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(28 Maggio 2011) Enzo Apicella
Fincantieri chiude gli stabilimenti di Sestri Ponente e di Castellammare di Stabbia e annuncia 2.500 licenziamenti.

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(Lotte operaie nella crisi)

Sblocco dei licenziamenti:
organizzare la mobilitazione!

(9 Giugno 2021)

lotta di classe motore 3

Dopo mesi di demagogia su vaccini e ripresa economica, per nascondere il disastro di politiche criminali sulla pandemia da ‘Covid-19’, il governo Draghi, c.d. di “unità nazionale”, prepara una nuova offensiva contro la classe operaia attraverso lo sblocco dei licenziamenti e dei subappalti.

Vorrà dire aumento della disoccupazione, della miseria e dell’insicurezza per centinaia di migliaia di operai e delle loro famiglie; maggiore sfruttamento, riduzione salariale, orario prolungato, abolizione dei diritti, lavoro nero e infortuni, per chi rimarrà in produzione. Questi, gli effetti del “buon senso”, come il ministro Orlando, del Pd, ha vergognosamente definito la libertà di licenziare.

L’ondata dei licenziamenti si aggiunge alle pesanti conseguenze della crisi economica, sociale e sanitaria in corso: un milione di posti di lavoro persi (soprattutto tra giovani e donne con contratti a termine), salari falcidiati, ricatto permanente fra salute e lavoro, stragi quotidiane sul lavoro e non solo. Si scarica sui lavoratori il peso di una profonda crisi che ha radici non tanto nel virus, ma nel sistema dell’economia capitalistica. Non è accettabile sostenere ancora sacrifici per salvaguardare i profitti!

Opposizione di classe al governo del grande capitale, dei padroni, delle banche!

I padroni vogliono intascare i fondi europei, pagati dagli operai e delle masse popolari con tagli e tasse, e utilizzare lo sblocco dei licenziamenti per cacciare lavoratori usurati dalla schiavitù salariale e chi è ritenuto “scomodo”, per sostituire lavoratori stabili e a contratto collettivo con precari a bassi salari e a condizioni lavorative peggiori, aumentando pressioni e ricatti sulla classe lavoratrice.

I capi del sindacalismo collaborazionista chiedono la riapertura del confronto con il governo. Si rivolgono a Confindustria, ai partiti e alle istituzioni, anziché ai lavoratori.

Dopo anni di passività e cedimenti, hanno più timore della lotta di classe che delle conseguenze drammatiche delle politiche governative. Mantengono la pace sociale, immobilizzano e dividono i lavoratori, puntando a far parte dell’abbuffata del “Piano nazionale di ripresa e resilienza” (PNRR) del governo Draghi, allineato ai diktat della UE dei monopoli.

Senza una lotta organizzata a livello di massa, i lavoratori verranno pesantemente schiacciati. E’ indispensabile l’unità degli operai, dei lavoratori iscritti e non iscritti ai sindacati, per una lotta comune che abbia al centro il rifiuto dei licenziamenti, la difesa del salario, la riduzione dell’orario di lavoro, la salute e la sicurezza.

Sviluppare la lotta e l’unità di classe, rifiutare la delega, organizzarsi in comitati di lotta e di sciopero, in coordinamenti autoconvocati e autorganizzati di Rsu/Rls e lavoratori di ogni sigla e ambito sindacale, per ampliare la partecipazione, organizzare la resistenza e praticare lotte adeguate alla gravità dell’attacco.

Gli operai avanzati e coscienti hanno una funzione fondamentale da svolgere in difesa della classe, nel collocare il proletariato in posizione indipendente per ricostruire il Partito comunista, reparto organizzato di avanguardia del proletariato, per una società senza sfruttamento e oppressione.

08 giugno 2021

Unione di lotta per il Partito comunista

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