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Pace, lavoro e libertà

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(16 Ottobre 2010) Enzo Apicella
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(Contratto Metalmeccanici)

Rinnovo del contratto metalmeccanici:
i confederali si subordinano ai padroni

(10 Marzo 2021)

metalmeccanici

Nei giorni frenetici per la nascita del governo Draghi, il 5 febbraio 2021, dopo 4 giorni di trattativa, Federmeccanica - Assistal e Fiom, Fim e Uilm hanno raggiunto l'intesa sul rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) dei metalmeccanici e impianti di installazione.

Aumenti salariali lordi: 100 € per il 3° livello e 112 € per il 5° livello sui minimi contrattuali per il periodo dal 1° gennaio 2021 al 30 giugno 2024: 25 € a giugno ‘21; 25 € a giugno ‘22; 27 € a giugno ‘23; 35 € a giugno ‘24. Inoltre, per ogni anno di vigenza contrattuale, sono confermati 200 € di flexible benefit (c.d. welfare aziendale).

L'esito della trattativa è stato annunciato in modo roboante, soprattutto per avere raggiunto le ‘tre cifre’ di incremento salariale, ma a conti fatti siamo di fronte a un risultato largamente insufficiente se calcolato sull’intero periodo di vigenza contrattuale, ben distante dalle esigenze dei metalmeccanici.

Il quadro appare ancora più grave, se si tiene conto dei profitti e degli aiuti statali incassati dai padroni negli ultimi anni e degli aumenti di salario irrilevanti ottenuti dopo il disastroso rinnovo del 2016, così come della montagna di CIG durante la pandemia.

Un limite, pesante come un macigno, del nuovo contratto è il periodo di applicazione: dal 5 febbraio 2021 al 30 giugno 2024. Un arco temporale lungo, che sul piano salariale lascia completamente scoperto l'anno 2020 in termine di aumenti, nonostante molte industrie metalmeccaniche abbiano continuato a lavorare a ritmo serrato durante l'emergenza sanitaria, ricorrendo ampiamente agli straordinari.
Altro aspetto da denunciare sono le novità contrattuali relative al sistema di classificazione e sperimentazione di nuovi modelli partecipativi, finalizzati a favorire la flessibilità che impongono le trasformazioni dell'”Industria 4.0”.
Oltre a essere confermato l’impianto normativo precedente (contratti precari e straordinari), viene totalmente riscritto il sistema di inquadramento, che i metalmeccanici avevano conquistato nel 1973, in una fase di forti mobilitazioni della classe operaia. Il nuovo sistema, invece, recepisce la proposta di Federmeccanica e prevederà una diversa denominazione dei livelli. I lavoratori attualmente in forza passeranno automaticamente al nuovo livello non modificando la loro attuale condizione salariale.

Ciò che può cambiare, in peggio, sono le future assunzioni, che rischiano di essere schiacciate verso il basso, per impiegati e operai e i passaggi di livello, i quali potrebbero diventare sempre più difficili, meno verificabili, più discrezionali, anche nelle cause legali.

I nuovi livelli, difatti, non saranno più legati alla mansione svolta e all’esperienza, ma a capacità del singolo come autonomia, conoscenza della lingua, adattabilità, responsabilità, poco misurabili. È un'incerta eredità per il futuro, che avrà effetti anche sul salario.

Un rinnovo simile è il risultato, amaro, dell'assenza di mobilitazione. Infatti, la domanda da porre: come è possibile per i metalmeccanici chiudere un accordo con sole 4 ore di sciopero?

Bisogna invertire la rotta e lo si può fare solo attraverso la lotta. Noi siamo e saremo al fianco degli operai e delle operaie con la solidarietà e il sostegno alle iniziative e alle mobilitazioni, in difesa dell’occupazione, del salario, della salute e della sicurezza, della dignità e contro ogni sorta di rappresaglia padronale.

Nella lotta incessante fra capitale e lavoro, tutto dipende dai rapporti di forza fra le parti in lotta. Il salario reale, gli orari, i ritmi e le condizioni di lavoro, la salute e la sicurezza, sono decisi dagli esiti di questa lotta. Perciò, decisive sono la solidarietà e la mobilitazione, l'unità e l'organizzazione indipendente di classe!

Unione di lotta per il Partito comunista

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