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A 20 anni da Genova … la memoria viva della lotta di classe!

(20 Luglio 2021)

genova... 20 anni dopo

A Prato, il 3 maggio, muore sul lavoro la giovane operaia Luana. I lavoratori della ‘TexPrint’ di Prato, in lotta da mesi per il lavoro, sono aggrediti da squadracce al soldo del padrone. Stessa situazione a Piacenza, contro il presidio dei lavoratori ‘Fedex’. Il 18 giugno viene ucciso ai cancelli della ‘Lidl’ di Novara, Adil, attivista sindacale del SI Cobas. Centinaia di operatori della sanità muoiono durante il ‘Covid-19’, oltre a subire sanzioni e licenziamenti per aver rivendicato sicurezza e salute. 5 operai del porto di Genova sono indagati per aver bloccato il transito di armi destinate alla guerra in Yemen. In questi giorni, 152 licenziamenti alla Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto (MB), 422 alla GKN di Campi Bisenzio (FI).

Tutto questo niente ha da invidiare alla mattanza di Genova 20 anni fa, quando da Seattle ebbe inizio il movimento di massa contro i ‘caporioni dell’universo’, sviluppandosi fino a Genova. Un movimento variegato che si espresse con forza in occasione del G8 e che nei giorni successivi attraversò grandi e piccole città con centinaia di migliaia di compagni/e, lavoratori e lavoratrici, giovani nelle piazze e nelle strade a manifestare.

Per bloccare e ricacciare indietro chi era in piazza, in modi differenti e molti per la prima volta, contro ingiustizie, sfruttamento, oppressione e miseria, fu usata una dispiegata e violenta repressione di massa, culminata con l’assassinio di Carlo Giuliani.

20 anni fa, quei fatti rafforzarono una gestione dell’ordine pubblico più militarizzata e il progressivo attacco a libertà e diritti fondamentali. La borghesia, dopo Genova, tentò di riparare agli “eccessi delle forze dell’ordine”, sostituendo qualche funzionario - in seguito promosso - senza mai abdicare alla funzione repressiva che i suoi apparati hanno svolto e svolgono per il mantenimento del potere.

Lo Stato borghese è, infatti, strumento ad hoc per mantenere e sviluppare l’egemonia di classe dominante: nessuna classe può governare a lungo solo con la pratica della coercizione e della violenza. Attraverso ogni sua articolazione esprime, diffonde e inculca idee della classe dominante, alimentando l’adesione al proprio regime, con la manipolazione attiva di larga parte di coscienze passive.

Ciò fa capire che il nemico, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nei territori, nelle piazze, va affrontato nel complesso dello scontro fra interessi di classe contrapposti; tra rivoluzione e controrivoluzione, emancipazione e sfruttamento, liberazione e oppressione.

La lotta di classe contro il sistema capitalista-imperialista necessita di coscienza, determinazione, coraggio, unità e organizzazione indipendente, del Partito comunista, strumento necessario per il rovesciamento del dominio borghese e la trasformazione radicale della società.

Nella lotta abbiamo, insieme ad altri, l’esempio di Carlo, ucciso per aver difeso il diritto a manifestare di decine di migliaia di compagni e compagne, e l’esempio di Adil, ucciso per aver lottato a difesa del lavoro e della dignità, contro lo sfruttamento e l’oppressione borghese.

Sono questi esempi, di partigiani del nuovo millennio, da socializzare e valorizzare come è stato per i partigiani caduti nella lotta di Liberazione dal nazifascismo!

20 luglio 2021

Unione di lotta per il Partito comunista

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