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(10 Luglio 2012) Enzo Apicella

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(Flessibili, precari, esternalizzati)

Non è tutto oro quel che luccica: le tante ombre e le poche luci del servizio di assistenza e integrazione per le/gli alunne/i con disabilità

(10 Settembre 2021)

Inizia un nuovo anno Scolastico-Educativo, che lascia irrisolti molti problemi nella scuola, anche per quanto riguarda l’assistenza ad alunni-e con disabilità (fisica, sensoriale e cognitivo-intellettiva) accertata nelle scuole di pertinenza degli Enti Locali, in primis Roma Capitale, in virtù dei vincoli di competenza costituzionale e di legge (Testo Unico sugli Enti Locali), nell’erogazione di servizi essenziali come anche questo, fino alle scuole statali dell’obbligo (ex scuole medie), normativa attualmente inderogabile che impedisce, come affermano in modo illusorio alcune componenti e gruppi, l’assunzione di queste figure professionali nella scuola statale tramite il MIUR. Situazione che si è ulteriormente aggravata, con gli effetti anche penalizzanti della pandemia, tra DaD (la didattica a distanza) i cui contenuti, con modalità spesso diseducative e poco inclusive, anche con ulteriori discriminazioni basate sul censo (accesso e utilizzo di strumenti telematici e informatici, specie nelle famiglie meno abbienti, oltre ai disagi per chi ci lavora) sono state più volte illustrate; con la chiusura di scuole, assenza di utenti e relativa possibilità di perdita di giorni di retribuzione; la vicenda delle mense con la contraddizione tra i percorsi di crescita e di autonomia degli utenti, di integrazione scolastica e sociale rispetto ai c.d. “normodotati”, in un momento fondamentale della giornata scolastica che è quello del pasto e della mensa, dove la presenza e l’ausilio del personale (Oepa, già Aec) diventa fattore rilevante per tale percorso, anche all’interno dei P.E.I. (Piani Educativi Individuali) e dei Piani dell’Offerta Formativa, con la piena realizzazione del diritto all’istruzione, del diritto allo studio, IN OGNI MOMENTO DELLA GIORNATA SCOLASTICA, per alunni-e con disabilità e con il diritto al lavoro del personale preposto. Del resto, dall’approvazione nell’Assemblea Capitolina della Delibera A.C. 80/2017, a novembre di quell’anno, del Regolamento di settore, nulla si è fatto per adeguare la copertura economica tra Roma Capitale, committente pubblico e stazione appaltante e le società che, a maggior ragione nell’appalto in corso da gennaio 2020, gestiscono l’appalto della ristorazione scolastica, per la copertura dei pasti a beneficio di Oepa-Aec di cooperative ed enti esterni accreditati, quindi della copertura dei relativi costi (che non possono essere ridotti alla mera “trattativa” tra cooperative e sindacati, per ogni singola cooperativa, su gestione buoni pasto e/o indennità di mensa, come sostengono alcuni esponenti dell’Amministrazione capitolina o di forze politiche, spostando la questione su un falso problema…) e della situazione del corretto impiego del personale, per quanto riguarda pause, ritmi di lavoro e complessivo orario di lavoro e di servizio nelle scuole. Si ricorda, per i pochi Aec (Assistenti Educativi Culturali, ruolo chiuso ad esaurimento dei dipendenti capitolini, ne sono rimasti 6-7 in tutta Roma) dipendenti pubblici, usufruiscono come le insegnanti delle scuole, del pasto a mensa in assistenza e assieme agli utenti assegnati, con copertura del costo del servizio a carico dell’Amministrazione Capitolina, una disparità di trattamento che come al solito, è scaricata sul personale esternalizzato e con risvolti negativi, sulla stessa continuità di intervento a favore dei beneficiari del servizio, i ragazzi e le ragazze con disabilità. In 4 anni la Giunta Raggi e i dirigenti apicali di Roma Capitale, hanno omesso di affrontare e impostare decentemente anche questa situazione, nell’inerzia della ormai frantumata maggioranza consiliare, nell’ambito delle forme di orientamento e indirizzo politico amministrativo dell’Assemblea Capitolina sugli atti di Giunta e dirigenza apicale.
