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AVANTI FIGLIUOLI!

(8 Giugno 2021)

Ancora in tema di campagna militar-vaccinale

il generale figliulo

Il pezzo che presentiamo tratto da la Repubblica del 1 giugno è da antologia. Lo pubblichiamo perché resti a futura memoria, dedicato soprattutto a chi da “antagonista di sinistra” è involontario complice (talora perfino volontario e dichiarato) della operazione militar-vaccinale in atto che, come si dice nel movimento di opposizione sociale tedesco è un aspetto della guerra di classe scatenata dal Moloch-Das Kapital attraverso le sue molteplici incarnazioni (in Germania forse la più “pura” e moderna incarnazione è se vogliamo quella rappresentata dai Grunen/Verdi che, fra l’altro, veleggiano gonfi di consenso verso un possibile cancellierato post-Merkel).

Purtroppo alla fitta lista dei… figliuoli a loro insaputa dobbiamo aggiungere un ulteriore caso, per noi dolorosissimo, di cui diremo alla fine di questa breve nota.

Prosa “lirica” a parte, il quadro, “il clima” mirabilmente fotografato dal pezzo giornalistico da antologia è estremamente realistico della situazione in cui versa una larga e maggioritaria fetta di gioventù italiana (e della società italiana) a cui la premura dello Stato “offre” (la propaganda di regime dice proprio così: “offre”!) la cura del flagello Covid 19. Le cose stanno più o meno esattamente come descritte. Bene. Cioè male, molto male per i renitenti come il sottoscritto Nucleo il quale mette in conto per giunta che il peggio deve ancora venire. Vediamo benissimo i sorci verdi ballare fuori dall’uscio e, buttando l’occhio alla cassetta delle munizioni, in verità non sappiamo se ci basteranno per non essere sopraffatti e sparire in quanto piccola organizzazione.

Sia chiaro che della questione operazione militar-vaccinale, aspetto della guerra di classe in corso, non ne facciamo una questione di masse ilote-beote-infessite da una parte e minoranze “illuminate” dall’altra. Non di reali fessi contrapposti a presunti “intelligenti” si tratta. Non è con questi occhiali e queste lenti che vediamo le cose. Semmai, forse, di polli si dovrebbe parlare: il potere non ci tratta forse e in effetti, tutti quanti come polli in batteria? La terapia capitalistica-vaccinazione di massa non è forse la stessa somministrata negli allevamenti di polli quando colpiti da epidemia? (1) Ed abbiamo detto della malattia dei polli di Marek la cui cura è analoga a quella applicata, sotto il presente Regno del capitale, agli esseri umani. Semmai ancora, forse, visto che nella questione c’è di mezzo Sua Maestà La Scienza oltre che noi poveri polli, potremmo ricorrere ad uno dei memorabili Fili del Tempo di Bordiga in cui egli ammoniva circa “…la scienza delle scienze ovvero l’Arte di far fesso l’animale uomo”.

Per come invece la vediamo noi, si tratta di questione di rapporti di forza, di applicazione di forza concentrata attraverso la quale la classe che detiene le leve del potere riesce più o meno facilmente e/o consensualmente (come nel caso mirabilmente descritto dal giornalista) a condizionare, indirizzare, piegare la massa dei, perfettamente “liberi (e vaccinati) cittadini”, sottoposti. Ai quali, come leggerete, viene regalata copia della Costituzione. Poiché le presenti operazioni militar-vaccinali avvengono, oltre che con il largo consenso popolare, nel rispetto delle norme costituzionali al contrario di quello che pensa e sostiene la massa degli attuali renitenti. Ci mancherebbe altro. Esattamente allo stesso modo che le operazioni di guerra condotte dal capitalismo italiano in giro per il mondo (pardon: nell’attuale lingua corrente democratica-imperialista si deve dire correttamente: operazioni di peace keeping) sono avvenute e avvengono nel rispetto della Costituzione “più bella del mondo e nata dalla Resistenza”, la quale recita in uno dei suoi solenni articoli che “l’Italia ripudia la guerra”. Ci mancherebbe altro. Lo diciamo alla massa degli attuali renitenti: è perfettamente inutile illudersi e pretendere di opporre alla forza del potere di classe borghese che li tratta (e ci tratta, noi Nucleo renitente incallito) come una massa di rognosi da ricondurre alla ragione con le buone o con le cattive, un preteso “vero” rispetto della Costituzione, una pretesa attuazione di una “vera democrazia” e via da legulei dicendo (e sapendo, dato che la storia non è un optional, che il potere di classe borghese non solo è capace ma deve in certe circostanze “violare” il quadro legale-costituzionale proprio per salvare… la sua legalità. Bisogna mettersi in testa che nei paesi di rodato mènage democratico come lo è l’Italia, i golpe saranno fatti (concesso che il governo Draghi non sia l’attuazione di un soft-golpe) in nome e per la salvezza “della democrazia” e non contro “la democrazia”. Per svelare il mistero di un potere “legale-illegale” al tempo stesso, chi vuole veda su questo sito la puntata n. 2 della rubrichetta La Nostra Memoria: “La légalité nous tue”, filo del tempo scritto nel 1952 che parla di avvenimenti di cent’anni prima e, per quanto strano vi sembri, perfettamente attuale nell’epoca del 5G e dei deliri transumani-iperborghesi alla Klaus Schwab).

