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Se ero tibetano...

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(14 Agosto 2012) Enzo Apicella

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La piazza dei lavoratori GKN a Firenze, e non solo

(15 Agosto 2021)

gkn

Scrivere a proposito della manifestazione che si è svolta a Firenze l’11 agosto potrebbe sembrare cosa facile, in realtà non lo è. Non lo è semplicemente per il fatto che, quanto sta avvenendo ci pone di fronte al porsi tanti aspetti non secondari per chi ha fatto della militanza un qualcosa di non irrilevante.
Detto questo, diciamo tranquillamente e senza smentita alcuna che l’11 agosto 2021 è stata una di quelle date che saranno segnate nei calendari per essere non solo ricordata ma perché chi l’ha vissuta potrà dire: io c’ero. Può sembrare un’enfasi eccessiva, ma la realtà sta a dimostrare che non lo è affatto. Difficilmente è rintracciabile realtà politica, sindacale o sociale che si assuma l’onere di convocare una manifestazione l’11 agosto. Invece l’inaspettato è accaduto.” L’assemblea permanente dei lavoratori GKN “; il “ Collettivo di Fabbrica – Lavoratori GKN “; “ Insorgiamo con i lavoratori GKN “ hanno indetto una manifestazione per l’11 agosto. Ma ci potremmo, legittimamente, domandare; perché proprio l’11 agosto? Un motivo c’è ed è importante perché, tra l’altro aiuta a comprendere ed a dare una lettura degli avvenimenti che si sono succeduti. L’11 agosto del 1944 Firenze fu liberata dall’occupazione nazista.
Oggi avviene una saldatura, un passaggio di testimone, un cercare di continuare un qualcosa che non si è concluso. Gli operai in lotta hanno scelto fin da subito, oltre al giusto “ la GKN non si tocca “ un riferimento che è nella testa di tutti, fiorentini e non solo, “INSORGIAMO “. Uno slogan, una parola che può trarre in inganno chi vi ricerca chissà quale spinta insurrezionale. Niente di tutto questo, molto più semplicemente: è il filo ROSSO che dagli scioperi del '44, e non solo, arrivano all’oggi.
Ma dire questo non è sufficiente a capire gli avvenimenti che si stanno sviluppando a Firenze, e che dire: non solo? E’ necessario fare alcuni passaggi, certamente brevi ma significativi che vanno ad inquadrare il soggetto che abbiamo davanti.
La GKN non è una fabbrica, senza assolutamente togliere ad aziende presenti sul territorio, come tante altre. Ma se questo può essere detto, può essere detto, rispetto alla composizione operaia, alle, nel gergo aziendale/aziendalista, “risorse umane “ presenti. Forse, e spererei di essere smentito, ci troviamo di fronte a qualcosa di inedito.
Mi farebbe enormemente piacere sapere che in qualche azienda privata, in qualche settore di erogazione servizi, “ essenziali “ o meno, esista un Collettivo di Fabbrica, non rsu o rsa o chissà altro, no un Collettivo di Fabbrica la cui esistenza è dovuta al fatto che è radicato in azienda e che è riferimento anche per quegli operai che non si riconoscono in esso. A questo punto, non posso sottrarmi dal citare Antonio Gramsci nel momento in cui pone la sua riflessione sui Consigli e su quanto di innovazione positiva mettevano in campo: “ … la nascita dei Consigli operai di fabbrica rappresenta un grandioso evento storico, rappresenta l’inizio di una nuova era nella storia del genere umano “. A distanza di oltre 100 anni da quelle osservazioni , niente è così attuale e concreto.
Quanto il Collettivo di Fabbrica ha prodotto, in questi anni, in termini di organizzazione dei rapporti sindacali all’interno, in cui l’abbandono del delegare a chissà chi è cosa reale e la solidarietà concreta, “militante“ perché no, verso le vertenze che si sono manifestate nel territorio, ultime in ordine di tempo: Txprint a Prato e Linari a Calenzano, è quanto possiamo verificare e vedere con i nostri occhi.