La stessa cosa per i percorsi di AGGIORNAMENTO E DI FORMAZIONE DEL PERSONALE OEPA-Aec, sia come approfondimento in un settore dove le complessità di intervento, a fronte di un progressivo aumento delle richieste della famiglie e del numero di utenti nei 15 Municipi di Roma Capitale (in media il 20% in più rispetto ai dati degli iscritti degli anni scolastici precedenti a prescindere dalla pandemia, anche con inserimenti in corso d’anno), che richiederebbero per tale figura professionale un costante aggiornamento, da non scaricare economicamente sui singoli operatori e operatrici (che a Roma Capitale, come nella maggior parte d’Italia, non sono considerati figure educative, ma operai specializzati, che necessitano lo stesso di aggiornamento costante e periodico) o sulle cooperative, nelle poche dove si riescono a sviluppare corrette e costruttive relazioni sindacali industriali, dove l’aggiornamento e i piani di FORMAZIONE, sono materia di negoziazione e con piani di investimento economico anche pluriennale, per soci e per dipendenti. Per la formazione, il quadro è ulteriormente aggravato non solo sul piano dei costi di titoli, professionali e di studio, che saranno necessari in futuro per poter proseguire le attività lavorative e professionali in modo dignitoso, ma sulla incomunicabilità tra la Regione Lazio, ente preposto alla formazione e all’orientamento (la stessa Regione che anni fa, introdusse la figura di OEPAC, Operatore Educativo per l’Assistenza e la Comunicazione,con tanto di percorsi inquadramento della figura specifica, dalla quale Roma Capitale ha partorito la figura di OEPA, Operatore Educativo per l’Assistenza, in sostituzione della figura di Aec, creando ulteriori problemi di compatibilità tra la figura ufficiale introdotta a livello regionale, con quella inventata dalla Capitale d’Italia, sempre in attesa di attribuzione di ambito costituzionale, di poteri e competenze come Capitale del Paese, alla stessa stregua di altre capitali europee e nordamericane, sia normativi e regolamentari che come gestione di finanziamenti aggiuntivi e nel bilancio dello Stato) e la stessa Amministrazione Capitolina, sulla carenza di gestione di corsi di formazione attraverso enti accreditati che permettessero al personale di poter acquisire i titoli e gli attestati necessari allo svolgimento delle attività lavorative e professionali, al di là del bagaglio di esperienza acquisita con la pratica lavorativa e l’anzianità di servizio, che può valere in un regime transitorio come avviene anche adesso, per poter continuare a lavorare. Una incomunicabilità politica e di impostazione, che si trascina da tempo e che ha effetti negativi sui circa 3000 lavoratori e lavoratrici che sono utilizzati da Roma Capitale nel servizio esternalizzato (molti dei quali si sono dovuti pagare da soli i corsi, solo in pochi casi con compartecipazione delle operative più avvedute o copertura dei costi), con una disparità di trattamento e una modalità poco efficace, nello spirito dell’arte di arrangiarsi di italica memoria, rispetto ad una esigenza fondamentale anche in questo tipo di servizio.
LA NOSTRA PROPOSTA: da anni, da quando iniziarono i tavoli preliminari di confronto in vista del regolamento poi divenuto la Deibera A.C. 80/2017, indicammo che sarebbe stata proposta ragionevole, che l’AGGIORNAMENTO (cioè l’approfondimento su questioni e tematiche già facenti parte del bagaglio di conoscenze ed esperienze di Oepa già Aec) fosse gestito dall’Amministrazione capitolina in compartecipazione con le cooperative accreditate, almeno fino a che rimaneva in vigore il regime di appalto e convenzione del servizio a terzi, che individuavano con cadenza biennale, coloro che realmente lavoravano in quel servizio con una certa continuità, mentre la FORMAZIONE (cioè l’acquisizione di competenze e conoscenze nuove, più complesse e articolate, specialistiche), fosse a carico della Regione Lazio, tramite enti accreditati e certificati, con copertura economica annuale con fondo specifico nel bilancio a livello regionale, tramite bandi e gestione almeno triennale, su un piano di programmazione e inserimento del personale a scorrimento, oltre a Roma Capitale anche delle altre province che hanno servizi similari attivati dagli Enti Locali, fino all’ottenimento del risultato di formare tutto il personale da utilizzarsi stabilmente in questa attività e servizio.
