">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

La corsa a chi va più lento

La corsa

(5 Febbraio 2011) Enzo Apicella
Il Pil tedesco cresce poco, quello italiano meno

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

  • Domenica 21 aprile festa di Primavera a Mola
    Nel pomeriggio Assemblea di Legambiente Arcipelago Toscano
    (18 Aprile 2024)
  • costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

    SITI WEB
    (Capitale e lavoro)

    E questo sarebbe uno sciopero generale ???

    Cgil Cisl Uil hanno deciso .... "scioperi territoriali, di 4 ore, il prossimo 25 novembre"

    (21 Ottobre 2005)

    Come previsto Cgil Cisl Uil, divise al loro interno (che fatica convincere sopratutto la Uil) hanno deciso per una via di mezzo. Così, mentre Governo e Confindustria dispiegano tutta intera la loro strategia liberista, i sindacati Confederali proclamano 4 timide ore di scioperi territoriali senza una vera piattaforma di riferimento.

    I sindacati prepareranno solo nei prossimi giorni un documento sulla finanziaria i cui titoli appaiono, stante le attuali dichiarazioni, assai generici. Emergenza sociale, Mezzogiorno, Carovita, difesa dei redditi. Titoli ovvi e scontati ma non precisati negli obiettivi concreti e, sopratutto, mancanti di una testa complessiva senza la quale rischiano di diluirsi ulteriormente. Infatti, se questa finanziaria, giustamente criticata da tutti, è sopratutto un piano di riduzione delle tutele e delle sicurezze, basato sul rilancio delle politiche di smantellamento dello stato sociale e di trasferimento di ulteriore ricchezza dai salari e dalle pensioni ai profitti ed alle rendite, l'obiettivo principale della mobilitazione sindacale dovrebbe essere la cacciata immediata di questo governo. Un obiettivo che manca nelle dichiarazioni sindacali confederali, senza il quale, anche la più arrabbiata delle dichiarazioni appare immediatamente condannata a disarmarsi in un atteggiamento emendatario.

    A guardar le cose da vicino tutta la decisione sindacale di avviare il così detto piano di mobilitazione del lavoro contro la finanziaria, appare come una cosa da fare perchè non si può fare altro, ma assolutamente incapace di precisarsi negli obiettivi veri.

    Come si fa a parlare di lotta all'emarginazione e di occupazione senza porsi il problema di abolire immediatamente la legge 30. Come si può parlare di lotta al carovita e per la difesa dei redditi senza respingere ogni ipotesi futura di patto sociale e senza chiedere l'eliminazione di ogni decontribuzione, fiscale e previdenziale a favore delle imprese. Più in generale, come ci si può preoccupare della debolezza delle nuove generazioni e dell'impoverimento delle vecchie senza rilanciare la questione di una previdenza pubblica solida e capace di garantire redditi dignitosi ?

    Sparare contro il Governo Berlusconi, denunciarne l'iniquità ecc. ecc è quanto di più semplice si possa fare, ma non basta. Un ennesimo sciopero di protesta, per dare la possibilità a qualche dirigente sindacale di salire sul palco a cercare applausi urlando le solite e scontate ovvietà contro il governo di centro destra, non serve a nulla, non basta. Dai sindacati Confederali ci si aspettava di più. Ci si aspettava quella piattaforma di lotta per respingere in toto la finanziaria e la sua filosofia, per cacciare immediatamente il Governo Berlusconi, per chiedere al Governo che verrà una politica di rilancio dei salari, di tassazione delle rendite e dei profitti, di sostegno alla previdenza pubblica, di nuove leggi a favore del lavoro impostate su diverse politiche dell'orario e del mercato del lavoro.

    La scarsa credibilità, e quindi la debolezza del pronunciamento sindacale è poi resa evidente dall'atteggiamenento ragioneristico con cui si critica la finanziaria. Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani sottolinea la sua critica alla finanziaria "non riesce a mettere a posto i conti pubblici" dice. E' come dire niente e dire tutto. Epifani non precisa come altrimenti andrebbero messi a posto i conti pubblici. Visto che i buchi di bilancio prodotti da questo Governo sono ovvi e vistosi vogliamo almeno dire che quanto le imprese hanno incassato grazie all'aumento dell'intensità di lavoro e dello sfruttamento, grazie alle enormi defiscalizzazioni e decontribuzioni di questi anni, vanno recuperate con una maggiore tassazione di profitti e rendite finanziarie ?

