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IL PASSO DI ISRAELE VERSO LA GUERRA,TROVERA' PANE PER I SUOI DENTI!

PROFANATA LA MOSCHEA DI AL-AQSA A GERUSALEMME

(11 Maggio 2021)

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Il governo dello Stato di Israele, “unica vera democrazia in Medio Oriente” come dicono i suoi accoliti ed esemplare “laboratorio del mondo” a suon di folli vaccinazioni di massa sulla pelle della sua propria popolazione come dicono tutti gli inebetiti del mondo, ha deciso di muovere, venerdì 7 maggio al termine del mese sacro di Ramadan, un passo gravissimo in tutta evidenza volto a suscitare la collera non solo del popolo oppresso di Palestina ma di tutti i popoli dell’Islam. Un passo di guerra.

Al culmine di una serie di misure provocatorie attuate durante tutto il Ramadan, venerdì 7 maggio la sbirraglia dello Stato israeliano ha profanato la moschea di Al-Aqsa in Gerusalemme Est, terzo luogo sacro per i fedeli dell’Islam. E’ vero che già nel passato (nel 2015) altre profanazioni erano avvenute ma la sfacciata brutalità e violenza con cui è stata eseguita l’azione del 7 maggio (qui alcune scene del fatto: https://www.youtube.com/watch?v=P1pt40ZelgM) sono indici della volontà da parte del potere israeliano di procedere ad una dimostrazione di forza di ampio raggio e di grande portata.

L’obiettivo strategico di fondo del potere israeliano (e di tutto “il mondo libero” cioè dell’imperialismo occidentale e democratico di cui lo Stato di Israele è punta di lancia conficcata nel Medio Oriente) è quello, oltre di ribadire in faccia agli oppressi palestinesi la sua posizione di forza invincibile e di colpire l’asse della resistenza anti-imperialista che in questi anni si è costituito e rafforzato da Teheran a Beirut passando attraverso l’Iraq e la Siria, di creare le condizioni per un attacco devastante contro l’Iran. Se attorno a questo obiettivo di fondo – punire e piegare l’Iran;– convergono tutte le forze e gli interessi dell’imperialismo occidentale, diverse erano e sono le strade, le tattiche, per realizzare il “fine supremo”: i democratic snakes americani sulle orme del premio Nobel per la pace Obama ed i loro cagnolini progressisti e democratici europei “preferirebbero” realizzarlo evitando l’uso massiccio delle bombe (che forse saranno anche nucleari). L’iniziativa di guerra israeliana scatenata con l’azione di venerdì 7 maggio ha il senso di forzare la mano e i tempi per procedere non “per via diplomatica” ad un terrificante “reset” imperialista.

La reazione rabbiosa e indomita da parte palestinese e delle masse dell’Islam non si è fatta attendere ed è in pieno sviluppo. La cosa chiara che sin da queste prime ore drammatiche emerge è che né le forze palestinesi né le più larghe masse arabo-islamiche si fanno impressionare e terrorizzare dalla potenza di fuoco brandita dal potere israeliano. Anzi esse sono fermamente decise a rispondere colpo su colpo, fino all’estremo sacrificio. Fra le altre capitali del mondo arabo-islamico in ebollizione, in particolare ad Amman grandi dimostrazioni popolari hanno subito risposto all’atto di guerra israeliano, nel grande imbarazzo del regime di Giordania che oltre ad essere il custode di Al-Aqsa terzo luogo sacro dell’Islam è fedele alleato dell’imperialismo occidentale. Tanto per dire e per cominciare!