SULL’ASSENZA DEGLI UTENTI DURANTE LE LEZIONI E IL TRATTAMENTO DEL PERSONALE OEPA-già Aec attualmente esternalizzato: DIVENTA UN OBIETTIVO, DI LOTTA COORDINATA NEI 15 MUNICIPI E A LIVELLO CENTRALIZZATO, oltre all’organizzazione diretta sui posti di lavoro di Oepa, OTTENERE CHE QUANDO MANCA L’ALUNNO-A con disabilità, SI SIA UTILIZZATI PER INTERVENTO SU ALTRI UTENTI NEL PLESSO SCOLASTICO O NEL COMPRENSIVO DI ASSEGNAZIONE, nello svolgimento delle medesime mansioni, O QUALORA QUESTO NON FOSSE POSSIBILE (ndr, sarebbero casi rari se non in presenza di una disorganizzazione completa nelle scuole…), ESSERE UTILIZZATI IN ALTRE SCUOLE DEL LOTTO assegnato alla cooperativa dove l’Oepa è dipendente o socio lav., o in caso di lotto unico, nelle scuole del Municipio, FINO AL RIENTRO DELL’UTENTE ASSEGNATO E IN CARICO A SCUOLA.
Si eviterebbe la perdita di retribuzione dell’Oepa, per causa a lui non imputabile stante il rapporto di lavoro subordinato in essere eattivo con relativo contratto di lavoro, si eviterebbe inoltre lo spreco di capacità professionali di tale figura nelle scuole, anche in affiancamento e aggiunta, nei casi più complessi, di colleghi e colleghe e del personale docente e non docente dipendente pubblico, garantendo un livello qualitativo migliore e più efficace dello stesso servizio, che è rimane come servizio pubblico essenziale e strategico, nell’ambito della lotta e contrasto ai fattori disgreganti della disabilità.

SULLE MENSE E SULLA FATTIBILITA’ DELLA FRUIZIONE ANCHE DI OEPA, del pasto durante l’orario di lavoro e di servizio, come elemento di continuità di intervento nella giornata, esecutiva del PEI, nelle attività di assistenza e di percorso di integrazione-autonomia degli utenti, eliminando disparità e barriere verso la completa inclusione scolastica, di relazioni sociali: APPLICARE QUANTO GIA’ INDICATO COME OBIETTIVO DALLA DELIBERA 80/2017, ADEGUANDO I COSTI COMPLESSIVI DELLA RISTORAZIONE SCOLASTICA CON IL COSTO MEDIO DEL PASTO DEGLI OEPA e con la parificazione con le altre figure presenti nella scuola, quando fruiscono della mensa assieme ad alunni-e.
GARANTIRE LO SVILUPPO DELLE ATTIVITA’, compresi laboratori scolastici e percorsi integrativi ai corsi curriculari con il personale docente delle scuole per gruppi di utenti omogenei, su progetti mirati e finalizzati alla riduzione e intervento specifico sulle singole disabilità, IN PRESENZA, MANTENENDO non solo un livello costante di RELAZIONI SOCIALI INCLUSIVE, MA SVILUPPANDO LE CAPACITA’ E LE ABILITA’ DI ALUNNI-E, in senso costruttivo e non solo come accettazione passiva dell’esistente, anche con il potenziamento o avvio programmato, delle ATTIVITA’ LUDICO MOTORIE E SPORTIVE (ndr, il successo di atlete e atleti alle olimpiadi di Tokio o “paralimpiadi”, dovrebbe averci insegnato qualche cosa anche nella quotidianità del lavoro, specie per chi non si è mai confrontato con tale prospettiva, valida sia per chi ha disabilità ma anche per gli altri alunni e alunne).
