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La lettera di risposta

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(28 Ottobre 2011) Enzo Apicella
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Moratti e i sindacati collaborazionisti barano sul rinnovo del contratto scuola

(27 Ottobre 2005)

Secondo biennio economico del personale della scuola

Gli aumenti sono miseri e il potere di acquisto degli stipendi continua a diminuire


Ulteriormente penalizzato il personale Ata

Prima di commentare la truffaldina ipotesi di accordo relativa al CCNL (Contratto collettivo nazionale di lavoro) per il rinnovo del secondo biennio economico del personale del comparto scuola siglata il 22 settembre presso la sede dell'ARAN dai sindacati confederali collaborazionisti Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, chiariamo alcuni passaggi della sequenza contrattuale di insegnanti e personale Ata che spesso vengono opportunamente sottaciuti dai vertici sindacali per far apparire come una "vittoria" quello che in realtà è un misero aumento di poche decine di euro sullo stipendio base.

Il CCNL del Pubblico impiego e quindi anche degli insegnanti e del personale Ata è diviso in due parti: la parte normativa con scadenza quadriennale e la parte economica con scadenza biennale. L'ultimo CCNL con validità 2002-2005 scade fra due mesi. All'interno di questi 4 anni il personale della scuola avrebbe dovuto beneficiare di due rinnovi economici, il primo con scadenza dicembre 2003 e il secondo con scadenza 2005. In realtà, secondo la prassi consolidata in questi anni, il rinnovo dei due adeguamenti economici avviene non all'inizio, ma alla fine di ogni biennio. Ciò comporta, a parte i miserabili aumenti salariali concessi che non coprono nemmeno la metà dell'inflazione reale, una ulteriore e forte perdita del potere di acquisto degli stipendi in quanto, a fronte di un'inflazione reale che ormai viaggia ben al di sopra delle cifre ufficiali, insegnanti e personale Ata ricevono oggi ciò che lo Stato gli doveva dare 24 mesi prima e per giunta calcolato ai valori di inflazione programmata del biennio pregresso.

In virtù di questa prassi truffaldina già adottata nel preaccordo della scorsa primavera anche questa volta ci sono voluti ben 21 mesi di lotte, scioperi e proteste, passati senza percepire nemmeno un euro di vacanza contrattuale, per ottenere un misero aumento che non si sa come e quando verrà effettivamente corrisposto.
I 130 euro di aumento stipendiale medio sbandierato dai sindacati collaborazionisti che hanno firmato l'accordo sono una falsità. In realtà, come risulta dalle tabelle stipendiali, nessuno percepirà una somma di tale entità come aumento di stipendio. Quelli che avranno di più, i docenti delle superiori con più di 35 anni di servizio (quindi un'esigua minoranza) si fermeranno a 124,72 euro, naturalmente lordi. Quelli che riceveranno di meno, gli ausiliari fino a 2 anni di anzianità, riceveranno 52,55 euro lordi. In mezzo tutti gli altri.

Per capire meglio facciamo l'esempio di un ausiliario, una maestra, un insegnante di scuola media e un professore delle superiori; tutti con 14 anni di servizio. Il primo avrà un aumento di stipendio di 24,98 euro per il 2004 e di 32,29 euro per il 2005 che fanno 57,27 euro lordi; alla maestra andranno 37,35 più 43,97 per un totale di 81.30 euro, all'insegnante toccheranno 40,82 più 48,02 ossia 88,84 euro in tutto, mentre per il professore l'aumento sarà di 41,89 più 49,29 che fanno 91,18 euro, sempre, ovviamente, lordi.
Nelle elementari un docente con anzianità di servizio 21 - 27 anni avrà 87 euro lordi mensili in più pari a circa 55 euro netti; a un suo collega che vanta dai 28 - 34 anni di servizio andranno 93 euro lordi mensili pari a circa 59 euro netti. Nella fascia dei "privilegiati": docente di scuola superiore con anzianità di servizio 21-27 anni spetteranno 102 euro lordi mensili pari a circa 65 euro netti.

Altro che 130 euro medi di aumento per i docenti! Si tratta di 93 euro medi lordi in busta paga, il resto sono soldi per il fondo di istituto che vanno per straordinari e lavoro aggiuntivo, non pensionabile. E come se non bastasse, tutto avviene nell'ambito di un'odiosa logica meritocratica e aziendalista con feroci differenziazioni non solo fra ordini e gradi di scuola diversi ma tra gli stessi colleghi dello stesso istituto.

Di fronte a questa miseria, e ben sapendo che gli emolumenti del personale della scuola italiana sono al di sotto della media europea di almeno 500 euro netti al mese, ci vuole proprio una bella faccia tosta come quella della Moratti per affermare che: "questo è un contratto che ci avvicina decisamente alla media degli stipendi europei". O la faccia di bronzo dei vertici sindacali capitolazionisti che, in base al famigerato accordo capestro del luglio '93 sulle retribuzioni da loro stessi sottoscritto, hanno laconicamente affermato che: "questo è il massimo che si poteva ottenere nella congiuntura attuale".
L'amara realtà, che Moratti e i vertici sindacali tentano di nascondere dietro roboanti parole di soddisfazione basate su cifre e calcoli fasulli, è che una parte sempre più vasta del personale della scuola ivi compresi i docenti delle superiori fanno sempre più fatica a sbarcare il lunario.

