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Sui fatti di Bologna

(27 Ottobre 2005)

Quel che è succeso a Bologna è molto grave e merita una qualche riflessione sia per i fatti in sè, sia per le loro motivazioni sia pure per il significato politico più generale.

1. I fatti, letti in on line o sui giornali di diverso orientamento, ci dicono che il Sindaco Cofferati "in forza di legge" fa radere al suolo le baracche abusive costruite lungo il Reno e dove abitano intere famiglie cui però non riesce ad offrire alternative più dignitose. Ciò avviene in base alla presunzione che in quelle baracche vivano esclusivamente persone dedite alla deliquenza.

I fatti ci dicono che il Sindaco Cofferati " in forza di legge"minaccia (se non già fatto)di cacciare i lavavetri dai semafori colpevoli di racimolare qualche soldo per sfamare sè e la propria famiglia, quale corrispettivo di un servizio comunque reso e che può anche essere rifiutato, senza offrire loro l'opportunità di una diversa alternativa.

I fatti ci dicono che il Sindaco Cofferati "in forza di legge" vieta agli studenti bolognesi di entrare in Consiglio Comunale come pure era un loro diritto, non trova modo di incontrarli e dialogare con loro in" pubblica piazza" come , invece, si è più volte peritato di fare in campagna elettorale per ottenerne il voto, preferendo così al dialogo e alla soluzione politica ,la "mano militare"

2. Il Sindaco Cofferati motiva le sue diverse scelte con l'esigenza di garantira la "legalità". Una legalità tout-court che in quanto tale non ci sembra tanto diversa da quella rivendicata da Berlusconi ed i suoi ai tempi di Genova 2001 e che ha portato al massacro di centinaia di persone, all'uccisione di Carlo Giuliani, alle vicende della Diaz e di Bolzaneto.

Trovo difficile una differenza tra i " delinquenti" sloggiati dalle baracche da Cofferati e i "delinquenti" in sciopero nelle campagne e nelle fabbriche in epoca pre-fascista oggetto di particolare attenzione da parte delle guardie regie ( e più avanti delle squadre fasciste). Non riesco trovare differenza tra lo sceriffo Gentilini di Treviso che toglie le panchine dai giardini perchè gli immigrati non possano sedersi ed il nostro.

Persino le giunte democristiane più perbeniste della capitale non osarono tanto nei confronteidelle baraccopoli che distinsero Roma per decenni. Eppure registi importanti del "realismo italiano" a partire da Pasolini non ne nascosero il "degrado legalità".

3. Se le iniziative bolognesi di Cofferati che ha ottenuto il plauso della sinistra conformista e dell'intera destra anche quella fascista e nazista e naturalmente razzista costituiscono un segnale di quella che sarà la furura politica del centro sinistra in materia di solidarietà e di diritti delle persone non posso evitare una forte preoccupazione.

Probabilmente - e spero ch sia proprio così - Cofferati ci sta mettendo molto di suo personale e come dice giustamente il direttore di Liberazione egli- emarginato a livello nazionale- punta a rappresentarsi come il Blair italiano: uomo di destra che fa finta di essere di sinistra.

Su questo giudizio ho un'unica riserva ed è determinata dal fatto che come Cofferati ce ne sono parecchi nella sinistra riformista e gli effetti di che cosa possono produrre li abbiamo già sperimentati ai tempi di D'Alema e Amato.

Quando Prodi dice che la scommessa della sinistra è quella di coniugare legalità, giustizia e solidarietà io sarei d'accordo se a queste parole si aggiungesse anche la parola "diritti".

Ad ogni modo è difficile vedere nelle iniziative di Cofferati anche solo la giustizia e la solidarietà.

Lucio Costa (prc padova)

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