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(25 Ottobre 2005)
La pensione pubblica ha garantito, fino a 10 anni fa, ai lavoratori dipendenti un reddito dignitoso, basandosi su principio della solidarietà fra generazioni. I "giovani" lavoratori, hanno sempre mantenuto questo principio senza tentennamenti. Oggi governo, padroni, e sindacati tentano di cambiare le regole: rispondiamo NO!
Cosa ci propongono. I fondi pensionistici "negoziali" o "chiusi". I fondi sono costituiti con i soldi dei lavoratori, dei datori di lavoro e le quote dei contributi sono stabilite dai contratti nazionali, che verranno, questi ultimi utilizzati per stornare quote dal salario diretto (es. premi incentivanti) ai fondi stessi; cercando, così, di favorire il loro decollo a scapito dei lavoratori che non vi aderiranno.
Il Consiglio d'Amministrazione è costituito dai Rappresentanti dei sindacati, dei datori di lavoro, che affideranno i nostri soldi, a soggetti, quali gestori dei fondi che investono, sul mercato finanziario: Azioni, obbligazioni, buoni del tesoro, ecc. I fondi dovrebbero rendere e poi dovrebbero essere erogati ai lavoratori con una rendita mensile o una cifra da ritirare al momento dell'andata in pensione. Come recupereranno queste risorse, da dividere tra i lavoratori, i nostri maghi della finanza e a scapito di chi?
Chi li ha voluti?
- Il Governo Berlusconi, sulle pensioni, vuole portare a compimento l'opera incompiuta portata avanti nel 1995 dal Governo Dini e sottoscritto da CGIL-CISL- UIL e sindacati "autonomi". CGIL-CISL-UIL e vari sindacati "autonomi" sponsorizzano i fondi pensioni e i loro rappresentanti siedono nei consigli di Amministrazione.
- Le grandi compagnie assicurative che in molti casi sono i gestori dei fondi sgomitano per gestire una parte del nostro salario: TFR-TFS. Un evidente esempio: il fondo negoziale dei metalmeccanici "COMETA" ha tra i gestori le Assicurazioni Generali.
Quanto rendono? Parlando di fondi che devono garantire le pensioni occorre fare una valutazione sul lungo periodo. Tra il 1921 ed il 1996, nel 50% dei casi il rendimento reale dei mercati azionari dei diversi paesi, al netto dei dividendi, è stato inferiore allo 0,8%. I Fondi Pensione italiani nel triennio 2000 -2002, hanno avuto un rendimento medio prossimo allo 0%, contro un 14% offerto dal TFR. Dal rendimento dei Fondi pensione occorre togliere le spese di gestione tra il l % e 1,5% annuo. Per un reale rendimento questo deve essere annualmente superiore ai costi di gestione. Non vogliamo che il nostro TFR finisca nei fondi. Non dobbiamo alimentare con nostro salario i mercenari della finanza; abbiamo già subito il taglio delle pensioni (con la riforma Dini), ora ci chiedono di rinunciare al TFR con l'illusione di una rendita delle pensioni.
I fondi delle pensioni non sono sicuri. Perché i fondi puntano a recuperare i soldi dagli investimenti finanziari e non c'e nulla di più incerto nel lungo periodo, che come nel caso Parmalat, possono rivelarsi disastrosi (il Fondo pensionistico degli insegnanti dell' Alaska aveva investito in azioni Parmalat). Altro caso indicativo è quello dell'Enron, multinazionale americana fallita rovinosamente. I lavoratori, quasi 100.000, hanno perso il posto di lavoro e la pensione per aver investito il loro fondo delle pensioni nelle azioni Enron.
In Italia c'è il caso Comit: Un fondo delle pensioni sorto nel 1905 per dipendenti e dirigenti della banca nel 1999 è entrato in crisi, dovendo erogare pensioni superiori di 800 miliardi di lire a quello che c'era in cassa, oggi, il fondo sta per essere chiuso: la pensione integrativa svanirà per tutti i dipendenti!
L'attuale TFR-TFS, è più sicuro! Il TFR non è investito in borsa, è il nostro salario differito, che è accumulato annualmente e rivalutato, secondo precisi indici controllabili da tutti.
Negli anni '80 tra sindacati, padroni e governo, è stato istituito un fondo di solidarietà in caso di fallimento per un'azienda. Il TFR-TFS è garantito nella misura dell'80% da uno speciale fondo INPS ed è uno dei crediti privilegiati che il curatore fallimentare deve attivarsi per rimborsare. Nel triennio 2000-2002 il TFR ha avuto un rendimento del 14%!
Sì, quindi, ad a una pensione dignitosa agganciata al salario reale dei lavoratori dipendenti!
Mobilitiamoci e organizziamoci perché non passi questa rapina al nostro salario, raccogliendo l'adesione sui posti di lavoro, nei presidi che faremo in varie iniziative.
Slai Cobas Penta Service (RE)
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