di Valutazione dei Rischi), formazione e informazione specifica, interventi e misure messe in atto o da predisporre dalla cooperativa a tutela del suo personale, compreso il monitoraggio e gli interventi di PREVENZIONE, per il c.d. “stress da lavoro correlato”, richiesti espressamente da Usi come ulteriore fattore di rischio conseguente al contrasto al covid 19.
Sulle questioni relative alle retribuzioni e alla malattia, altri gruppi e sindacati avevano detto la loro, con comunicati e iniziative anche di protesta. Diverse dichiarazioni, riportate anche da mezzi di comunicazione, non avevano messo correttamente la questione alla sua effettiva centralità, anche con toni “apocalittici” rispetto alla portata effettiva della situazione, creando di fatto un allarmismo e aumentando la confusione, anziché costruire un percorso di informazione e di verifica, che facesse crescere la coscienza individuale e collettiva pure in quella cooperativa sociale, scevra dal rischio di strumentalizzazioni politiche o da modalità “improprie” di intervento sindacale, a tutela dei legittimi interessi di chi lavora nel terzo settore, nel rispetto di leggi, contratti collettivi e diritti. Segno che I SINDACATI NON SONO TUTTI UGUALI E SONO DIFFERENTI LE MODALITA’ DI INTERVENTO IN CONCRETO, DALLA PARTE DI LAVORATORI E LAVORATRICI, delle strutture sindacali autorganizzate come Usi rispetto ad altre forze sindacali o politiche, utilizzando strumenti e metodi coerenti e razionali, senza farsi prendere da “ansie da prestazione” in vista di tesseramenti o reclutamenti alle loro organizzazioni e senza creare disinformazione.
L’incontro in videoconferenza, si è svolto in modo sereno e pacato. Usi ha esposto i tre aspetti rilevanti sopra descritti, oggetto della segnalazione, chiedendo le necessarie e doverose spiegazioni alla cooperativa, presente con il Direttore Generale e componente del CdA Dott. Pino Rubino e al responsabile della sicurezza della cooperativa (Rspp).
La cooperativa Prevenzione e Intervento Roma 81, ha chiarito alla domanda di Usi, che non esisteva uno stato di crisi conclamata, poiché i Bilanci approvati nel 2018 e nel 2919 erano in positivo, quindi non vi era alcuna necessità come riportato da altri soggetti che erano intervenuti sulla vicenda, né di commissariamento né di “fallimento della cooperativa”, anche se l’attività prioritaria dei servizi in appalto da Enti pubblici è relativa all’AREA DISABILITA’, nelle scuole, nei servizi di assistenza domiciliare o in centri diurni o strutture semi-residenziali. Vi era stato, a seguito delle chiusure di scuole e alcuni servizi dovuti al covid 19, nonché ad un uso discrezionale da parte di diversi Municipi, compresi quelli dove è accreditata la cooperativa (ndr guarda caso assenti forse per non dover fornire spiegazioni, in sede formale e ufficiale del loro comportamento anomalo…), non solo delle modalità alternative di erogazione per i servizi scolatici ai disabili (Aec – Oepa), della gestione dei fondi utilizzabili, quindi con un minor introito di soldi, rispetto a quello che si sarebbe normalmente percepito in regime di appalto e affidamento di tali attività. La cooperativa ha quindi evidenziato che esiste nella città di Roma Capitale, il perdurare di una situazione nella quale, in assenza di una direttiva centralizzata e univoca, omogenea per tutti i Municipi e valida per tutte le cooperative, aziende ed enti che svolgono servizi pubblici, in appalto e affidamento, senza disparità di trattamento, da parte di Assessorato e Dipartimento competente, nei Municipi avviene una gestione differenziata anche con notevoli discrepanze e interpretazioni fuorvianti, scaricando sulle cooperative e sugli stessi lavoratori le dinamiche derivanti dai vari DPCM per quei servizi, con un introito minore per la fatturazione e l’attivazione dei fondi disponibili, anche alla cooperativa, creando una situazione di disagio, visto che la maggior parte dei soldi che entrano alle cooperative, servono per pagare stipendi e salari al personale, oltre alle spese vive di organizzazione (ndr, il che però non giustifica l’utilizzo di periodi di FIS, da parte di molte cooperative sociali e aziende, con avallo di alcuni sindacati concertativi e retribuzioni ribassate nei fatti di chi in quei servizi ci lavora…). A Ottobre 2020, diversi Municipi non avevano correttamente chiuso la fase di erogazione delle somme spettanti anche in regime di riduzione dei servizi scolastici ai disabili, con l’effetto di una temporanea carenza di liquidità. A questo si sono aggiunte, come dichiara la cooperativa, una serie di assenze per malattia, nel mese di Ottobre 2020, con la presentazione di certificazioni mediche non tutte conformi alle procedure correnti, situazione che ha creato a detta della cooperativa, per la procedura di contabilizzazione certa, difficoltà con l’Ente INPS per l’accertamento delle malattie lunghe, chiarendo in modo definitivo e in sede ufficiale, che non vi era alcuna intenzione da parte della cooperativa, di eliminare il pagamento della malattia (ndr i primi 3 giorni, detti di carenza, sono a carico dei datori di lavoro, il resto è in parte a carico di Inps e l’integrazione fino al 100%, a seconda dei periodi come da CCNL all’articolo 71, dal datore di lavoro), né di altri permessi previsti dalla legge, o di eliminazione o decurtazione di ferie, permessi, poiché come chiarito prima, non vi era alcuno stato di crisi aziendale, che potesse legittimare l’adozione di provvedimenti restrittivi e finalizzati a coprire deficit di bilancio.
