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Violenza sulle donne

Violenza sulle donne

(30 Aprile 2012) Enzo Apicella

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CHIUSURA DEL PROGETTO “ROXANNE”: STIAMO TORNANDO ALLA BARBARIE

IL CONTRASTO ALLA TRATTA DELLE DONNE RIDOTTE IN SCHIAVITU’ SESSUALE VIENE RIPORTATO ALLA LOGICA DELL'EMERGENZA

(22 Settembre 2021)

comunicatousi

"Il Progetto Roxanne, servizio attivo dal 1999, rivolto alle donne vittime di tratta, articolato in centro di ascolto, unità mobili di contatto e case di fuga, con successivo sostegno all'inserimento socio lavorativo alla fine del percorso programmato e mirato, è fermo dal 23 agosto scorso. Sono già da diversi anni che il servizio è a rischio chiusura, a causa di vari de-finanziamenti e tagli di budget nel bilancio di Roma Capitale, sui servizi sociali e su progetti di rilevanza sociale come il Roxanne.
Attualmente lo sportello sito in via Galilei, 15 (lo stesso palazzo ma con entrata di lato, del Dipartimento e Assessorato ai servizi alla persona, comunità solidale e salute di Roma Capitale), viene temporaneamente gestito da Roma Solidale Onlus, con tre Operatori. Il 16 settembre 2021 la Direzione del Dipartimento ha chiesto agli enti gestori di riconsegnare le chiavi e di sgomberare i locali.
Ufficialmente la manifestazione di interesse pubblicata dal Dipartimento Politiche Sociali è andata “deserta”. Secondo gli enti gestori, che hanno nuovamente partecipato, c’è stato un problema nell’invio dei documenti sulla piattaforma telematica TuttoGare di Roma Capitale, al quale non sarebbe seguito alcun contatto dal Dipartimento, per trovare una soluzione temporanea e non interrompere il servizio.
L’assessorato ancora gestito dalla Mammì, ha fatto sapere che gli uffici stanno lavorando per pubblicare una nuova manifestazione di interesse. Le azioni di prevenzione e contrasto del fenomeno della tratta, devono partire dal primo contatto e dall’accoglienza, non limitandosi al momento dell’emergenza, magari utilizzando servizi in essere che di altro si occupano.
Siamo di fronte ad un problema di programmazione e pianificazione degli interventi, relativi al disagio sociale, che lasciano molto a desiderare, costringendo a ripiegare sui servizi generici di “emergenza sociale” che non sempre, hanno a disposizione risorse adeguate, oltre a non essere spesso, la risposta immediata specifica alla situazione contingente come sgomberi, sostegno alle donne vittime di violenza, su cui dal Comune di Roma è stata fatta molta pubblicità in stile campagna elettorale, sull’apertura di nuovi punti di contatto, che svolgono funzione importantissima, non incrementando però l’apertura o il mantenimento di nuove “case di fuga”, né il rilancio delle varie fasi e gradi di intervento in questo delicato tipo di intervento sociale. Per i benpensanti, malgrado tutto il progetto Roxanne è stato un punto di riferimento in tutti questi anni, persino per le Forze dell’Ordine, in termini di contrasto alla schiavitù e alla lotta alla criminalità organizzata che gestisce, anche con rilevanti profitti, la tratta delle donne e della prostituzione minorile.
Prevenzione e contrasto alla tratta e al regime di semi-schiavitù delle donne, spesso giovani e immigrate, programmazione di interventi, meritano maggior impegno, finanziamento e attenzione alla gestione dei fondi pubblici, evitando di scadere nella logica dell’emergenza o di promesse, anche queste a finalità elettorali, rivolte alla “pancia” e ai bassi istinti di parte della cittadinanza, di stampo securitario e repressivo ("maggiore sicurezza, più illuminazione, più telecamere…”), forse buone a tacitare le coscienze, ma di scarsa efficacia e concretezza.
L’Unione Sindacale Italiana Usi, segnala questo ennesimo caso, purtroppo non l’ultimo dopo la chiusura dello spazio mesi fa, del Centro di Accoglienza Madre Teresa di Calcutta, per i senza fissa dimora, la gestione sempre in chiave emergenziale e da trasformazione delle questioni come problemi di mero ordine pubblico, tra sfratti, sgomberi, gestioni di progetti mirati e di servizi in modo “ansioso” e non razionale e pianificato, come sarebbe lecito aspettarsi nella Capitale d’Italia, dove al posto di provvedimenti occasionali e di emergenza, sarebbe necessario organizzare e programmare attività e servizi, progetti finalizzati di rilevanza sociale, sanitaria, di accoglienza e di reinserimento lavorativo, sociale, di natura integrata e articolata, in una visione complessiva dei bisogni e delle condizioni di vita, di tante persone che vivono nella nostra città. Un cambio di passo che anche questa Amministrazione uscente, come purtroppo altre che l’hanno preceduta, non è stata in grado di fare.
RESISTEREMO ANCORA, come operatrici e operatori sociali a vario titolo utilizzati nella miriade di servizi e attività pubbliche, sociali, assistenziali, educative, socio sanitarie, guarda caso tutte esternalizzate a Roma Capitale. SAREBBERO UTILI DEI SEGNALI DI RISCOSSA, popolare, autorganizzata e dal basso, dai quartieri periferici come nelle zone centrali, dai posti di lavoro alla rete di sostegno e solidarietà sociale presente a Roma, per UN REALE CAMBIAMENTO DELLO STATO DI COSE PRESENTI, anche come segnale nei confronti di TUTTI I CANDIDATI A SINDACO DELLA CITTA’, che sarebbe necessario un sistema complesso, multifunzionale, calibrato alle specifiche esigenze ma coordinato e pianificato, per i servizi sociali-educativi-assistenziali-sociosanitari a Roma…se non ora, quando?

Roma, 21 settembre 2021

Usi Unione Sindacale Italiana fondata nel 1912

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