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Bunga Bunga. The end

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(12 Ottobre 2011) Enzo Apicella
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    Cagliosa, il romanzo che nobilita il calcio giocato dagli ultimi

    Periferia degradata e miseria nel romanzo di Giuseppe Franza pubblicato da Ortica editrice

    (30 Aprile 2021)

    Il calcio degli ultimi come veicolo di socialità ed emancipazione, anche in contesti difficili, dove malavita, disoccupazione e miseria sono i fondamenti caratterizzanti di una generazione.

    cagliosa

    La scena d'apertura del romanzo si svolge fra palazzoni rovinati di un quartiere popolare, il rione Incis, a Ponticelli, estrema periferia est di Napoli. Un personaggio, che si chiama Giovanni ma tutti conoscono come Vangò, occhiali da sole falsi e cappuccio calato in testa, si guarda intorno per prepararsi a rubare un motorino. Questo è il suo lavoro. Ruba motorini per fornire pezzi di ricambio a un carrozziere. Nel tempo libero gioca invece a calcio nella squadretta di quartiere, che milita nell'ultimo girone dell'ultima serie dilettantistica del calcio nazionale.

    La squadra è formata da individui poco atletici e raccomandabili. Ogni partita sfocia in una rissa o si trasforma in una sorta di guerra tribale. I calciatori si scontrano per farsi male, mentre lo scarso pubblico inveisce o istiga a maggiore violenza. Vangò sembra stanco di tanta meschinità. Si vergogna di se stesso e dei propri compagni. Vorrebbe emanciparsi dalla miseria che lo circonda, evolversi, ma una forza gravitazionale costante lo sprofonda nella solita melma, ogni volta che tenta una fuga, anche solo mentale.

    Nel gioco, però, si nasconde la scintilla della rivalsa. Il gruppo sociale composto dalla squadra, sottoposto a continue umiliazioni e fallimmenti, può cominciare a esprimere solidarietà e coscienza, Questo succede alla squadra di Vangò. E l'impossibile diventa più pensabile. Anche il sogno riacquista dignità e con esso ritrova vigore la speranza.

    Giuseppe Franza in "Cagliosa" descrive il calcio giocato dagli ultimi, in condizioni spesso agghiaccianti, e sceglie di raccontarlo attraverso la lingua di strada, il napoletano che ha perso tutti i suoi connotati classici e musicali per accrescere la gravità di toni duri, gutturali e viziati. Il romanzo nasconde dense riflessioni sul destino di giovani abbandonati a se stessi e di quartieri dimenticati dalla politica e dallo Stato. Una lettura interessante e di pregio letterario.

    Claudio Pellegrino

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