Come misura informativa, la cooperativa aveva mandato messaggi (sms) ai dipendenti e ai soci, di verifica di questa situazione, nonché una spiegazione sul fatto che a Novembre, in base alla temporanea carenza di liquidità di cassa, erano stati erogati i bonifici a titolo di acconto, a favore del personale, in attesa di chiarimenti con Inps e che in data 2 dicembre 2020 era stato mandato, il saldo delle somme spettanti per la retribuzione di Ottobre 2020, in attesa anche dei temi di elaborazione dei prospetti di busta paga che sono differiti rispetto alla materiale prestazione lavorativa e al quadro presenze o assenze della forza lavoro. Buste paga che ai primi di dicembre 2020, relative al mese di Ottobre erano state inoltrate dalla cooperativa al personale.
La cooperativa quindi rassicurava Usi e Osservatorio, di verificare la situazione riportando la questione dell’erogazione di stipendi e retribuzioni, ad un regime di normalità per i mesi successivi, in corso di elaborazione delle buste paga. La cooperativa ribadiva alla richiesta fatta nella segnalazione di Usi, che si atteneva al rispetto del CCNL Cooperative sociali, delle leggi sul lavoro e della trasparenza nelle retribuzioni. La cooperativa ammetteva di non aver coinvolto da subito, anche sulle altre questioni sollevate da Usi, tutti le organizzazioni sindacali, prendendosi l’impegno anche alla luce di questo passaggi di confronto presso l’Osservatorio, per il futuro, di avviare e riprendere in modo più continuo, la condivisione con tutte le forze sindacali presenti nella operativa. Prosegue, dichiarando che condivideva e prendeva spunto per il sistema di rilevazione di presenza con il GEIAS, delle osservazioni scritte fatte da Usi a novembre e di quanto riportato nell’incontro odierno, con la SOSPENSIONE DI TUTTO IL PERCORSO IN FASE DI ATTIVAZIONE, di questo meccanismo che era stato utilizzato già da altre cooperative in alcuni Municipi dove è accreditata anche la loro cooperativa, senza che vi fossero state all’interno, osservazioni critiche o rilievi e che tale omologazione da parte della loro cooperativa, era per evitare in sede di bandi futuri di gara, di essere penalizzati nei punteggi per la parte di offerta tecnica come miglioria tecnologica per il personale. La cooperativa accettata le osservazioni di Usi, su questo punto, dichiarando sospeso il procedimento, anche perché nella replica il sindacato Usi spiegava che in ogni caso, per quasi tutti i servizi dell’area disabilità, domiciliari o in strutture fisse, era comunque richiesta la certificazione cartacea, con le controfirme di responsabili di scuole, municipi e familiari di utenti, per la rilevazione dell’effettiva prestazione svolta da operatori e operatrici e che ogni inizio di mese, tali documenti e giustificativi cartacei erano consegnati nelle cooperativa dal personale per le operazioni di contabilizzazione, fatturazione e quindi elaborazione delle ore retribuite. Tanto è vero che in tante cooperative compresa la loro, lavoratrici più esperte (ndr tra cui anche quelle sindacalizzate con Usi) avevano preso, proprio per evitare “errori” di contabilizzazione delle ore fatte e di disagi nelle buste paga, la sana abitudine di produrre i prospetti delle ore svolte a titolo riepilogativo, proprio per agevolare il compito di chi sta negli uffici amministrativi e ridurre l’alea di contenzioso.
