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Gazazoo

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(22 Giugno 2010) Enzo Apicella
Israele dichiara di voler "alleggerire" il blocco. Rimane comunque vietato dare ai Palestinesi di Gaza metalli, fertilizzanti, cemento...

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Lettera aperta al Sindaco di Modena e al Consiglio Comunale

(22 Maggio 2021)

Una lettera inerente ai gravi fatti che stanno accadendo in Palestina e alla necessità che le istituzioni prendano una chiara posizione in merito


Alla c.a.
Sindaco Gian Carlo Muzzarelli
Giunta comunale
Presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi
Gruppi Consiliari

“PALESTINA: FERMARE IL MASSACRO E RISTABILIRE IL DIRITTO INTERNAZIONALE”
Non sono bastate le ultime risoluzioni di condanna rivolte dall’ONU al governo d’Israele riguardo la violazione di diritti del popolo palestinese, per far comprendere all’opinione pubblica occidentale la grave situazione di Gerusalemme e dei territori occupati. La situazione non ha una matrice religiosa legata al ramadan, ma è la rivendicazione di un popolo da troppo tempo sottoposto ad operazioni di pulizia etnica in regime di apartheid.

Molti sono gli elementi che, anche in questi ultimi mesi, evidenziano questo sistema che si perpetua da anni. In particolare:
• L’aver impedito le libere elezioni palestinesi a Gerusalemme Est
• Gli sfratti a Sheikh Jarrah e la conseguente repressione della polizia;
• Gli episodi repressivi attuati nella Spianata delle Moschee, che hanno impedito le espressioni di culto ai palestinesi;
• Negare la possibilità al popolo palestinese di poter accedere liberamente ai vaccini o cure mediche per fronteggiare la pandemia da covid19.

I missili di Hamas non sono una risposta accettabile e non fanno certo il bene dei palestinesi, anche perchè alimentano la narrazione tossica che parla unicamente di diritto alla difesa degli israeliani.

Quello che sta succedendo in Palestina è una ribellione spontanea nazionale frutto dell’oppressione coloniale d’Israele e di un’ingiustizia perpetrata da decenni. E’ una storia di pulizia etnica, di occupazione, di furto di acqua, terre e case; della costruzione di un muro di separazione di oltre 700 chilometri, di demolizione di abitazioni e violazione dei diritti umani. La Palestina occupata è una terra ridotta a piccole macchie non collegate le une alle altre, dove 5.000.000 dei suoi abitanti sono profughi che vivono in condizioni di estrema povertà

Come denunciato anche dai giovani ebrei italiani “Non in Nostro Nome!” uniti agli altri attivisti in Israele e Palestina, “questa è una rivolta contro il piano di continua annessione dei territori della Cisgiordania da parte del governo israeliano”.

Per questo motivo è necessario, ogni giorno di più, prendere una chiara posizione contro la corrente narrazione mediatica degli eventi in Medio Oriente, che non tiene conto della dinamica oppressi - oppressori.

Riteniamo che per la città di Modena, medaglia d’oro al valore militare per la Resistenza, sia imprescindibile che gli organismi democratici agiscano e si esprimano, secondo i principi fondamentali del diritto internazionale e costituzionale che sanciscono il diritto dei popoli all’autodeterminazione.
Intendiamo dunque farci portavoce della partecipata manifestazione che domenica 16 maggio ha visto diverse centinaia di persone riunirsi in piazza Torre a chiedere l’immediata cessazione delle violenze e il rispetto del diritto di tutti i popoli, in primis quello palestinese; forti di questo sostegno e per tutti i motivi sopra richiamati, chiediamo con questa lettera aperta a tutte le istituzioni democratiche, che il Consiglio Comunale e il Sindaco di Modena con la sua Giunta, si esprimano affinché sia condannato ogni atto di guerra e di oppressione, ed agiscano con tutti gli strumenti in loro potere per farsi promotori di azioni diplomatiche, affinché in quei territori sia rispettato il Diritto Internazionale.

Azione quanto mai necessaria in questi giorni per impedire che sia strumentalmente e indiscriminatamente promosso il sostegno al Governo d’Israele nonostante i ripetuti bombardamenti della popolazione civile di Gaza e la violazione dei diritti del popolo palestinese, riconosciuta da tutti gli organismi internazionali per la pace e la cooperazione.

Un’operazione di mediazione per la Pace che non potrà essere intrapresa senza queste condizioni fondamentali:
• L’interruzione delle espropriazioni e demolizioni delle case a Gerusalemme Est e in tutta la Cisgiordania;
• La rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono le elezioni libere e regolari in Cisgiordania, Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza, da svolgersi alla presenza di osservatori internazionali neutrali.
• La sospensione della proliferazione delle colonie israeliane nei territori palestinesi.


Chiediamo inoltre che in caso di rifiuto delle autorità israeliane ad affrontare questo annoso problema, la nostra città sostenga la possibilità di interruzione dei rapporti commerciali e culturali attualmente in atto anche in questa città.

Solo in questo modo sarà possibile dare un contributo attivo alla costruzione del riconoscimento dei diritti della popolazione autoctona e della pace in quella terra.

E’ giunta l’ora che i governi occidentali si assumano la responsabilità di porre fine a questo conflitto a partire dall’immediato riconoscimento dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, per permettere anche così ai due Stati, di poter negoziare direttamente in condizioni di pari autorevolezza, legittimità e piena sovranità.
Auspicando un confronto pubblico serio sull’argomento, attendiamo una presa di posizione chiara delle Istituzioni, perché il tempo per scongiurare una catastrofe si è esaurito.

Potere al Popolo Modena
Partito della Rifondazione Comunista Modena
Partito Comunista Italiano Modena

Fonte

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