ALTRO OBIETTIVO DI MOBILITAZIONE, LA VERIFICA DELL’OMOGENEITA’ IN TUTTI I 15 MUNICIPI E A LIVELLO CENTRALIZZATO, non solo e non tanto delle tariffe per la copertura del servizio (inclusi, finalmente, gli oneri per la salute e sicurezza sul lavoro e dei costi per l’aggiornamento periodico del personale Oepa), che è questione che può maggiormente coinvolgere cooperative ed enti accreditati nel regime attuale di appalto e convenzione, MA PER QUEL CHE CI RIGUARDA, DEL RISPETTO DEL COMPLESSIVO COSTO DEL LAVORO COERENTE CON LE TABELLE DEL CCNL DI SETTORE (in maggioranza a Roma Capitale è il CCNL Cooperative Sociali, scaduto ma ancora in vigore), in tutta l’Amministrazione Capitolina, evitando le differenze retributive e degli oneri riflessi, che ancora esistono tra un Municipio e l’altro, (addirittura tra dipendenti di una stessa cooperativa sociale, come copertura comunale dei costi e delle tariffe, se accreditate e con personale operante in due o più Municipi).
APPLICAZIONE PIENA, COMPLETA ED EFFICACE, di tutti i provvedimenti e misure finalizzate a raggiungere gli obiettivi di PREVENZIONE, INFORMAZIONE, FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO, IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA SUL-DEL LAVORO (rispetto applicazione D. Lgs. 81 2008 e dell’articolo 2087 del codice civile), PRESENZA ATTIVA E INDIPENDENTE dalle cooperative e dalle stazioni appaltanti, DELLA FIGURA DI RLS (RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA), COLLEGAMENTO CON LE ALTRE COMPONENTI ATTIVE NELLA SCUOLA, PER LE MISURE NECESSARIE NEI LUOGHI E AMBIENTI DI LAVORO CHE VANNO MESSI E TENUTI IN SICUREZZA, CON SPAZI E AULE ADEGUATE, situazioni tutte che non possono essere risolte con la indicazione del “green pass-certificazione verde”, che per il rapporto di lavoro subordinato, rischia di produrre effetti devastanti e negativi, eliminando con un’applicazione digitale, le garanzie e le tutele previste da disposizioni imperative di legge (Legge 300 1970 o Statuto dei Lavoratori…e delle lavoratrici, del codice civile sui rapporti di lavoro e contrattuali, le stesse norme su salute e sicurezza, in applicazione degli articoli 1,2,3, 21 e 32 Costituzione e delle disposizioni valide a livello europeo e internazionale, che ancora ci proteggono sul lavoro come dipendenti), incidendo inoltre come forma di controllo sui ritmi e tempi di vita lavorativa, a partire dall’accesso al luogo di lavoro. Il tutto, estendendosi ad altri aspetti delle vita e delle relazioni sociali nella collettività dove si abita o lavora. Situazione che coinvolgerà tutti e tutte, a prescindere se si è già vaccinati o non, con una o più dosi, se si è esentati per validi motivi di tutela della salute personale e che, con pretesti o la classica “cultura dell’emergenza”, alla fine vanno a parare sempre ALL’ATTACCO ALLE GARANZIE, RIGIDITA’ E TUTELE DI LEGGE ancora a favore dei dipendenti con rapporto di lavoro subordinato, anche precari, per renderci tutti più deboli, ricattabili, flessibili e maggiormente esposti ad abusi e prevaricazioni, tenendoci isolati-e e divisi.
QUESTI, GLI OBIETTIVI E LE MODALITA’ CHE A NOSTRA VALUTAZIONE ED ESPERIENZA CONCRETA SUL CAMPO, PROSEGUIREMO A INDICARE E CERCARE DI RAGGIUNGERE, INVITANDO LAVORATORI E LAVORATRICI A ORGANIZZARSI nelle cooperative sociali, a COLLEGARSI NEI MUNICIPI, per la loro realizzazione con un percorso chiaro di LOTTA E AUTORGANIZZAZIONE, almeno per i prossimi DUE ANNI SCOLASTICI.