Sulla base del nostro criterio possiamo allora osservare e dire che il pezzo da antologia qui riprodotto a futura memoria, condensa ed esprime nella sua prosa “solare e lirica” la opinione di una forza di classe enormemente più raffinata e concentrata rispetto a quella rozza, greve, della propaganda di tempi e regimi passati, poniamo alla Goebbels.

La forza di classe all’opera anche attraverso la campagna militar-vaccinale ha già provocato una grave, gravissima, rottura verticale fra le masse e nella società a tutti i livelli, fin dentro le sue cellule base persino dentro le famiglie ad esempio. La rottura indotta e fomentata non spacca l’umanità proletaria e in via proletarizzazione da una parte (e soluzione proletaria e umana da una parte) contro il potere borghese concentrato dall’altra. La rottura si è prodotta fra di noi esseri umani trattati come polli in batteria indotti a beccarsi fra chi accede più o meno entusiasta e spontaneamente alla terapia capitalistica-vaccinazione di massa (soluzione borghese e anti-umana) e chi al contrario rivendica il diritto di rifiutarla senza essere discriminato, messo all’indice come untore e perseguitato.

Il peggio in questo senso, come abbiamo detto, lo dobbiamo ancora vedere. Felici di sbagliarci su tutta la linea, ma a noi sembra così. E nulla di buono a noi sembra promettere il sommovimento che sta scuotendo l’America, dove la lotta niente affatto risolta fra frazioni borghesi (“patriottica-trumpista” vs. frazione “globalista”, vedi quanto tratteggiato in United States of America on the volcano’s edge) sembra minacciare di siluramento nientemeno che il dottor Fauci e la inversione di rotta rispetto “verità scientifica” sino ad ora sostenuta. (Dr. Fauci peraltro fresco di onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana!)

In questo gravissimo e maledetto scenario nel quale siamo immersi ognuno deve prendersi le proprie responsabilità. E chi tace acconsente. I compagni anarchici de il rovescio, fra i pochissimi nel campo antagonista a quanto ci risulta a schierarsi per primi e inequivocabilmente dalla parte assai scomoda ma giusta, hanno fatto non bene, hanno fatto benissimo – parlando di assunzione di responsabilità – a citare nero su bianco quanto scritto, ad esempio, sulle pagine di Contropiano.org:

“Come è capitato di battibeccare a noi, nei botta-e-risposta ai commenti ai nostri pezzi, l’argomento più convincente è però risultato una minaccia. ‘Se vuoi la libertà… di rifiutare la vaccinazione, fregandotene dei possibili effetti su chi incontri, allora devi riconoscere anche la mia libertà di spararti a vista per non essere contagiato’. Severo ma giusto, ci hanno detto in tanti…” (da Contropiano.org: “La pandemia e la libertà senza limiti” citato nell’opuscolo “Contro i vaccini dell’ingegneria genetica, contro la sperimentazione biotecnologica di massa” fatto dai compagni de il rovescio, opuscolo di cui invitiamo alla lettura).

Si tratta di una “fanfaronata” commentano giustamente i compagni de il rovescio. Concordiamo, ma fino a un certo punto. Nel senso che, a nostro giudizio, lo Stato democratico dovendo silenziare e soffocare la potenziale minaccia per il suo ordine rappresentata dalle sacche di renitenti (non è pensabile che un virus letale come quello potenzialmente contenuto nelle centinaia di migliaia di renitenti che hanno invaso Londra sabato 29 maggio, nel totale e imbarazzatissimo silenzio del mainstream, sia lasciato da lor signori dilagare impunemente) utilizzerà contro di essi ogni tipo di manovra e di strumento politico non escluso quello di un certo “antifascismo” (al servizio del fascismo vero che si annida e risiede nelle centrali ultraristrette e ultraconcentrate del potere, tipo quelle del Council for Inclusive Capitalism, le quali tirano i fili dei governi “democratici”), fenomeno che del resto già si può notare nelle schermaglie di piazza in Germania.

