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Il mito del Welfare State: la vera natura del salario sociale nell'economia capitalista

Volume della collana STUDI SULLA CRISI COUNTDOWN n. 5
Prezzo: €26,10 / Prezzo di listino: €29,00
SCONTO DEL 10% SENZA SPESE DI SPEDIZIONE
Formato: 175X245, 336 pagine / Maggio, 2021 / ISBN: 9788893131353

(15 Maggio 2021)

Introduzione.
Anwar Shaikh e E. Ahmet Tonak “La crescita e la caduta del welfare state negli USA”.
Katherine A. Moos “La politica redistributiva neoliberista: Il salario sociale netto degli Stati Uniti nel 21° secolo”.
Alan Freeman “Il Welfare State in Gran Bretagna”.
Alan Freeman “Il Salario Sociale in Germania”.
Reza Fazeli e Rafat Fazeli “Il Welfare State e l’Economia di Mercato: L’esperienza delle Politiche Sociali negli Stati Uniti e in Germania”.
Reza Fazeli e Rafat Fazeli “L’Impatto del Welfare State e delle Politiche Sociali sui Lavoratori: L’esperienza recente della Gran Bretagna.
Reza Fazeli, Rafat Fazeli e Anwar Shaikh “Il Welfare e il salario sociale: l'Italia come economia di mercato semi-sociale (SSME)”.
Reza Fazeli, Rafat Fazeli e Anwar Shaikh “Salario sociale e benessere economico: il welfare state della Francia come economia di mercato semi-sociale (EMSS)”.
Reza Fazeli, Rafat Fazeli e Anwar Shaikh. “Il welfare state e il salario sociale: la Svezia come principale economia sociale di mercato nordica”.
Diego Guerriero e Emilio Díaz Calleja Il welfare state e la distribuzione del reddito nazionale in Spagna durante la transizione.
Thanasis Maniatis “Tassazione dei lavoratori, benefit sociali e crisi fiscale nell'Europa meridionale”.
Quanto è neoliberista il welfare state cinese? Il confronto tra il salario sociale netto della Cina e quello degli Stati Uniti 1992-2017 Katherine A. Moos e Hao Qi.
Jolanta Aidukaite “Le vecchie teorie sul welfare state e il nuovo regime di welfare nell’ Europa orientale: sfide e implicazioni”.
Daniel Ankarloo “Il Modello di welfare svedese: Una via da percorrere? Una via per il socialismo? O un vicolo cieco?
Sitologia

asterios countdown

Tutti gli osservatori e gli accademici di varie tendenze in passato si sono precipitati a sciorinare esternazioni superficiali e sociologiche sul boom economico del dopoguerra che avrebbe portato ricchezza e benessere ai lavoratori senza preoccuparsi minimamente di verificare se tale benessere, garantito anche dallo Stato, non sia stato semplicemente pagato dalla classe operaia come ogni merce o servizi forniti dal mercato. Ciò che mancava era un'analisi approfondita delle spese sociali, delle tasse pagate e dei contributi alle famiglie dei lavoratori, e una stima dei benefit netti ricevuti da queste ultime. Negli anni ‘80 ci siamo trovati di fronte ad una tendenza sempre più accentuata che porterà a tagli sempre più consistenti al welfare state grazie all’avvento dei governi conservatori negli USA, in Gran Bretagna e alle politiche neoliberiste nel resto dei paesi OCSE portate avanti anche da governi sedicenti “progressisti”. In seguito vi è stato un lungo periodo di politiche restrittive e di “sacrifici”, durante il quale gli studiosi si sono ben guardati dal fare un bilancio del periodo d’oro dove il keynesismo era la “pianta di ogni clima” e la socialdemocrazia (e tutti i cosiddetti progressisti) ricevevano sempre meno voti dai lavoratori che pretendevano di rappresentare.
Oggi in conseguenza della devastazione provocata da una pandemia globale gli “esperti” sono stati completamente spiazzati dallo stato delle cose e cercano in ogni modo di recuperare credibilità riproponendo come degli ebeti un neo-keynesismo basato su una spesa statale mastodontica senza capire minimamente cosa significhi.

antonio pagliarone

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