Per la questione relativa agli adempimenti su SALUTE E SICUREZZA, il RSPP della cooperativa interveniva chiarendo che il DVR era stato aggiornato ad aprile 2020, nella prima fase di pandemia, che erano state periodicamente fornite al personale della cooperativa le varie informazioni e illustrazioni degli aspetti derivanti dai vari DPCM, che si stavano verificando come richiesto anche da Usi, con il medico competente aziendale le visite di sorveglianza sanitaria e che nel mese di Novembre 2020, a seguito di deliberazioni e ordinanze della Regione Lazio sui test-tamponi ogni 15 giorni al personale socio sanitario e assistenziale (non di tutti i servizi e qualifiche professionali, come specificato da nota della Regione Lazio alle centrali cooperative e all’Anci), si era stipulata una convenzione con una clinica specializzata per lo svolgimento di tali operazioni da parte del personale interessato, con costo a carico della cooperativa e con un consenso elevato da parte di dipendenti e soci, come ulteriore misura di prevenzione (test-tamponi da svolgersi fuori dal normale orario di lavoro e su prenotazione diretta dei dipendenti). La cooperativa evidenziava che tale costo, che la cooperativa si era giustamente accollata, solo in parte veniva poi rimborsato (e chissà con quali tempistiche reali) fino ad un massimo dell’80% dalla Regione, con questione che era stata sottoposta alle centrali cooperative, come associazioni datoriali di riferimento, per una interlocuzione con la Regione Lazio e l’Assessorato competente, trattandosi di onere ulteriore che rischia di aggravare le finanze delle cooperative e degli enti già con introiti ridotti.
Alle replica di Usi sulla necessità, in applicazione del D. Lgs. 81 2008, dell’articolo 208 del codice civile e delle disposizioni comunitarie in materia di salute e sicurezza sul lavoro, di attivare tutte le forme di prevenzione, informazione, formazione e addestramento anche per gli ulteriori fattori di rischio e pericolo derivanti dal sars cov 2, anche con l’avvio per il 2021 delle forme di monitoraggio e di percorso per la valutazione del c.d.”stress da lavoro correlato”, da burn out e da altre patologie tipiche di chi lavora nel terzo settore e nelle cooperative sociali specie per chi era ed è utilizzato nei vari servizi in tutti questi mesi8non solo quindi per Aec Oepa, ma per tutti-e come richiesto da Usi), anche attivando il medico competente aziendale e le strutture di supporto sul territorio, lo stesso Dott. Rubino prendeva spunto da questo suggerimento di Usi prendendo impegno di attivare, anche tale misura di tutela e di procedere dopo le varie valutazioni mediche e risultanze dei controlli, all’aggiornamento del DVR, dopo la fine della “seconda ondata” di contagio, ancora in corso, tendendo informati i sindacati di eventuali sviluppi. L’Osservatorio comunale sul lavoro, come organo di vigilanza interno e come soggetto attore dei processi di mediazione attiva e di dialogo sociale tra le parti in questa specifica procedura di Roma Capitale, prendeva atto del clima sereno e costruttivo dell’incontro, dei chiarimenti effettuati dalla cooperativa in quella sede e ribadendo l’importanza della correttezza nella regolarità delle retribuzioni a favore del personale dipendente, come impegno della cooperativa e del rispetto delle norme su salute e sicurezza, dichiarava concluso con esito positivo l’incontro, sul quale come buona prassi sarà redatto da loro il verbale formale di chiusura del procedimento e nel rispetto degli impegni presi, alle osservazioni del soggetto segnalane Usi, dalla cooperativa (ndr tutti gli incontri sono audio registrati, a maggior ragione quelli che si svolgono in videoconferenza) e auspicando che il clima si rassereni con alcune componenti di dipendenti di questa cooperativa, poiché anche loro avevano ricevuto messaggi di intervento e di lamentale su alcuni aspetti sulla malattia e sui pagamenti che si erano trovati sui conti correnti non corrispondenti a loro dire, a quello che si aspettavano come stipendio (ndr fermo restando, come l’esperienza pluridecennale ci ha insegnato e che continuiamo sempre a spiegare come corretta informazione ai colleghi e colleghe di tutti i settori lavorativi, che esiste una differenza tra il lordo e il netto che ci si trova accreditato in baca o alla posta, fatto oggettivo che vale per tutti coloro che vivono del loro salario e che eventuali errori vanno segnalati una volta che si è visto il prospetto di busta paga, chiedendone la correzione e integrazione se ci sono errori, per colpa, negligenza o per dolo di chi ci utilizza sui posti d lavoro…)
L’Osservatorio comunale sul lavoro, aveva risposto a coloro che li avevano interpellati, che le procedure attivate dai singoli dipendenti non erano quelle corrette e previste da molti anni per la validità delle segnalazioni ai sensi della 135 2000 e 259 2005, dando indicazione di farsi rappresentare da sindacati o dalle strutture abilitate dalla stessa delibera, per la corretta procedura e adempimento sui problemi che si fossero verificati.