Riconosciamo comunque alla posizione sostenuta da Contropiano il merito di una logica coerente e schiettamente esposta, a differenza di molti altri fra gli “antagonisti” che la pensano uguale ma non hanno il coraggio di dirlo apertamente. Anche perché “di mezzo” non c’è solo “una manica di piccolo-borghesi individualisti, negazionisti ecc. ecc. (sulla questione della massa piccolo-borghese in movimento, chi vuole legga con estrema attenzione quanto spiegato al punto 18 dal compagno Paolo Turco nel testo Verso la rivoluzione di domani datato nel lontano 1987 e che abbiamo ripubblicato all’interno del nostro opuscolo per i 100 anni da Livorno ’21) ma c’è pure una fetta non irrisoria di renitenti lavoratori salariati della sanità, militarizzati dal governo ossia obbligati alla vaccinazione. E dei quali e ai quali non si sa bene cosa dire, non volendogli “sparare a vista” come nella fanfaronata di Contropiano.

Infine il per noi dolorosissimo caso di cui non possiamo tacere, proprio perché ci tocca da vicino e in effetti tocca noi stessi. La nostra storia di ieri e di oggi.

Si tratta della posizione assunta dai compagni dell’OCI-Che fare con lo scritto “la politica del governo Draghi non tutela la salute sociale” datato 29 di aprile. Vi sono esposte tante cose giuste che condividiamo (altre meno ma non importa) solo che incredibilmente i compagni del Che fare dimenticano, nella loro ricostruzione e interpretazione dei fatti, di dire del fatto, della quisquiglia, decretata dal governo Draghi il 1° di aprile ossia proprio del decreto di militarizzazione del settore sanitario. Primo e per il momento unico (insieme a San Marino) caso al mondo!

Evidentemente il Che fare non si è affatto dimenticato della quisquiglia, la ha semplicemente “saltata” sperando che “la cosa sgradevole” passi in qualche modo in cavalleria. Dobbiamo purtroppo dedurre che, così tacendo, si acconsente.

Vogliamo fraternamente porre ai compagni del Che fare e a molti altri due domande secondo noi dirimenti dell’ora e sulle quali ogni organismo politico dovrebbe pronunciarsi. Molto semplici. Le seguenti:

qualsiasi cosa si pensi della pandemia (della sua origine, della sua gestione ecc.), qualsiasi cosa si pensi degli attuali vaccini:

siete per o siete contro l’obbligo vaccinale?

Siete per o siete contro, di conseguenza, ogni misura discriminatoria (più o meno mascherata vedi “green pass” e altro) che lo Stato vorrebbe far passare contro chi rifiuta questi vaccini “rimedio capitalisticamente più conveniente” come definiti dal Che fare?


Comunque la si pensi, a noi sembra che la cosa peggiore sia di scantonare davanti a queste due semplici domande.

Dette tutte queste cose amare, gustatevi il dolce del pezzo da antologia a futura memoria.

8 giugno 2021

(1) A proposito di polli e di esseri umani. Da Osservazioni sull’agricoltura geneticamente modificata e sulla degradazione delle specie (ed. Bollati Bordighieri, febbraio 2000):

«…Claude Aubert poteva constatare il risparmio di tempo e manodopera reso già possibile dall’allevamento industriale dei polli:

(…) nel 1930 occorrevano da 4 a 5 mesi e 5 chili di mangimi per ottenere un pollo di 1500 grammi; oggi (1970 ndr) si ottiene lo stesso pollo (o più esattamente, lo stesso peso di un animale che è identico solo in apparenza) in 8 settimane, con 3 chili di mangimi. Negli USA, con le ultime razze create si produce un pollo di 1600 grammi con 2 chili di mangimi; mentre nel 1950 ci voleva un operaio ogni 10.000 polli, oggi basta un operaio ogni 100.000 animali.

In seguito, il tempo di produzione di un pollo di batteria è stato ulteriormente abbreviato fino a scendere a sette settimane. E ora i genetisti propongono un pollo transgenico dotato di un gene dell’ormone di crescita del bue per arrivare a maturità più in fretta e con una carne più magra. Aubert citava poi un agronomo secondo cui ‘queste concentrazioni di pollame pongono problemi di architettura, di mantenimento, di climatizzazione, di igiene, di investimenti su scala del tutto nuova. Ma sono state trovate soluzioni originali che aprono prospettive per le altre razze animali SE NON PROPRIO PER L’UOMO’»

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Da la Repubblica, 1 GIUGNO 2021
Covid, da maturandi a vaccinati a testa alta e senza ansie: “Noi, tutelati dallo Stato"

Arrivano a gruppi, di tre, quattro, scendono leggeri dalla stessa macchina – come per andare al mare. La patente è fresca. I maturandi diventano, nella prima mattina di giugno, vaccinandi: a testa alta, senza ansie. Non è che ridano, o almeno non sembra, e c'è la mascherina. In ogni caso, hanno l'aria di prendere l'appuntamento molto sul serio. Il primo ragazzo che interpello – alla domanda, che temo gli paia poco intelligente, su come si sente – risponde: "Scialla". Sembra una nota di colore aggiunta, perfino facile, e invece no. Comunque, vale a dire: tranquillo.

