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(10 Agosto 2013) Enzo Apicella
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BRASILE: LA NECROPOLITICA CAPITALISTICA

(26 Luglio 2021)

Dal n. 103 di "Alternativa di Classe"

alterclasse

Nel Brasile travolto dalla pandemia da COVID-19, il tasso di disoccupazione supera il 15%, il più alto nella storia recente del Paese, mentre l'inflazione è in crescita costante.
Il Presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, sarà indagato formalmente dalla Corte suprema federale (Stf) per omissione in atti d'ufficio. Il Presidente è sospettato di aver coperto un sistema di tangenti nell'acquisto di dosi del vaccino Covaxin, sviluppato dalla società farmaceutica indiana Bharat Biotech. Il contratto, già sospeso in via cautelare dal Ministro della Salute, era venuto oggetto di indagini da parte della magistratura ordinaria nelle scorse settimane.
Il Governo avrebbe acconsentito a pagare 15 dollari per ciascuna dose di vaccino, contro un prezzo stimato dall'industria produttrice di 1,34 dollari. Per la Procura, l'affare avrebbe portato un vantaggio sproporzionato alla “Precisa Medicamentos”, società farmaceutica brasiliana, rappresentante della Bharat Biotech, per la vendita di vaccini al governo brasiliano.
In Brasile sono state somministrate migliaia di dosi di vaccini anti-covid scadute. Le autorità sanitarie locali hanno dichiarato la somministrazione di almeno 26mila dosi scadute di vaccino AstraZeneca. Secondo quanto riporta il quotidiano”Folha de Sao Paulo”, si parla di otto lotti di vaccino, uno dei quali scaduto il 29 Marzo scorso. Il 4 Giugno la data di scadenza di un altro lotto. Si tratta di una parte residuale dei 3,9 milioni di dosi comprese nei lotti incriminati, dal momento che il grosso dei vaccini era già stato somministrato entro i tempi previsti.
Ad Aprile sono morti di COVID-19 più di 87mila brasiliani, il più alto numero al mondo di decessi mensili in quel momento. I vaccini sono così rari che le persone con meno di 60 anni non li otterranno fino a Settembre.
Nessuno dei quattro (4) ministri dell'istruzione del governo di Bolsonaro ha creato un sistema funzionante di scuola a distanza. Circa 35 milioni di bambini sono rimasti esclusi dal sistema scolastico per 15 mesi.
Ora il Paese ha superato i 500mila decessi per COVID-19. Per più di un anno le persone hanno pagato le scelte di un governo negazionista, che ha boicottato i vaccini e che, ancora oggi, nega l'utilità delle mascherine e delle misure di distanziamento sociale per prevenire il contagio.
Ci sono state, nei giorni scorsi, proteste in oltre 40 città del Paese per chiedere l'impeachment del Presidente Bolsonaro. Molti dimostranti hanno rivendicato di essere in piazza per chiedere la fine di una gestione “genocida” della pandemia. La “necropolitica” del sistema capitalistico brasiliano decide il limite della vita, esercita potere sul suo sviluppo, riducendo la possibilità di lavorare, di studiare, di sopravvivere e di convivere nelle città e nelle famiglie.
Attualmente, in Brasile, la mortalità è altissima: quella per 100mila abitanti oltrepassa il 59% al Nord e il 44% a Nord est. Nel Sud est, dove ci sono i numeri assoluti più allarmanti di decessi, oltrepassa il 40% di questo conto tristemente emblematico per la popolazione.
Con un impatto devastante nelle periferie, la politica della morte si presenta in questo scenario, sotto un velo cupo, che lascia nell'oscurità le condizioni per capire la realtà del momento.
Questi numeri, gestiti dai mezzi di comunicazione di massa, non dicono niente sulle vittime, sui gruppi sociali a cui appartengono.
Il capitalismo brasiliano non ha più bisogno di un “esercito di riserva” per portare avanti il suo modo di operare lo sfruttamento dei lavoratori? Non ha più bisogno della concentrazione e della centralizzazione del capitale e della sua riproduzione amplificata, sfruttando gli ambienti “colonizzati”, per ampliare progressivamente i suoi giganteschi guadagni?
In realtà, in Brasile, il capitalismo ancora una volta sta usando la mano del mercato, trasformando corpi in forza-lavoro e disfacendosene quando sembra più interessante per il profitto. La riproduzione di questo sistema mostra, in modo cinico, mostruoso, nefasto e approfondito, la sua vera faccia ogni qualvolta ci sia qualche minaccia per il profitto. Il vettore verso il quale si rivolge il capitale mette sempre il guadagno sopra la vita. E sono le periferie quelle che soffrono il più grande impatto di questo movimento attorno ai profitti, che non è solo brasiliano, ma mondiale.
