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Zuccotti Park

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(16 Novembre 2011) Enzo Apicella
New York. Il sindaco Bloomberg ordina: via da Wall Street. Sgomberato Zuccotti Park. 200 arresti

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(Lotte operaie nella crisi)

Per la piena riuscita dello sciopero generale dell’11 ottobre, e oltre

(21 Settembre 2021)

Riprendiamo da Il pungolo rosso, il testo in italiano del volantino plurilingue che la Tendenza internazionalista rivoluzionaria ha distribuito all’assemblea tenutasi a Bologna il 19 settembre: un passaggio indetto dal SI Cobas in preparazione dello sciopero generale dell’11 ottobre.

assemblea del 19 settembre

Lo sciopero generale dell’11 ottobre, indetto unitariamente dalla quasi totalità del sindacalismo di base, ci dimostra che è possibile costruire un fronte di lotta sempre più ampio contro il governo Draghi e il padronato.

Ma la cosa più importante per noi è che il segnale di riscossa di questo sciopero arrivi, al di là del sindacalismo di base, alla grande massa dei lavoratori tuttora iscritti a Cgil, Cisl, Uil e ai tanti giovani precari non sindacalizzati che, anche se oggi sono fermi e disorientati, saranno costretti a reagire all’arroganza padronale sui luoghi di lavoro e ai colpi del governo e dell’Unione europea.

A questo sciopero è stato possibile arrivare solo per la grande spinta di lotta che è venuta negli ultimi dieci anni dai facchini della logistica e dai proletari di altri settori organizzati con il SI Cobas e, più di recente, dalla battaglia in campo aperto contro i licenziamenti che è costata denunce, arresti, fogli di via e l’uccisione di Adil Belakhdim.

Mano a mano che il governo ha sbloccato i licenziamenti, altri gruppi di operai hanno manifestato la volontà di resistere, alla Gkn, alla Whirpool, all’Alitalia, alla Embraco, etc., ma è fondamentale che queste resistenze, invece di restare isolate le une dalle altre, si uniscano in un solo grande movimento di lotta contro i licenziamenti, in un unico “tavolo di trattativa” con il governo – per imporre con la forza della mobilitazione di piazza la difesa dei posti di lavoro, il salario operaio medio garantito per tutti i licenziati, la riduzione generale e drastica degli orari di lavoro.

Spesso a colpirci con i licenziamenti sono grandi gruppi multinazionali o società finanziarie, quali FedEx, Melrose (a Gkn), Stellantis (in Fca), e questo ci obbliga a fare tutto il possibile per tessere rapporti di collaborazione e di organizzazione unitaria con i nostri fratelli di classe degli altri paesi per opporre alle forze del capitale globale la globalizzazione delle lotte e dell’organizzazione di classe.

Siamo entrati da anni in un ciclo di crisi capitalistiche economiche, finanziarie, sanitarie, ecologiche e dell’ordine internazionale che rendono il futuro sempre più pieno di incognite e minaccioso. La pandemia da Covid-19 è un anticipo di questo futuro. Ed è per questo che i lavoratori combattivi sono chiamati oggi a confrontarsi con l’insieme delle contraddizioni esplosive di un sistema sociale – il capitalismo – sempre più distruttivo delle forze vive del lavoro e della natura.

Chi crede di avere conquistato delle posizioni che non potranno più essere messe in questione, si illude. Proprio perché la crisi del sistema capitalistico è – al di là della congiuntura – profonda, i padroni sono spinti a cancellare d’un tratto i miglioramenti che abbiamo strappato con decenni di lotte e sacrifici. Valga per tutti proprio l’esempio della FedEx. E, come stiamo vedendo ovunque, da Trucazzano a Napoli contro i disoccupati, le istituzioni dello stato non sono e non saranno mai dalla nostra parte: siamo noi, come classe organizzata, che dobbiamo difendere noi stessi!

Siamo noi che dobbiamo affermare i nostri bisogni elementari di salario, casa, salute, istruzione, risanamento ambientale. Siamo noi che, con la nostra organizzazione sindacale e politica, dobbiamo denunciare e metterci di traverso alla repressione statale difendendo a denti stretti tutti gli spazi di libertà oggi esistenti.

Nessuna grande questione sociale ci deve vedere muti. Se il governo usa la pandemia, frutto in tutto e per tutto capitalistico, per rafforzare i controlli e i ricatti sui lavoratori, dobbiamo rovesciargli contro l’accusa di non avere fatto nulla per impedire che il virus si diffondesse e di avere distrutto le strutture di medicina territoriale che potevano limitare di molto i danni, e che noi rivendichiamo. Se i padroni e il governo si preparano ad un grande furto sui nostri salari con l’aumento vertiginoso di gas ed elettricità, noi dobbiamo rilanciare con maggiore determinazione la necessità di aumenti salariali, della indicizzazione dei salari e di una patrimoniale del 10% sulla parte più ricca della società. Se lo stato italiano e l’UE continuano la loro guerra agli emigranti e agli immigrati, noi non dobbiamo stancarci di batterci per l’abrogazione dei decreti-Salvini e di tutta la legislazione contro gli immigrati. Se il governo Draghi e l’Europa aumentano in misura folle le spese militari e mettono in cantiere un esercito europeo, noi dobbiamo contrapporre a questa politica bellicista le parole d’ordine: taglio drastico delle spese militari, ritiro immediato di tutte le missioni militari all’estero. Basta guerre imperialiste, il nemico è qui, in “casa nostra”!

E non dobbiamo lasciare scivolare in secondo piano, come se fosse secondario, l’attacco specifico che in questa crisi viene mosso alle operaie, alle proletarie, a tutte le donne senza privilegi, le prime ad essere licenziate e marginalizzate, le più vessate sui luoghi di lavoro, gravate da carichi di lavoro di cura insostenibili, continuo oggetto di violenza maschile e di stato. Facciamo nostri la loro denuncia e il loro appello alla lotta da dovunque venga, da qui, dalla Palestina, dal Brasile, convinti che il nostro fronte di classe sarà immensamente più forte con l’apporto delle loro energie e del loro coraggio.

Compagni lavoratori e lavoratrici,

se siete qui, è a causa delle lotte che avete condotto in questi anni, spesso nel più duro isolamento, forti del vostro motto “chi tocca uno, tocca tutti”, e di un’esperienza di vero sindacalismo auto-organizzato. Da tempo sapete, per esperienza diretta, che la lotta sindacale non è sufficiente, e siete stati parte dell’iniziativa che ha fatto nascere l’Assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi e il Patto d’azione anti-capitalista. Anche noi siamo stati parte di questo sforzo, e oggi lavoriamo spalla a spalla con voi per la massima riuscita dello sciopero dell’11 ottobre, per organizzare insieme la protesta contro il G-20 di fine ottobre, e per un’Assemblea internazionale delle lavoratrici e dei lavoratori combattivi. Siamo sicuri che questa collaborazione ha davanti a sé un grande futuro nella lotta contro il capitalismo per la conquista di una società senza sfruttamento e senza oppressione di classe, di razza, di sesso, di nazione.

Viva la sciopero generale!

Viva il fronte unitario di lotta di tutti i lavoratori e le lavoratrici!

Viva l’internazionalismo proletario!

Bologna, 19 settembre 2021

Tendenza internazionalista rivoluzionaria

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