Anche all’affermazione fatta dal dirigente della cooperativa, di essere favorevole all’introduzione a Roma Capitale, per tutti i servizi sociali, del meccanismo dell’ACCREDITAMENTO che risolverebbe la questione gare di appalto (che poi è la richiesta delle centrali cooperative, sostenuta anche all’interno dell’Assemblea Capitolina, da parte della maggioranza con punte anche nell’opposizione comunale, che ha fatto fallire in sede di votazione, il meccanismo sostenuto da 12mila firme, della delibera di iniziativa popolare per la RI-PUBBLICIZZAZIONE DEL SERVIZIO DI ASSISTENZA AD ALUNNI-E CON DISABILITA’ nelle SCUOLE CON L’ASSORBIMENTO DELLA FORZA LAVORO CHE CI HA LAVORATO SUL SERIO IN TUTTI QUESTI ANNI), così come quella inserita in questo incontro, sempre dal dirigente di Roma 81, sul suo favore verso l’INTERNALIZZAZIONE DI QUESTO SERVIZIO EROGATO DA OEPA, AL MIUR, con la STATALIZZAZIONE CENTRALIZZATA E SULLA “NAZIONALIZZAZIONE” di servizi che per legge e per loro intreccio tra servizi sociali, assistenziali, educativi e sanitari, sono di competenza degli Enti Locali, in sinergia con le strutture territoriali di ASL e la partecipazione attiva delle collettività locali e loro associazioni, sindacati compresi, ci ha lasciato perplessi. il sindacato Usi ha precisato, (anche con incontri fatti con i dirigenti apicali del MIUR che hanno ribadito la loro estraneità alla gestione del MIUR di questo personale e di quei servizi per vincolo costituzionale e di legge sui servizi pubblici locali), cosa vuol dire realmente per noi, la RI-PUBBLICIZZAZIONE DEI SERVIZI strategici, come quelli erogati da Aec Oepa, così come sulla inopportunità di farsi depistare verso percorsi di statalizzazione-centralizzata e di falsa nazionalizzazione (ndr basti vedere che uso ne hanno fatto, governanti e padroni, per ILVA e ALITALIA, sulla pelle di chi ci lavora, dell’indotto, degli abitanti vicini ai siti produttivi, con soldi pubblici e danni sulla efficacia di servizi e attività), scaricando responsabilità, funzioni di intervento programmato, razionale e sinergico per il BENESSERE DEI BISOGNI COMPLESSIVI, DEGLI UTENTI. DELLE LORO FAMIGLIE, DELLA QUALITA’ DEI SERVIZI AL PUBBLICO, delle garanzie di chi ci lavora. IL PERCORSO DI DEPISTARE CON FALSE STATALIZZAZIONI E NAZIONALIZZAZIONI WUEL TIPO DI SERVIZIO, SNATURA LA FONDAMENTALE CARATERISTICA, CONNESSA ALLA NASCITA DI QUEI SERVIZI, LA TERRITORIALITA’ E IL CONTESTO LOCALE DELLA CORRETTA EROGAZIONE, DECENTRATA E FINANZIATA DALLE CASSE PUBBLICHE, di quei servizi plurisettoriali e strategici.