Dissimulando la verità della politica borghese, che sceglie il profitto a scapito della vita, si costruisce una narrativa per la quale il contagio, la malattia e la morte per COVID-19, sono una fatalità della Natura e dei suoi cicli inevitabili. Si presenta l'interesse privato (il mantenimento dell'economia capitalistica brasiliana), come se fosse l'interesse generale, nascondendo il vero proposito, ossia quello di privilegiare e garantire gli interessi delle oligarchie capitalistiche, a scapito della popolazione precaria impoverita, destinata a morire.
Aggravando questa realtà storica, il governo brasiliano al servizio del capitale vuole imporre una tassazione sui salari. Le lavoratrici e i lavoratori, così, sono tre volte sfruttati: dalla realtà dei loro lavori non pagati, dalle tassazioni non restituite in politiche pubbliche, per salvare un'economia che non funziona per la loro vita, ma al contrario per la loro morte.
Quello che non funziona, al fine di preservare la salute della specie, è il capitalismo! Il capitalismo, che erge un conflitto insanabile tra le sue esigenze di riproduzione del capitale e quelle della riproduzione e conservazione di tutte le specie viventi, razza umana per prima. La borghesia è pronta a ben altro che lasciar diffondere la pandemia, che comunque colpisce prevalentemente le classi più povere; le sta bene lo sfruttamento spietato di manodopera anche infantile, le sta bene distruggere l'ambiente.
La corruzione e l'affarismo sono radicati nelle leggi proprie della dinamica capitalistica. Occorre che si rimetta in moto la riorganizzazione del proletariato brasiliano, a partire dalle lotte di difesa economica.
Il 5 Aprile scorso LG, l'industria sudcoreana di apparecchi elettronici ed elettrodomestici, ha annunciato che chiuderà alla fine di Luglio la produzione di cellulari in tutto il mondo. Non perchè l'azienda sia in crisi, ma per una ristrutturazione interna, ai fini di una configurazione più profittevole.
Le aziende Sun Tech a Sao Josè dos Campos, Blue Tech e 3 C a Caçapava, producono esclusivamente per LG. Vi lavorano 430 operai in outsourcing (appalto), quasi tutte donne, che il giorno seguente l'annuncio della chiusura sono entrate in sciopero. Le operaie di Blue Tech, Sun Tech e 3 C, hanno bloccato la produzione per un mese, in piena pandemia, con presidi giorno e notte, facendo i turni per impedire che i macchinari e le attrezzature venissero prelevate.
Minacciate e ricattate dai loro capi, non hanno mai abbandonato i picchetti, ma hanno anche bloccato strade, riempito piazze, manifestato sotto il Consolato coreano. E' stata una lotta esemplare, la più importante in questo periodo di pandemia. Le lavoratrici hanno goduto di un'ampia solidarietà: quella dei lavoratori metalmeccanici, dei trasporti urbani, delle poste, del settore petrolifero, ma anche sindacati, organizzazioni della sinistra brasiliana e movimenti sociali (Movimento delle donne in lotta e Collettivo Pane e rose).
Le lotte dei proletari brasiliani insistono anche sul problema dell'accesso all'acqua. Nel 2020 sono stati registrati quasi 200 significativi episodi, che hanno coinvolto circa 35mila famiglie, soprattutto nella regione Centro-ovest. La maggior parte dei conflitti sono stati causati dalle grandi imprese minerarie internazionali (43,4%), da imprese private di vario genere (19%), da opere del Governo Federale (11,65%), da attività di imprese idroelettriche (11%), e da attività dei latifondisti (7,4%).
E' importante soffermarsi sul progetto della Sudamericana dei Metalli (SAM), una società mineraria a capitale cinese, che prevede la costruzione di una enorme diga, progettata per supportare 845 milioni di metri cubi di acque reflue, con un intuibile, pesantissimo, impatto su diverse comunità tra il Nord di Mainas Gerais e il Sud di Bahia. Sarebbe la seconda diga più grande del mondo.
E' facile capire che la realizzazione di questa, o di consimili megaopere, comporterà guasti irrimediabili sul vasto corridoio ecologico, che attraversa i territori rimanenti della già quasi del tutto estinta Foresta Atlantica. Un'area in cui viene coltivato cacao e che si configura come un rifugio ecologico per molte specie rare.
Il banale predisporre una profilassi sanitaria, con la modifica temporanea del modo di produzione, è incompatibile con il capitale, per il quale produzioni e consumi non debbono fermarsi mai. La pandemia non è al di sopra delle classi; prodotta dal loro tipo di sviluppo, è utilizzata dalla classe dei padroni per colpire pesantemente i lavoratori, con i licenziamenti e il blocco dei salari.
Le organizzazioni di classe brasiliane devono imporre il salario pagato a tutti i lavoratori allontanati dal lavoro a causa della pandemia da COVID-19. Il proletariato brasiliano non deve affidare la gestione della pandemia al governo dei padroni, ma deve organizzarsi autonomamente, fuori da ogni logica nazionalistica, per costruire una società nuova e una comunità di specie, senza classi, senza leader, senza mercati, senza frontiere.

Alternativa di Classe

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