INFATTI, mentre l’Amministrazione capitolina ha indetto un BANDO CENTRALIZZATO A 30 LOTTI (rispetto agli attuali 48) PER I 15 MUNICIPI IN CUI E’ SUDDIVISA ROMA CAPITALE, sottoposta a contenzioso in sede giudiziaria amministrativa (Consiglio di Stato), su ricorso di cooperative fatte fuori in maggior parte da questa individuazione delle 30 prescelte (una per lotto, come cooperativa o associate in consorzi, raggruppamenti RTI o associazioni temporanee di impresa ATI), CHE E’ ANCORA IN VIGORE E NON E’ STATO ANNULLATO, per il prossimo e imminente anno scolastico 2021-2022 (FINO A GIUGNO 2022), ha fatto fare le Determinazione Dirigenziali per i 15 Municipi, di PROSECUZIONE E PROROGA TECNICA, nelle more e in attesa del bando di gara centralizzato bandito a luglio 2019, AFFIDANDO ALLE STESSE COOPERATIVE CHE GIA’AVEVANO APPALTI E AFFIDAMENTI, IL SERVIZIO di assistenza ad alunni-e con disabilità nelle scuole di pertinenza di Roma Capitale, CON TUTTI I PROBLEMI, CONTRADDIZIONI E CARENZE, SOPRA DESCRITTE e che rimangono irrisolte.
I 5 anni della GIUNTA RAGGI E DEI SUOI ASSESSORI che a vario titolo hanno competenza per questo servizio e sulle condizioni dei 3000 Oepa che ci lavorano, (tra cui De Santis assessore al Personale e Mammì, assessora con delega a scuole, nidi e ai servizi sociali, alla persona), AL DI LA’ DELLE PROMESSE DA CAMPAGNA ELETTORALE e delle MILLANTERIE su presunte e illusorie “internalizzazioni” del servizio, ma senza il totale e completo assorbimento della forza lavoro utilizzata e sfruttata in tutti questi anni, in questo sostenuti dalla componente reazionaria del M5S presente in Assemblea Capitolina, HANNO LASCIATO UNA SITUAZIONE PRECARIA, CAOTICA E FONTE DI NOTEVOLI EQUIVOCI.
LA NOSTRA POSIZIONE, CHE E’ ANCHE QUELLA NAZIONALE, E’ CHE SIAMO PER LA RI-PUBBLICIZZAZIONE DEL SERVIZIO, cioè IL RITORNO ALLE COMPLETA GESTIONE PUBBLICA, ANCHE TRAMITE STRUTTURE ORGANIZZATIVE previste dalle disposizioni sugli Enti Locali, COLLEGATO ALL'ASSORBIMENTO DI TUTTA LA FORZA LAVORO CHE E' UTILIZZATA, non per la generica “internalizzazione”, che come in altre esperienze, ha poi portato le pubbliche amministrazioni a rescindere contratti di appalto e affidamento a soggetti terzi, ma a non assumere chi ci aveva lavorato da esternalizzato o a fare selezioni che portano a divisioni, metodi clientelari di reclutamento nei concorsi pubblici ad evidenza pubblica, riservate nei fatti ad una minoranza di privilegiati o di…raccomandati e raccomandate (e non sappiamo se…”a ricevuta di ritorno”).
ABBIAMO FATTO PARTE A PIENO TITOLO, dando strumenti operativi e connotazione giuridico tecnica alle proposte formulate, AL COMITATO PROMOTORE DELLA DELIBERA DI INIZIATIVA POPOLARE, che con un cartello molto ampio di forze sociali, comitati, sindacati e partiti, aveva in poco tempo e depositato, OLTRE12MILA FIRME A SOSTEGNO DELLA PROPOSTA DI DELIBERA E DELLE PROPOSTE TECNICHE DI GESTIONE, ANCHE COME PROCEDURA SEMPLIFICATA DI RECLUTAMENTO E ASSORBIMENTO DEI 3000 OEPA, DI TUTTO IL PERSONALE, che ci ha lavorato e ci lavorerà, in regime di appalto, ancora per altri due anni…almeno.