Noi Usi, siamo per l’ASSISTENZA, SANITARIA E SOCIALE, TERRITORIALE, PER LA MEDICINA DI BASE NON SCONNESSA DALLE COMUNITA’ LOCALI E DALLE PERSONE CHE NE HANNO DIRITTO, NEL RISPETTO DEI DIRITTI DI CHI QUEI SERVIZI LI EROGA, NON SIAMO PER LA CENTRALIZZAZIONE E LA STATALIZZAZIONE DI SERVIZI E ATTIVITA’ DI TALE RILEVANZA E DELICATEZZA, anche su piano delle relazioni sociali tra persone, specie quelle con varie forme di disagio e disabilità…e non serve definirsi nemmeno “anarchici…”, per arrivare a tale logica conclusione di COME VANNO SVILUPPATI, GESTITI DAL BASSO E SUL TERRITORIO, TALI ATTIVITA’ E SERVIZI, senza le scorciatoie alchimistiche di presunte statalizzazioni, che nascondono la tendenza politicante e non condivisa, della RITIRATA DA PARTE DI ENTI LOCALI E DELLE LORO FORME DI RAPPRESENTANZA (componenti Anci, con addentellati nei ministeri) DELLE COMUNITA’ LOCALI DAL DOVERSI SPORCARE LE MANI, CON IMPEGNI, FONDI E RISOSRSE ECONOMICHE DA GESTIRE IN FORMA TRASPARENTE E CERTA, DAL RIMETTERE AL CENTRO I BISOGNI SUI TERRITORI E LA PIANIFICAZIONE RAZINALE ED EFFICACE, PER LA EROGAZIONE INTERSETTORIALE E ARTICOLATA, di servizi strategici e di rilevanza pubblica.
NON COMPRENDIAMO E NON GIUSTIFICHIAMO PIU’, nemmeno quei gruppi di lavoratori o comitati, che si fanno sostenitori di tali processi e percorsi, spacciandoli per una via di “internalizzazione…statale”, senza fare un’analisi approfondita e complessiva, di cosa ci sta dietro lo specchietto per le allodole di tale termine.
Così come NON siamo appassionati, non avendo nel nostro DNA tendenze aziendalistiche, della proposta di ACCREDITAMENTO, conoscendone il percorso che ne sarebbe effetto. Significa in concreto che si SELEZIONANO alcune cooperative per la gestione in eterno dei vari servizi (assistenza domiciliare ad anziani, disabili, minori, case di riposo e centri diurni, servizi per terza età e sui disabili, case famiglia…), con un meccanismo di spartizione tra le 3 centrali cooperative delle loro associate, sulla pelle di quelle “scomode” (che magari rispettano sostanzialmente leggi e CCNL) o di quelle provenienti da fuori città, con una “territorializzazione di stampo corporativo” di privilegio delle cooperative locali e magari legate…alle maggioranze politiche di governo, che lascia perplessi sulla sua genuinità… anche per diritti e condizioni materiali di chi ci lavora, in nome di una pretesa “libertà imprenditoriale privata”, MA CON SOLDI PUBBLICI, senza alcun rischio di impresa e con il rischio di utilizzo di contrati collettivi al ribasso, con costi del lavoro sempre più bassi, maggiori oneri e doveri in termini di orari di lavoro, durata delle giornate lavorative ritmi e carichi di lavoro, meno sicurezza. E’ uno scenario già visto con il cambio di CCNL alla ricerca di quello più favorevole ai datori di lavoro, meno per chi lavora, l’azzeramento di tutele, migliorie e garanzie salariali e normative e una OMOLOGAZIONE AL PEGGIO, DELLE RELAZIONI SINDACALI INTERNE, riducendo al silenzio e alla collaborazione i sindacati, compresi quelli una volta combattivi o “di base”, con l’accettazione dei peggioramenti in cambio del mantenimento dei tavoli di trattativa (ndr dove poi si tratta sul nulla o quasi, svolgendo una funzione notarile e da sindacati firma tutto) e di una rappresentanza svuotata del suo carattere fondamentale per i sindacati, la RAPPRESENTANZA DEGLI INTERESSI COLLETTIVI E GENERALI, DEI BISOGNI DELLE CLASSI LAVORATRICI, ch non è certo la rappresentanza degli “iscritti” (modello cislino) o la cogestione collaborativa degli interessi dei lavoratori, ALLA PARI DEGLI INTERESSI DELLE AZIENDE (il modello dell’accordo interconfederale del 10 gennaio 2014, detto “accordo della vergogna” e di quelli successivi, che pure ha compromesso e corrotto, diversi sindacati…di base, barattando in modo confuso la rappresentanza sindacale degli interessi, con i criteri di “rappresentatività”, che sono cose diverse e ambiti non sovrapponibili).