    Vogliamo almeno dire che bisogna smetterla di insistere sulla previdenza privata che non porta nulla ai lavoratori, che li priverà di una parte del loro salario (il TFR) e che scaricherà sullo Stato altri miliardi di euro per compensare le esose richieste di Confindustria. Non dire nulla di questo fa scivolare immediatamente i sindacati sulla linea vecchia e perdente di una concertazione dei sacrifici.

    Non chiedeteci, per favore, di fare questo sciopero, che ci si dice essere uno sciopero generale, per chiedere che i sindacati vengano convocati ad un tavolo per concertare non si sa più cosa (siamo all'ultimo buco della cintura). , ma semmai per respingere al mittente la finanziaria e per conquistare la caduta anticipata di questo governo.

    Sconcerta infine il fatto che, in tutto questo ragionamento Epifani abbia auspicato che "sulla manovra si possa avere un confronto con Confindustria visto che nei loro giudizi si contraddicono alcuni impegni presi con noi'', quasi a rassicurare che non ce l'abbiamo con Confindustria ma .... Forse Cgil Cisl Uil valutano positivamente, quasi fosse la loro proposta alternativa alla finanziaria, il rilancio degli obiettivi e degli impegni concordati con Confindustria in occasione del recente accordo sul "Patto per lo sviluppo del mezzogiorno"? Un patto che prevede agevolazioni alle imprese (e che quindi ci costa a noi in termini di riduzione delle risorse per fare altro) sia fiscali che previdenziali, che prevede la man bassa sul lavoro precario (contratti a termine, apprendistato ecc), che prevede snellimenti burocratici alle imprese, permettendo così un allentamento di controlli in materia di nuovi insediamenti e di condizioni di sicurezza sul lavoro.

    Tutto ciò ci dimostra come lo scontro sindacale oggi non sia, purtroppo, tra un governo liberista che vuole il massacro sociale ed una piattaforma sindacale di emancipazione del lavoro e di proposta per una politica economica alternativa, ma tra un liberismo selvaggio ed un liberismo concertato.

    C'è molto da fare quindi per cambiare il nostro sindacato. Per questo dobbiamo cominciare a dire che la piattaforma per il prossimo sciopero deve essere diversa da quello che ci si sta proponendo oggi.
    - Dobbiamo dire ai congressi di base che la Cgil terrà nelle prossime settimane, che la Cgil deve cambiare veramente e deve smetterla di fare la bella e timida damigella in attesa della nuova concertazione che verrà, per mettere invece in campo tutta la forza del mondo del lavoro per un vero cambiamento di politica economica e sociale.
    - Dobbiamo dire alla sinistra sindacale in Cgil (a partire da quell'ombra di se se stessa che è ormai Lavoro e Società) che il mandato avuto dai lavoratori perchè questa ricoprisse i posti in apparato che ora occupa, non era per fare carriera ma per tenere aperta la battaglia per una svolta della Cgil.
    - Dobbiamo partecipare agli attivi sindacali convocati per il prossimo 12 novembre (in preparazione dello sciopero) per chiedere una vera piattaforma, alternativa alle politiche liberiste, siano esse selvagge (alla berlusconi e tremonti) o temperate (come quelle promosse dall'Unione di prodi).
    - Dobbiamo sostenere e valorizzare la mobilitazione già indetta dai sindacati di base per il prossimo 21 ottobre e, sopratutto, la piattaforma che la sostanzia, sia facendo comunicati ed ordini del giorno che organizzando delegazioni di Rsu alla manifestazione nazionale a Roma e, dove possibile, effettuare anche fermate con assemblea per discutere di quei contenuti

    Come dicevamo già nel nostro precedente comunicato, sulla Finanziaria e sulla risposta al documento di Confindustria in materia di modelli contrattuali e relazioni sindacali, si innesca anche la battaglia per una vera svolta sindacale.

    11/10/2005

    Delegate e delegati RSU CGIL che aderiscono al movimento "Per un Coordinamento Nazionale delle Rsu"

    Fonte

    Condividi questo articolo su Facebook

    Condividi

     

    Ultime notizie del dossier «Finanziaria 2006»

    Ultime notizie dell'autore «Coordinamento Nazionale RSU»

    6267