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(28 Ottobre 2005)
Dopo un lungo ed improduttivo confronto coi partiti del centrosinistra e col Sindaco abbiamo deciso di uscire dalla maggioranza e dalla Giunta dopo 13 anni di governo che hanno cambiato il volto di Mesagne.
Passeremo ora a svolgere una rigorosa e costruttiva opposizione di sinistra a servizio degli interessi della città, per un forte recupero dei valori e del programma dell’originario progetto del centrosinistra che oggi ci paiono ridimensionati sul piano etico, politico e amministrativo.
Vogliamo dialogare con tutti coloro che vogliono confrontarsi su le ragioni della nostra scelta
VENERDI’ 28 OTTOBRE 2005
ore 18.30 Auditorium del Castello Normanno Svevo Mesagne
Interverranno tra gli altri i nostri due assessori dimissionari
dr. Pompeo MOLFETTA e prof. Fortunato SCONOSCIUTO
Tutti sono invitati a partecipare.
13 anni dopo
La sera del lontano 28 settembre 1992, con un sorprendente risultato e dopo una campagna elettorale “antagonista” al governo DC-PCI dell’epoca, ci abbracciamo festanti (lungo via Santacesaria nel centro storico morente) per l’elezione di tre nostri consiglieri comunali di cui uno divenne poi assessore quando si formò la Giunta Faggiano. Il 28 settembre del 2005, lungo la stessa via e tredici anni dopo, con una serenità di animo unanime e condivisa da tutti gli amici, la nostra Assemblea decideva di abbandonare la maggioranza per passare all’opposizione di quello stesso centrosinistra che pure avevamo animato e sostenuto per tanto tempo.
Per 13 lunghi anni, pur tra tensioni e incomprensioni, i partiti del centrosinistra mesagnese si erano resi compatibili, nel governare la città, coi linguaggi ed i metodi di un movimento realizzando così un tratto fondamentale della cosiddetta “anomalia” mesagnese proprio nella convivenza tra anime e culture molto differenti nel nome di un programma condiviso. Non era così altrove. A Brindisi, per esempio, negli stessi anni il centrosinistra si chiuse a difesa di un progetto di città senza apertura alla società civile e fino a creare un caso nazionale quando un Sindaco eletto ed il candidato sindaco sconfitto si coalizzarono in un ribaltone politicamente indecoroso.
A Mesagne, in quegli anni, il pluralismo del centrosinistra si coglieva fin dalla composizione dei gruppi consiliari, riunioni di maggioranza accese ma produttive, scontri tra orientamenti molto diversificati ma con grande tensione unitaria ed infine una notevole capacità amministrativa. La prima vera crisi si visse dopo molti anni: il Sindaco tra i più suffragati d’Italia vide sbriciolarsi la sua maggioranza fino allo scioglimento anticipato del Consiglio e pochi mesi dopo l’ex Sindaco più amato dalla città perse il seggio alla Camera per una gravissima irregolarità (che grida ancora giustizia) ma anche perché il suo sconosciuto avversario ottenne a Mesagne un risultato imprevedibile.
Già allora la crisi fu profonda, qualcosa era cambiato e si andava affievolendo quel rapporto di “empatia” con la città. Ai principali leader di quello schieramento veniva imputata una chiusura, un arroccamento e soprattutto una involuzione nei comportamenti che trasmettevano una idea di città e di politica che ricordava più il potere che il servizio, più il privilegio che l’eguaglianza, più il favore che il diritto. Il centrosinistra cominciò a deflagrare, molti abbandonarono subito, altri si defilarono altri ancora si posero in aperto contrasto e noi di A Sinistra, per non sprecare dieci anni di “cambiamento”e pur sentendoci immuni da tale giudizio, tentammo di invertire la tendenza, salvare il positivo che quella esperienza aveva mostrato e spingemmo perché fosse una figura della “società civile”, come Mario Sconosciuto, a fare il candidato Sindaco nella competizione elettorale che seguì.