Argomenti che passano in modo indiretto, anche in questi ambiti di intervento, ma che non possono essere sottovalutati o lasciati passare sotto silenzio, almeno da noi autorganizzati con Usi.
La nostra organizzazione, verificherà proseguendo anche in quella cooperativa, come del resto fa in altri posti di lavoro, l’intervento di controllo per il ripristino di condizioni di regolarità e per gli adempimenti di competenza datoriale e padronale, non avendo “governi amici” e nemmeno “cooperative o aziende amiche”. Una VALUTAZIONE NEGATIVA, L’ASSENZA NONOSTANTE LA RITUALE CONVOCAZIONE DA PARTE DI ORGANISMO COMPETENTE DI ROMA CAPITALE, di stazioni appaltanti, specie di quelle municipali, quasi a non voler fornire, in ambito di chiarezza su corrette procedure, adempimenti di loro onere o modalità paritarie di trattamento, tra i vari e molteplici soggetti affidatari di servizi pubblici in appalto o affidamento o convenzione, nella fatturazione, nelle modalità di pagamento su fondi disponibili o somme stanziate e poi non erogate, come se i controlli, doverosi specie in un Ente locale dove ancora è presente l’effetto negativo del sistema di mafia capitale, che ha colpito anche dirigenti e funzionari dell’Amministrazione corrotti o complici di tale sistema organizzato di malaffare, desse un certo fastidio. Chi ha la coscienza a posto, come pure …i conti della contabilità su soldi pubblici come quelli di appalti e convenzioni, non dovrebbe nascondersi dietro il classico dito, rendersi irreperibile ai momenti di confronto “triangolare” come quelli messi in opera con tale procedura. Né di fronte alle proteste di operatori-trici sociali sotto le loro finestre, come avvenuto al Municipio VII ai primi di dicembre, ricevendo loro delegazioni scaricare le loro responsabilità, anche come vigilanza da “stazione appaltante”, alle cooperative, in un gioco di ruoli e funzioni, dove poi chi ci rimette alla fine, in euro e centesimi, sono lavoratori e lavoratrici che quei servizi pubblici li erogano, oltre ai beneficiari di quei servizi cioè utenza e cittadinanza romana, che hanno il diritto di ricevere servizi di qualità da personale posto nelle migliori condizioni di effettuarlo, a prescindere se sia dipendente pubblico, di azienda pubblica o privata, di cooperativa o ente onlus.
A UN BUON LAVORO, CORRISPONDE UN BUON SERVIZIO e così dovrebbe essere, ma non è vero “in automatico” il suo contrario, se il “buon servizio” si basa sul “cattivo lavoro”, sullo sfruttamento, sul lavoro irregolare o sottopagato o pagato con mesi di ritardo, senza salario pieno e certo, diritti garantiti da leggi e CCNL, dignità e piena tutela pure su salute e sicurezza sul lavoro. Buon anno 2021 e buone lotte autorganizzate, autogestite e indipendenti a tutte-i, L’AUTORGANIZZAZIONE E’ UNA PRATICA COLLETTIVA E SOLIDALE…iniziamo il nuovo anno con il proposito di praticarla in concreto, come le lotte diffuse sui posti di lavoro e nei territori dove i luoghi di lavoro sono inseriti, in massa e senza condizionamenti pregiudiziali, sulla base di bisogni reali e di legittime aspirazioni, delle classi lavoratrici e con i settori popolari sfruttati, nella chiarezza degli scenari attuali e futuri, dei compiti non derogabili dei sindacati aut organizzati, nella coerenza dell’antico e ancora valido motto internazionale: ”L’EMANCIPAZIONE SARA’ OPERA DEI LAVORATORI (E LAVORARICI) STESSI…O NON SARA’”.
Coerenza che prescinde da compromessi od omologazioni a svendere, in cambio dell’ammissione a qualche tavolo di trattativa, a far la parte dei classici “convitati di pietra” - firma tutto, lacrime di coccodrillo a posteriori, comprese una volta che i danni a chi lavora e produce sono stati fatti.

A cura della segreteria intercategoriale locale della Confederazione Usi fondata nel 1912

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