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    (Il saccheggio del territorio)

    La deforestazione fa perdere le ali agli insetti della Nuova Zelanda

    (25 Agosto 2021)

    L’impatto umano sta causando un’evoluzione rapidissima in alcune specie di insetti

    otago ali

    Lo studio “Anthropogenic evolution in an insect wing polymorphism following widespread deforestation”, pubblicato recentemente su Biology Letters da un team di ricercatori neozelandesi del Department of zoology dell’università di Otago ha rivelato nuove prove della rapida evoluzione delle specie di insetti autoctoni della Nuova Zelanda in risposta alla maggiore esposizione al vento dovuta alla perdita di riparo a causa della deforestazione.

    Lo studio, condotto da ricercatori del Dipartimento di zoologia di Otago ha scoperto «Forti legami tra la recente deforestazione e la perdita delle ali nelle popolazioni di insetti in diverse località meridionali della Nuova Zelanda».

    Il principale autore dello studio, Brodie Foster, ha utilizzato i confronti tra le popolazioni di insetti intorno alla “linea degli alberi” alpina in entrambi i siti boschivi e disboscati, e ha scoperto che «La recente perdita di foresta ha aumentato la distribuzione di insetti incapaci di volare che erano precedentemente limitati agli ecosistemi delle praterie alpine. Lo studio ha scoperto che, in un breve periodo di poche centinaia di anni, molte popolazioni precedentemente alate si sono evolute fino a diventare incapaci di volare». .

    Il team di Otago si è concentrato sulle specie endemiche di Zelandoperla stonefly che spesso hanno popolazioni incapaci di volare nelle regioni montuose, ma in genere hanno popolazioni con le ali nelle regioni boschive più basse e hanno anche scoperto popolazioni senza ali che si vivono ad altitudini molto più basse in aree recentemente deforestate e «L’analisi genetica ha rivelato poca differenza tra le popolazioni alate e incapaci di volare in queste aree deforestate, confermando che la perdita del volo si è evoluta molto rapidamente».

    Un altro autore dello studio, Graham McCulloch, che si è occupato dell’analisi genetica, fa notare che «A causa della perdita di copertura forestale, le specie di insetti autoctoni sono sempre più vulnerabili all’esposizione e hanno evoluto la perdita di volo come strategia per far fronte a queste condizioni ventose.

    L’espansione umana ha drasticamente spostato l’equilibrio di molti ecosistemi in tutto il mondo e il modo in cui le popolazioni selvatiche continueranno ad adattarsi ed evolversi a cambiamenti improvvisi come la deforestazione rimane in gran parte sconosciuto».

    Tradizionalmente, i biologi evoluzionisti pensano al cambiamento come qualcosa che si verifica nel corso di molti millenni, mentre questo studio ha riscontrato un cambiamento significativo che si verifica nel corso dei secoli.

    Tuttavia, McCulloch sottolinea che «Mentre questo studio ha dimostrato la capacità di queste popolazioni di adattarsi rapidamente ai cambiamenti ambientali, ha anche evidenziato la maggiore vulnerabilità di questi insetti all’estinzione locale man mano che diventano più isolati. Mentre la maggior parte delle nostre specie di insetti volanti sembra relativamente sicura, le popolazioni isolate incapaci di volare sono potenzialmente più vulnerabili, come è anche il caso dei nostri uccelli nativi».

    La recente scoperta di un’altra popolazione di insetti incapaci di volare, la mosca di pietra Maungatua, in una regione molto ristretta vicino a Dunedin è un esempio di una popolazione selvatica vulnerabile.

    McCulloch conclude: «E’ essenziale che questi insetti unici e con un areale limitato siano salvaguardati».

    greenreport

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