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(10 Ottobre 2011) Enzo Apicella

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(Di lavoro si muore)

MARCINELLE, 8 AGOSTO 1956: LA STRAGE DI MINATORI ED EMIGRATI

TENIAMO VIVA LA MEMORIA, CONTRASTIAMO, OGGI COME IERI, LE CONTINUE MORTI SUL LAVORO IN NOME DI UNA “RIPRESA ECONOMICA” SULLA PELLE DI LAVORATRICI E LAVORATORI

(8 Agosto 2021)

marcinelle

65 ANNI FA, l’8 AGOSTO 1956, la strage (preannunciata, come si accertò quasi subito) sul lavoro nella miniera di MARCINELLE in Belgio. Il bilancio totale fu di 262 morti, di cui 136 di emigrati italiani. La causa della strage operaia, un incendio scoppiato a quota 975 della miniera, nel distretto carbonifero di Charleroi. La mancata applicazione di semplici misure di protezione, la disorganizzazione che utilizzava e sfruttava, allora come oggi, la forza lavoro, specie soggetta a emigrazione dai paesi di origine, posta sempre in competizione tra le diverse nazionalità ed etnie e con lavoratori-trici italiani, una merce umana di scambio per accordi internazionali e l’ottenimento o il mantenimento di margini di profitto di pochi, a danno di tanti e tante, furono le circostanze aggravanti della morte dei minatori.
Gli accordi tra i Governi belga e italiano, forza lavoro e braccia in cambio di quote di carbone, l’ORO NERO dell’epoca, per la "ripresa economica”. Una storia di emigrazione e di immigrazione (italiana, questa volta per MARCINELLE) che dovrebbe farci riflettere, anche in tempi di presunta “emergenza” sanitaria da pandemia, che sembra voler far passare in secondo piano che in ITALIA, come in tanti altri paesi, SI CONTINUA A MORIRE DI LAVORO E …DA LAVORO SALARIATO, anche nella fase della “ripresa e ripartenza”. Ciò nonostante le tante direttive sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, applicate parzialmente e in modo discontinuo come il D. Lgs. 81 2008.
Fino a che la SALUTE SARA’ CONSIDERATA UNA MERCE, LA SICUREZZA UN “COSTO”, da ridurre, abbattere o cercare di contenere per mantenere profitti e utili, sulla pelle di chi lavora, la strada sarà ancora lunga da percorrere. Sono le facce della stessa medaglia, sono fattori di sfruttamento sul lavoro e del lavoro, che vanno combattuti sempre e in funzione preventiva, all’interno della generale e da generalizzarsi pratica costante, della “lotta di classe”, per la liberazione da sfruttamento e dominio.
Nessuna ripresa economica o ripartenza, giustifica il prezzo delle morti sul lavoro (E PER FAVORE, NON LI CHIAMATE “OMICIDI BIANCHI”), tornate di nuovo con la media di TRE MORTI AL GIORNO, nei settori più diversi, come gli ultimi esempi di Luana, Adil e Laila stanno a dimostrare, addirittura con modifiche ai macchinari e ai meccanismi per aumentare ritmi e carichi di lavoro, abbassando gli standard minimi di sicurezza per un pochino di profitto in più.
RICORDIAMO SEMPRE, MANTENIAMO VIVA LA MEMORIA, delle stragi operaie come quella di Marcinelle e ribadiamo la necessità, oggi ancora più di ieri, di autorganizzarsi sui posti di lavoro e sui territori, come pratica solidale e internazionale, mettendo in conto e in preventivo, quello che la reazione padronale e governativa mette in campo per stroncare qualsiasi tentativo di opposizione, negando nei casi estremi, la stessa legittimità del conflitto sociale e di classe, come è importante la lotta contro le discriminazioni e la barbarie razzista.
Si ringraziano gli operatori e operatrici dell’informazione, che anche in quel lontano 1956 cercarono di testimoniare la situazione reale e coloro che ancora oggi, nella massa sterminata di notizie e di comunicazioni, lavorano e promuovono L’INFORMAZIONE COME STRUMENTO DI CONOSCENZA DEI FATTI E DI MESSA A DISPOSIZIONE PUBBLICA PER TUTTE-I, SENZA OMOLOGARSI AL POTERE E A CHI CONTROLLA IL FLUSSO DELLE NOTIZIE PER FINI PRIVATI.

CHI NON HA MEMORIA, NON HA UN FUTURO. SIAMO ANCORA DETERMINATI, A LOTTARE COLLETTIVAMENTE, SOLIDALI A LIVELLO ITALIANO E INTERNAZIONALE.
UNITI PER UN ALTRO FUTURO...ENSEMBLE, POUR UN AUTRE FUTUR.

Usi Unione Sindacale Italiana fondata nel 1912 segreteria nazionale confederale

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