Le cifre (molto più alte della reale entità degli aumenti stipendiali), i calcoli e le conseguenti valutazioni "positive" propagandate dalla Moratti e dai sindacati e riportate a caratteri cubitali dai mass media di regime in realtà hanno poco o niente a che fare con lo stipendio degli insegnanti e del personale Ata in quanto si tratta di voci accessorie allo stipendio base quindi non pensionabili e non inserite nella tredicesima. Cosiccome è fittizio considerare come parte dello stipendio ad esempio i crediti maturati o stanziati per i fondi d'istituto dal momento che tutti sanno benissimo che questi fondi se li spartiranno solo i pochi "soliti noti" collaboratori del dirigente scolastico e di cui la stragrande maggioranza del corpo docente e personale Ata non vedrà nemmeno l'ombra.

Perciò è doveroso anche qui entrare nei dettagli e precisare che: oltre agli aumenti già citati, i docenti riceveranno 12,27 euro lordi in più di Rpd (retribuzione professionale docente introdotta con il contratto del 2001), una voce non pensionabile e non inserita nella tredicesima. La Cgil, nel suo comunicato, afferma che "uno degli elementi qualificanti di questo rinnovo contrattuale è stato lo spostamento di quote di salario dalle voci accessorie allo stipendio base". Tale operazione, a suo dire, correggerebbe "il processo di precarizzazione del salario". Sì, se fosse vero. Peccato però che quanto affermato sia una grossolana panzana. Infatti mentre lo stipendio aumenta circa del 5%, la Rpd cresce di più dell'8%: si tratta cioè esattamente del contrario, vale a dire di una maggiore precarizzazione!

Altri 15,24 euro per i docenti e 10,87 per gli Ata (questi invece moltiplicati per 13 mensilità) pro capite confluiranno nei fondi d'istituto. Ma sono reclamizzati come aumenti stipendiali di cui però oltre il 95% dei lavoratori della scuola non vedrà un becco di un quattrino. Non a caso la Gilda (che pure ha firmato l'accordo) su questo punto ha voluto aggiungere una propria presa di posizione in cui si dissocia da quest'aspetto! Anche perché, la disponibilità di questi soldi è tutta da verificare in quanto l'art.5 del contratto prevede che i fondi per il salario aggiuntivo vengano rastrellati con la Finanziaria 2006 in cui si prevedono invece ulteriori tagli per il Pubblico impiego.

Il personale Ata addirittura non avrà alcuna crescita del Cia (compenso individuale accessorio), però potrà consolarsi partecipando ad una sorta di lotteria concorsuale per cui solo i più fortunati riceveranno 25,38 euro, scambiandoli però con maggiori carichi di lavoro. L'art.7 infatti costringe tutti gli Ata, inquadrati sia nell'area A che nella B, ad accedere ad aumenti ulteriori solo tramite una selezione via corso di formazione per mansioni finora previste dal mansionario per l'area A e per mansioni superiori per l'area B. Per il personale non docente in generale "l'aumento" previsto è di circa 25 euro netti e spetterà solo al 25% del totale dei collaboratori e degli assistenti amministrativi.

Infine c'è il capitolo arretrati. Intanto va detto che al momento è impossibile quantificarli: primo perché l'inflazione è ormai fuori controllo, secondo perché ancora non è dato sapere con certezza quando verranno elargiti. Inoltre anche qui c'è da chiarire il fatto che in essi verranno inglobate delle somme (81 euro per i docenti e 196 per gli Ata) che non c'entrano nulla con lo stipendio in quanto si tratta di un credito dell'anno scolastico 2003/2004 maturato in seguito ai feroci tagli inseriti nella Finanziaria di quell'anno. Infatti gli artt. 4 e 7 (una tantum) sono finanziati dalle economie derivanti dai pesanti tagli agli organici e ai fondi statali per favorire le scuole private. Pertanto anche in questo caso è a dir poco offensivo parlare di "risorse aggiuntive" quando in realtà si tratta di fondi accantonati dalla Moratti massacrando e smantellando pezzo dopo pezzo la scuola pubblica.

In definitiva i vertici sindacali collaborazionisti hanno sottoscritto con due anni di ritardo un contratto che praticamente è già in scadenza fra due mesi ma che è costato in ore di scioperi più degli aumenti stipendiali ottenuti che poi, a conti fatti, si riducono alla metà di quelli da essi stessi proclamati.
L'unico aspetto parzialmente positivo di questo infame accordo riguarda la mancata differenziazione stipendiale per i tanto odiati tutor. Evidentemente la Moratti ha dovuto temporaneamente abbandonare o rimandare l'introduzione di questa osteggiata figura che giustamente è stata uno dei bersagli principali delle mobilitazioni di tutta la categoria nei mesi scorsi.

5 ottobre 2005

Pmli

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