NON ABBIAMO CONDIVISO LA SVENDITA DI TALE PERCORSO PARTECIPATO DAL BASSO, AUTORGANIZZATO E SOSTENIBILE ANCHE DAL PUNTO DI VISTA TECNICO E GIURIDICO, operata da alcune componenti del Comitato Promotore originario, che hanno preferito mesi di sterili e inconcludenti tavoli di trattativa e di dialogo, proprio con gli assessori e i relativi dirigenti apicali dell’Amministrazioni, che quel percorso del comitato promotore lo hanno osteggiato sempre, con pretesti di presunti formalismi e bizantinismi, che AVREBBERO ROTTO IL SOLITO MECCANISMO CONCORSUALE DOMINANTE, i metodi poco trasparenti di reclutamento e modalità che avrebbero creato un precedente per “lor signori” negativo, ma di grande impatto per le ragioni e le condizioni materiali e normative di chi ci lavora, oltre che un cambiamento notevole per l’efficacia del servizio a utenza e cittadinanza. Coloro che hanno fatto questa scelta scellerata, si sono fatti strumentalizzare e abbindolare da facili promesse, barattando per un numero limitato di assunzioni al Comune di Roma (Roma Capitale), NEL 2023, ALLA FINE DEL PIANO CONCORSUALE 2021-2023, FINO AD UN MASSIMO DI 300 POSTI (ma il numero come ci confermano diversi componenti delle Rsu capitoline, non solo di Usi ma anche di altri sindacati di base presenti nell’Amministrazione, potrebbe essere inferiore alle promesse e aspettative), CON CONCORSO PUBBLICO AD EVIDENZA PUBBLICA (quindi con nessuna o poche tutele reali per chi ci ha lavorato, dei 3000 Oepa delle cooperative…) e senza aver risolto NESSUNO DEI PROBLEMI E CONTRADDIZIONI REALI, COME QUELLE SOPRA INDICATE NEL DOCUMENTO, NE’ DATO INDICAZIONI E ORIENTAMENTI CERTI E CHIARI, finalizzati alla loro futura soluzione, SE NON CI MUOVIAMO PRIMA NOI ANCORA COMBATTIVI, INDIPENDENTI, AUTORGANIZZATI E COLLEGATI, a prescindere se sindacalizzati-e o meno, PER OTTENERLI CON LA LOTTA E LA MOBILITAZIONE. Quella lotta e mobilitazione, che all’epoca non fu fatta, se non in forme di spettacolarizzazione fasulla del conflitto, proprio da quelle componenti, tra cui comitati locali di singolo profilo professionale e alcuni dei sindacati interni all’originario comitato promotore, che ne sfruttarono la genuina spinta verso il cambiamento di una parte del personale Oepa, per andare a svendere il percorso unitario e barattare una “finta internalizzazione”, in cambio di un numero limitato di posti al Comune. Quando si doveva fare pressione sui consiglieri comunali e sulle forze sociali e partitiche cittadine sulla proposta unitaria originaria per la RI-PUBBLICIZZAZIONE E IL TOTALE ASSORBIMENTO DI TUTA LA FORZA LAVORO 3000 PERSONE UTILIZZATE, quindi sviluppare la lotta e il conflitto, fu scelta una mediazione al ribasso, utile solo alla maggioranza politica in Consiglio Comunale del M5S (rappresentata dalla ex presidente della Commissione Scuola) e agli assessori, per smontare la carica di lotta e abbindolare la “pancia” di una parte del comitato promotore, ormai scioltosi di fatto dopo il voto contrario e senza campagna di sostegno che avrebbe dovuto essere attivata nell’autunno 2020, dall’assemblea Capitolina e arrivando, a