Lo è molto meno una signora agitatissima che, sventolando scartoffie all'ingresso dell'hub vaccinale alla Nuvola, mi travolge con una fittissima serie di questioni. Non so rispondere: prenotazioni, vaccini diversi, spunti polemici di varia natura. E qui misuro subito la differenza tra gli adulti e loro, i maturi maturandi che non si scompongono. Non battono ciglio. "L'estate sarà più tranquilla", aggiunge il ragazzo, quando riesco a congedare la signora. Se insisto a interrogarlo su eventuali compagni di scuola no vax, mi dice che no, ne conosce fra i genitori, non fra i coetanei. "E poi siamo maggiorenni" sottolinea una ragazza a cui rivolgo la stessa domanda. "Magari c'è un po' di lotta, ma alla fine decidiamo noi. Non direi no vax, direi che alcuni hanno paura, io no".

Giulia dice che la prenotazione online è stata una specie di piccolo rito: a mezzogiorno in punto, appena aperta, si sono messi tutti lì con gli smartphone, come in batteria. Vogliosi, dice. Entusiasti. La seconda dose arriverà dopo l'orale degli esami, e il viaggio post-maturità è stato fissato per il giorno in cui tutti l'avranno avuta. "Abbiamo prenotato alcuni appartamenti, andremo in Puglia tutti insieme". Tanto più che per ovvie ragioni il tradizionale viaggio dei cento giorni è saltato.

Impiegati, almeno a intermittenza, nel loro smart working chiamato Dad (c'è chi lamenta l'ingiustizia degli ingressi alternati: "Quelli del biennio sono entrati al cento per cento, noi dell'ultimo anno no, ci sono rimasta un po' male"), gli studenti hanno cominciato a riassaporare la libertà. Uscendo dalla "centrifuga virtuale" che – come racconta Vanessa Ambrosecchio, scrittrice e insegnante, nelle pagine di Tutto un rimbalzare di neuroni, appena uscito per Einaudi – ha come smaterializzato "il sorriso e il broncio, i capelli impastati dei maschi e quelli stirati e lucidi delle ragazze, l'odore di lip gloss, di mottino schiacciato tra i libri, di fiato crudo al mattino, di erutto sgasato dopo la ricreazione. Gli ha tolto i corpi sgraziati, ingombranti, impacciati, le mani sempre in movimento, le teste ciondoloni. Gli ha tolto i rumori, le urla, i mormorii, le reazioni inconsulte, gli abbracci, le zuffe, le canzoni". Adesso si riprendono tutto: esuberanti, talvolta perfino rabbiosi.

Ma sembrano consapevoli – più e meglio di molti dei loro padri – che il lasciapassare per la vita si chiama vaccino. Il timbro per riavere diciannove anni, per riaverli per bene, fino in fondo – un timbro, sì, come quello che ti facevano sul polso entrando in discoteca ai bei tempi delle discoteche. È Pfizer, ma che si chiami in un modo o nell'altro, importa poco. Meno paranoie dei grandi. Nessun distinguo. Si dicono stupiti dalla velocità: tutto molto rapido, rapidissimo, cinque minuti e hai già fatto. Mette più ansia un'interrogazione che l'inoculazione, "anche se la maturità del 2021, come quella del 2020, non sarà la solita maturità". "Special edition", direbbe il ragazzo che commenta così alla radio la consegna-omaggio del testo della Costituzione: "Sta copia vale di più, targata anno Covid".

La maturanda che ho davanti, compitissima, osserva soddisfatta che "non fa mai male avere una Costituzione in più". L'idea è stata di Nicola Zingaretti. L'amica, più ironicamente perplessa, fa i conti e conclude: "A casa ne abbiamo già tre. Forse quattro". Quando una di loro aggiunge di sentirsi "tutelata dallo Stato", vorrei dirle: per favore, ripetilo. Ripetilo. Ripeti quella parola, ragazza. La parola Stato.

E già che è la festa della Repubblica, allora festeggiamo questa, fatta di maturandi e vaccinandi – la Repubblica dei Fiduciosi Molti e dei Sospettosi Pochi. Così – mentre la ragazza mi dice che in famiglia, a questo punto, sono vaccinati tutti: lei, i suoi genitori, i nonni quasi novantenni – parafraso mentalmente la Morante de Il mondo salvato dai ragazzini. Non lo so se lo salvano, ma a vederli così, sereni, intrepidi, di sicuro ci salvano.

NUCLEO COMUNISTA INTERNAZIONALISTA

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