Una “ proprietà “ fantasma, il fondo di investimento Melrose, che si arroga il diritto di licenziare in tronco quasi 500 lavoratori, licenziamento avvenuto via email o meno ha poca importanza rispetto a ciò che voleva essere ottenuto. Ottenuto ma con qualche problema non da poco: visto che attorno alla sacrosanta risposta, alla mobilitazione degli operai, che è bene ricordare e sottolineare stanno occupando, in tutto e per tutto, l’azienda, ulteriore dimostrazione, non tanto della reazione immediata, ma della loro determinazione, si sta sviluppando una solidarietà che ha stupito tutti, operai in primis ed ovviamente i solidali.
Le mobilitazioni si sono susseguite, 9 e 19 luglio; 4 e 11 agosto. La stanchezza, l’afa, il covid …. niente ha prevalso, niente è riuscito ad attenuare una lotta che vuole unire quanto è in corso in tutto il paese, le tante vertenze. Una cosa sicura è quanto stiamo vedendo a Firenze e che non vedevamo da tantissimo tempo, da troppo tempo. Non c’è punto di vista, non c’è appartenenza sindacale, non c’è ragionamento sui massimi sistemi che divida il fronte di lotta messo in piedi dal Collettivo di Fabbrica.
Operai e solidali sono scesi, prima in piazza e poi in corteo ,3500 o forse più. I numeri certo sono importanti, quanto più alta è la partecipazione e quanto più ci sentiamo rinfrancati in ciò che facciamo, ma in questo caso non sono solo i numeri a dare il senso di un movimento reale che si pone all’altezza di praticare l’obiettivo dell’unire le lotte, ciò che è di positivo è il senso che qualcosa si è messo in moto e che niente sarà più come prima, che quanto è in atto è in mano agli operai GKN.
Su tutto questo due parole vanno spese rispetto al sindacalismo di base e conflittuale presente in città, ma anche quello presente a livello nazionale. In città: rispetto a questa vertenza il posizionarsi è corretto nell’essere interni al comitato cittadino di sostegno alla lotta; come del resto il partecipare alle iniziative che sono state messe in piazza, l’11 un bello spezzone unitario si è fatto notare per la sua presenza, e le modalità per propagandarle ( i cartelli sui mezzi del trasporto pubblico sono stati di impatto ) o come l’appello sottoscritto da quasi una 30ina di lavoratori che fanno riferimento al sindacalismo di base e conflittuale in appoggio alla manifestazione dell’11. A livello nazionale: se è importante che settori di lavoratori di aziende che affrontano piani di ristrutturazione, si rapportano con la vertenza GKN, vedi la presenza alla manifestazione dell’11 di lavoratori Alitalia, della Fedex ecc…., dall’altra deve essere fatto uno sforzo nell’unire teoria e prassi, o meglio per non rimanere ancorati “al passato”, non mettere come prioritario ciò che vorremo rispetto a ciò che abbiamo di fronte.
L’oggettività degli eventi ci porta in modo inevitabile verso la comprensione, verso il capire, senza attenuare alcunchè, senza cedere dai propri punti di vista, che è opportuno esserci, che rafforzare la lotta degli operai della GKN, e la loro determinazione fin qui dimostrata, hanno un morale sicuramente alto, non vuol dire rafforzare i sindacati confederali, o la Fiom, presente sicuramente, ma, anzi, vuol dire essere parte del percorso, difficile ma non impossibile, dell’unità, reale, delle lotte, vuol dire assumersi il “nostro” compito , quello di essere in tutto e per tutto con gli operai della GKN, che rifiutano indennizzi e/o ammortizzatori, e non lasciarli soli. E come ben dicono loro “ fate un favore a voi stessi unendovi alla nostra lotta”, “se sfondano qua sfondano dappertutto”. O se proprio volete , scegliete il tormentone estivo che va per la maggiore nelle strade fiorentine: “non c’è resa non c’è rassegnazione ma solo tanta rabbia ….”. Loro hanno bisogno di noi? Certamente sì, ed allo stesso tempo la loro lotta è riferimento per noi a cui va dato solidarietà e sostegno.

Edoardo Todaro

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