luglio 2021, ad una votazione di una delibera di integrazione della D.A.C. 80 2017, SU UN SOLO ARTICOLO e in modo poco utile per cittadinanza e lavoratori-trici Oepa, dove si inserisce come opzione la c.d. “internalizzazione”, ma con le caratteristiche negative sopra descritte. GUARDA CASO, NONOSTANTE LE REITERATE RICHIESTE DI DIVERSI CONSIGLIERI E ANCHE DI USI, addirittura su alcuni punti di convergenza con CGIL F.P. e CISL FPS, nelle Commissioni consiliari del 1° e del 6 luglio 2021, propedeutiche al voto consiliare, DI METTERE IN VOTAZIONE COME INTEGRAZIONI E MODIFICHE ALLA DELIBERA A.S. 80 2017, ANCHE LE QUESTIONI RELATIVE ALL’INQUADRAMENTO PROFESSIONALE, AL LIVELLO DI RIFERIMENTO, SULLA VICENDA DI MENSE E DIRITTO AL PASTO DEGLI OPERATORI, DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO, DELLE ASSENZE E DEL TRATTAMENTO RETRIBUTIVO-NORMATIVO DEL PERSONALE OEPA già Aec…LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE SCUOLA DEL M5S, SI E’ RIFIUTATA DI PRENDERE IN CONSIDERAZIONE TALI SITUAZIONI, MERITEVOLI DI TUTELA E ATTENZIONE COME L’INTEGRAZIONE DA LEI PROPOSTA PER IL VOTO DI CONSIGLIO E CONCORDATA CON GLI ASSESSORI MAMMI’ E DE SANTIS…che si erano fatti forti dei vari tavoli (tenuti quando gli faceva comodo), con comitati locali di singolo profilo professionale e di alcuni sindacati e sindacalisti che ne hanno avallato tale svendita della proposta unitaria e originaria, facendosi strumentalizzare, forse nell’illusione di poter gestire tale passaggio o di ottenerne qualche beneficio, un’illusione appunto che però ha prodotto danni notevoli. Tale Deliberazione spacciata per internalizzazione è passata nel Consiglio Comunale a luglio 2021, ha prodotto la spaccatura del comitato in due tronconi e acuito la seprazione di percorsi, tra chi è rimasto coerente con una pratica di organizzazione, lotta e contrasto nell’immediato alle penalizzazioni retributive normative e di servizio dei 3000 Oepa a gestione cooperativa (ma forse aumenteranno per coprire l’aumento delle richieste di utenti, ma probabilmente con contratti a tempo determinato e part time misti, della durata di 9-10 mesi senza retribuzione dei mesi estivi, A MENO CHE NEI MUNICIPI NON DIMINUISCANO, PER MANTENERE FERMO L’EQUILIBRIO DI BILANCIO E DI BUDGET ATTRIBUITO A LIVELLO CENTRALE DALL’ASSESSORATO AL BILANCIO DI LEMMETTI, IL NUMERO DI ORE DI ASSISTENZA PRO UTENTE, PER GARANTIRE IL MAGGIOR NUMERO DI UTENTI, SACRIFICANDO LA VALUTAZIONE DI DIAGNOSI DINAMICO FUNZIONALE E DI CAPACITA’ DEI SINGOLI UTENTI ALL’ASSISTENZA, AL DIRITTO ALLO STUDIO, NEL PIENO RISPETTO DELLA VALUTAZIONE DEI BISOGNI, INVECE DI MANTENERE UN PRINCIPIO DI PARITA’ DI BILANCIO e DI COSTI, negato pure come principio valido per i disabili specie per il diritto all’istruzione, dalla stessa Corte Costituzionale con la sentenza 675/2016) e di batterci ancora per la RI-PUBBLICIZZAZIONE DEL SERVIZIO E L’ASSORBIMENTO TOTALE DELLA FORZA LAVORO UTILIZZATA. INTERVENENDO E CHIAMANDO LE FORZE SANE TRA OEPA, SINDACATI INDIPENDENTI, FORZE SOCIALI E PARTITI NON OMOLOGATI, A PROSEGUIRE PER OTTENERE I PUNTI PRIORITARI DI PIATTAFORMA.