Ma qualcosa era cambiato anche nel centrosinistra. Le forze politiche di “centro” non erano più rappresentate da quei soggetti di chiara e riconosciuta matrice progressista ed ancor più evidente la mutazione la ebbe il partito più forte della sinistra. Lo choc della perdita quasi contemporanea di sindaco e parlamentare fu troppo difficile da digerire: cominciò la caccia ai colpevoli e fu organizzata una rimonta elettorale in maniera scientifica. Non c’erano più spazi per discussioni, trattative, dibattiti o confronti, forse anche per un risentimento nei confronti della città a cui tanto avevano dato e che improvvisamente si era mostrata irriconoscente. L’ordine fu di rinsaldare il partito con un consenso capillare e senza smagliature, importava poco il “feeling” con l’opinione pubblica poiché occorreva riprendersi ciò che era stato tolto.
Dopo dieci anni, quindi, e per la prima volta il servizio alla città e quello al partito non coincidevano più! Aveva preso il sopravvento la linea, chiamiamola così, “brindisina” che dice basta alle anomalie e alla fantasia al potere, conta solo la “forza” dei numeri che può ristabilire gli equilibri e garantire il successo nelle competizioni elettorali. E fu così che pur disinteressandosi di fatto del governo della città ed anzi con questo al minimo storico come risultati amministrativi questo partito ritorna a raccogliere il massimo dei risultati elettorali. Una operazione mirabile – ancora in corso e che si completerà tra pochi mesi – che rimette tutti i tasselli al posto giusto superando brillantemente crisi giudiziarie (a Brindisi) e politiche (a Mesagne).
Il resto è storia di questi giorni. Nel centrosinistra la compatibilità tra culture e comportamenti diversi è venuta meno, come pure la visone dei problemi da affrontare e l’apertura al confronto e alla critica. Alla nostra offensiva, inusuale solo per chi non ci conosce, è stata data questa volta una “rapida stretta” da parte di tutti gli altri partiti, a cui il Sindaco Mario Sconosciuto non ha voluto o saputo sottrarsi, per costringerci o alla rinunzia delle problematiche poste o alla coerente fuoriuscita. Le nostre dimissioni non hanno scomposto più di tanto i nostri vecchi e nuovi compagni di viaggio i quali, chi tra la sorpresa e chi dietro un malcelato sollievo, non hanno trovato di meglio che derubricare come “incidente di percorso” la perdita dell’antico alleato dopo averne brevemente ricordato il “valore”. Il loro documento infatti recitava: «Di fronte all’interruzione dell’esperienza di governo che “A Sinistra” ha voluto determinare con l’abbandono della maggioranza, il centrosinistra riconferma la responsabilità di assicurare il governo della città nella continuità dei percorsi politici e degli ideali civili e morali che hanno caratterizzato la politica locale degli ultimi quindici anni». E qualche giorno dopo il silente partito-guida del centrosinistra mesagnese così poneva fine ad ogni ipotesi di autocritica con questa lapidaria dichiarazione del loro segretario cittadino: «Mai Mesagne ha avuto un centrosinistra, guidato dal sindaco Sconosciuto, così forte e determinato».
Questa rapidissima “liquidazione” dopo aver “servito” Sindaco e maggioranza senza aver mai chiesto nulla per se stessi o per il Movimento (e non abbiamo timore di smentite) brucia moltissimo ma è il segno inequivocabile che oggi in gioco ci sono altri equilibri, altro personale politico ed altri modi d’intendere la gestione amministrativa col prevalere di egoismi personali e di gruppo. Ora per noi si profila un compito difficile e complicato poiché il popolo del centrosinistra vuole giustamente unità e diffida della destra al potere, a tutti i livelli, ed a prescindere se c’è differenza o meno. In questo clima sarà molto difficile per noi trovare interlocuzioni critiche nella società, nelle associazioni e nei partiti per continuare a credere che – almeno per una città così piccola come la nostra - un altro “modo” di essere centrosinistra è possibile. Noi ci proveremo tornando ad essere al 100% cittadinanza attiva non essendo mai stati professionisti della politica ed avendo solo la nostra coscienza come riferimento principale.
27 ottobre 2005
Giancarlo CANUTO – A SINISTRA - Brindisi
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