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Stefano Gugliotta

Stefano Gugliotta

(11 Maggio 2010) Enzo Apicella
Dopo che le tv hanno trasmesso il video di Stefano Gugliotta che viene pestato immotivatamente dalla polizia e poi arrestato per "resistenza a pubblico ufficiale", il capo della polizia Manganelli "dispone una ispezione".

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(27 Marzo 2021)

fronte unico bla bla bla n. 3

La procura di Genova ha avviato indagini con perquisizione delle abitazioni e degli armadietti negli spogliatoi in porto – con sequestri di telefoni, tablet e computer – per quattro lavoratori portuali, membri del CALP e delegati di USB, con l’accusa di “associazione a delinquere” finalizzata a reati che vanno dalla resistenza, all’accensione di fumogeni, al lancio di oggetti pericolosi, all’attentato alla sicurezza pubblica dei trasporti.

I fumogeni usati durante lo sciopero antimilitarista il 20 maggio 2019, per impedire il carico di materiale militare su una nave saudita, sono stati descritti dalla procura come “dispositivi modificati in modo da renderli micidiali”. Micidiali i fumogeni, non gli ordigni bellici!

Un’indagine con accuse da definire grottesche, se non implicassero elementi gravi per i lavoratori e il sindacalismo conflittuale.

Quanto accaduto a Genova va inquadrato in un contesto più nazionale, che include Stato, sindacati collaborazionisti e che interessa tutta la classe lavoratrice.

Il 10 marzo a Piacenza sono state perquisite le abitazioni di 20 operai del SI Cobas e 2 dirigenti locali del sindacato sono agli arresti domiciliari, a seguito degli scontri scaturiti dallo sgombero proditorio da parte delle forze dell’ordine del picchetto di 60 operai, seduti in terra dinanzi al cancello della Fedex Tnt, la notte del 1° febbraio, al tredicesimo giorno di sciopero.

Si aggiungono gli attacchi delle forze dell’ordine volti a sgomberare il picchetto degli operai della Texprint di Prato, in sciopero da 60 giorni per ottenere di non lavorare più per 12 ore al giorno e per l’applicazione del contratto di lavoro!

Pochi giorni fa il Coordinatore provinciale del SI Cobas di Bologna è stato condannato a 9 mesi di reclusione per il confronto con le forze dell’ordine durante lo sgombero di un picchetto svoltosi nel 2014 alla Mirror Levigature di Sant'Agostino, a Ferrara.

Alla repressione statale contro i lavoratori in lotta organizzati col sindacalismo di base fanno da contraltare due elementi.

Il primo: la nuova primavera della concertazione, in forma ancor più ignobile e corporativa di quanto avvenuto in passato, con le dirigenze di Cgil Cisl e Uil in aperto sostegno al governo Draghi, disposte a siglare un accordo programmatico per la “riforma” della Pubblica Amministrazione con il ministro Brunetta.

Il governo, furbescamente, ha prorogato il blocco dei licenziamenti, offrendo così alle dirigenze di questi sindacati collaborazionisti la giustificazione per procedere alle loro manovre finalizzate a mantenere il controllo sui lavoratori, ostacolandone la lotta.

Il secondo elemento: un parziale ritorno di attivismo dei sindacati collaborazionisti, come ad esempio con lo sciopero della filiera Amazon di lunedì 22 marzo scorso, del Trasporto Pubblico Locale (Tpl) del 26 marzo, della Logistica del 29 marzo. Scioperi per i quali i media ufficiali si prestano come casse di risonanza, mentre mantengono il silenzio sulle lotte promosse dal sindacalismo conflittuale: silenzio circa i fatti gravissimi di Piacenza del 10 marzo e sulla manifestazione contro la repressione anti-operaia del 13 marzo, in quella stessa città, alla presenza di un migliaio di lavoratori.
Questi scioperi sono confinati dalle dirigenze dei sindacati collaborazionisti entro limiti tali da renderli deboli e quanto meno dannosi per il padronato perché servono garantire a questi sindacati posti nei tavoli di contrattazione non quale risultato della organizzazione di vere lotte, per obiettivi che difendono i lavoratori, bensì offrendo al padronato la capacità a mantenere la pace sociale.

Questo manovrare di magistratura, sindacati di regime, governo ci pare rientri in una strategia volta ad approfondire l’offensiva contro il sindacalismo conflittuale, nella consapevolezza, che il fronte padronale ha, di dover procedere quanto prima a ulteriori ennesimi attacchi alle condizioni di vita e di lavoro della classe salariata.

A fronte di tale offensiva il sindacalismo conflittuale dovrebbe attenersi a due fondamentali linee di condotta:

- non reagire in modo scomposto, con fughe in avanti che favorirebbero l’obiettivo del padronato, del governo e dei sindacati collaborazionisti, di isolare le organizzazioni e i militanti del sindacalismo conflittuale dalla massa dei lavoratori. Onde impedire questo obiettivo padronale, riteniamo essenziale ribaltare la tradizionale condotta delle dirigenze del sindacalismo di base di boicottare gli scioperi promossi dai sindacati collaborazionisti. Bisogna altresì partecipare agli scioperi, inserendovi le rivendicazioni e i metodi di lotta del sindacalismo di classe, nella convinzione che una condizione favorevole affinché le mobilitazioni siano liberate dal controllo delle organizzazioni sindacali collaborazioniste che le proclamano è quella degli scioperi riusciti, che suscitino nei lavoratori fiducia, senso di possedere una forza reale; in tal senso riteniamo molto positiva la scelta di alcuni sindacati di base di sostenere lo sciopero nella filiera Amazon di lunedì scorso.

- Rispondere alla repressione statale e padronale unendo in ogni azione di lotta tutto il sindacalismo conflittuale, i sindacati di base e l’opposizione di classe in Cgil; sindacati di base, come SI Cobas e Usb, che nella logistica si sono infognati in dannose diatribe, oggi sono ambedue sotto la tempesta della repressione. Che questa esperienza insegni e spinga – se non ancora i dirigenti – attivisti, delegati e iscritti all’unità d’azione del sindacalismo di conflittuale.

Al fianco dei portuali del CALP, delegati e iscritti dell’USB!

Al fianco degli operai e dei sindacalisti del SI Cobas!

Al fianco degli operai della Texprint di Prato!

Al fianco di ogni lavoratore colpito dalla repressione statale e padronale!

Per l’unità nella lotta dei lavoratori e delle lavoratrici!



25/3/21

Coordinamento Lavoratori/trici Autoconvocati
per l'unità della classe (C.L.A.)

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