Uno spiraglio, che però va dal nostro punto di vista per il percorso di ritorno a gestione pubblica del servizio e al futuro lavorativo, occupazionale, di stabilizzazione dei 3000 Oepa, va sostenuto con la ripresa delle MOBILITAZIONI E DELLA LOTTA NEI 15 MUNICIPI E A LIVELLO CENTRALE, potrebbe darla l’altra Delibera di Iniziativa Consiliare, votata sempre a luglio 2021 dall’Assemblea Capitolina, su iniziativa dei consiglieri Fassina e Catini (quest’ultima una ex del Movimento 5 Stelle), che ha le caratteristiche di DELIBERA DI INDIRIZZO CONSILIARE, utilizzabile anche con la prossima Giunta e composizione dell’Assemblea capitolina dopo le elezioni amministrative di ottobre prossimo, che riprende diversi contenuti dell’articolato dell’originaria e unitaria DELIBERA DI INIZIATIVA POPOLARE. Un conto però è la teoria, COSA BEN DIVERSA E’ LA PRATICA, non potendo delegare a consiglieri uscenti dal loro mandato (e che non sappiamo se si candideranno o se saranno rieletti) o a una delibera di indirizzo, LA TRASFORMAZIONE DELLO STATO DI COSE PRESENTI E LA MODIFICA A NOI LAVORATRICI E LAVORATORI, non solo Oepa, FAVOREVOLE, per la realizzazione degli obiettivi e punti prioritari di piattaforma, come sopra individuati.
EPPURE, CI SONO ANCORA COMPONENTI CHE DOPO AVER SVENDUTO PROPOSTA UNITARIA E CONDIVISA, AVER FATTO OPERA DI LEGITTIMAZIONE DELLA STRUMENTALIZZAZIONE PER FINTE INTERNALIZZAZIONI E PERCORSI DI RECLUTAMENTO POCO EFFICACI E DIVISORI TRA LAVORATORI-TRICI, AFFERMA CHE TALE DELIBERA PROPOSTA DA ZOTTA, LEGITTIMATA DAI VARI DE SANTIS, MAMMI’, LEMMETTI…”SIA UNA GRANDE VITTORIA…CONTRO IL LIBERISMO…NEI SERVIZI PUBBLICI”.
Per nostra tenacia combattività tipica del nostro antico percorso sindacale, NON CI FAREMO ABBINDOLARE DA TALI RICHIAMI PER LE ALLODOLE, NON SAREMO CONSENZIENTI A FARCI PRENDERE IN GIRO, MA PROSEGUIREMO NELL’INTERVENTO E IMPEGNO CHE CI ERAVAMO PRESI NEL 2018-2019, ANCHE PER TALE PERCORSO DI RITORNO A GESTIONE PUBBLICA DEL SERVIZIO, vedremo se lavoratori e lavoratrici Oepa e op. sociali in lotta, le forze sindacali e politiche sane che avevano condiviso con noi quel percorso del Comitato promotore della delibera di Iniziativa Popolare, saranno accanto e assieme a noi, di nuovo, per dare forza, voce e concretezza, verso la realizzazione di una proposta di RIPUBBLICIZZAZIONE E DI TOTALE ASSORBIMENTO DELLA FORZA LAVORO.
AL LAVORO, ALLA LOTTA, avrebbero detto nostri antichi predecessori, PREPARIAMO ANCHE IL PASSAGGIO UNITARIO DI SCIOPERO GENERALE e generalizzabile, proclamato PER L’11 OTTOBRE 2021… come giornata di collegamento e di verifica del quotidiano lavoro di resistenza sui posti di lavoro e sui territori.

Roma, 9 settembre 2021

A cura dell’Usi Unione Sindacale Italiana e del coordinamento lav. coop. sociali, enti del terzo settore e aziende pubbliche

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