Salve di razzi (oltre un centinaio) sono stati lanciati dalle forze combattenti palestinesi di Gaza, alcuni colpendo persino l’area di Gerusalemme dove ieri (lunedì 10 maggio) la Knesset cioè il parlamento israeliano è stato evacuato. Alle ore 23:43 dello stesso giorno le agenzie riportano che “le autorità israeliane hanno riaperto i rifugi anti-aerei a Tel Aviv e in altre città”. Mentre i governi di Gran Bretagna e Stati Uniti esprimono la loro condanna alla risposta armata palestinese, i portavoce del governo israeliano annunciano una “risposta feroce” per punire chi ha osato violare la sicurezza del paese e osa mettere in discussione la sua invincibilità. Una prima attuazione di tale ferocia si è data in serata con una serie di attacchi su Gaza (21 morti ufficialmente dichiarati, fra cui 9 bambini). Le forze palestinesi non possono opporre alcuna valida difesa contro gli attacchi che squarciano il cielo di Gaza ma sono assolutamente determinate al combattimento. Per l’esercito israeliano non sarà un tiro al bersaglio né una passeggiata, specie se decidesse di penetrare a terra dentro la striscia. Tanto per restare al settore di Gaza, senza di dire di tutto il resto del fronte di guerra.

Uomini che si ammazzano da una parte e dall’altra, rifugi anti-aerei in cui gli uomini-topo (debitamente vaccinati) debbono rintanarsi, catene di sangue, lutti e sofferenze… la nostra civiltà borghese e capitalistica si specchia in questo terrificante scenario aperto in questi drammatici giorni. Noi stiamo incondizionatamente dalla parte degli oppressi di Palestina e dalla parte delle masse arabo-islamiche, bersaglio della democrazia imperialista occidentale tanto attraverso le operazioni di guerra aperta che con le sue trame diplomatiche, forma “pacifica” per imporre il suo dominio.

Inchiodare a terra la punta di lancia israeliana della democrazia imperialista, sfidare la sua feroce potenza e la sua presunta invulnerabilità, è un passaggio di portata storica che assumiamo come necessario affinché una potente scossa faccia tremare le fondamenta della nostra civiltà borghese e capitalistica che vuole ridurci tutti quanti al grado, altamente progressista, di uomini-macchina, uomini-topo, uomini-cavia.

La stessa massa di proletari e sfruttati cittadini israeliani di religione ebraica che non ci rassegniamo a confondere con i governanti e con il potere di classe che ha in mano lo Stato di Israele, è vittima di questa civiltà che sempre più svela il suo carattere profondamente anti-umano. Proprio lo spaventoso esperimento di cui Israele è “laboratorio mondiale” eseguito sul corpo dei cittadini israeliani attraverso la vaccinazione di massa deve far aprire gli occhi ad essi di come il loro stesso governo, il loro stesso Stato, li consideri e li tratti: da uomini-topo, da uomini-cavia. E se i governanti e il potere costituito in Stato considerano e trattano in simile maniera il loro stesso popolo, si deve capire che nessuno scrupolo fermerà la loro ferocia verso “gli altri”. Che il nemico non sono “gli altri”, palestinesi e popoli arabi e dell’Islam. Che la minaccia non viene da fuori i confini dello Stato bensì da dentro la propria stessa nazione.

Siamo certi che uomini (come ad esempio quelli organizzati nel “Comitato Popolare Israeliano”, vedi report di Gilad Atzom su The Unz Review, 21 aprile 2021) i quali hanno avuto la forza e il coraggio (e ci è voluto e ci vuole davvero una forte dose di coraggio per “dissentire” dentro il democratico “laboratorio del mondo” israeliano!) in questi mesi allucinanti di denunciare ed opporsi ai misfatti dei propri governanti perpetrati contro il proprio stesso popolo in nome “della salute” attraverso la folle sperimentazione/vaccinazione di massa, sappiano, in questa gravissima ora, altrettanto dissociarsi dalla sfrontata e feroce operazione attuata in nome “della sicurezza” del “loro” Stato, oppressore e imperialista.

Che l’operazione di guerra israeliana si infranga contro la resistenza anti-imperialista del popolo palestinese e delle masse di tutto il Medio Oriente!

Che proprio dal “laboratorio del mondo”-Israele inizi il crollo del castello di menzogne di cui tutti quanti siamo prigionieri!

11 maggio 2021

NUCLEO COMUNISTA INTERNAZIONALISTA

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