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ITALPIZZA RADDOPPIA LA PRODUZIONE
MA SI PREPARA A LICENZIAMENTI DI MASSA

(5 Ottobre 2021)

si cobas pugno

Secondo l'accordo firmato tra Cgil-Cisl-Uil ed Italpizza nel 2019, dopo mesi di scioperi ai cancelli, a gennaio 2022 tutti i lavoratori in appalto sarebbero stati assunti in maniera diretta, con l'applicazione del contratto Alimentare o Logistica, a seconda dei reparti. Da quel momento Italpizza ha investito decine di milioni di euro, non per adeguare i contratti, ma per robotizzare le linee di produzione e confezionamento, liberandosi così dei lavoratori in carne ed ossa. La velocità delle linee di farcitura è passata da 2.500 pizze a 4.700 pizze all'ora. Queste pizze vengono lavorate da 2 (due!!) sole lavoratrici. La settimana scorsa i tecnici hanno provato se fosse possibile aumentare ulteriormente il ritmo a 6.000 pizze all'ora, esprimendo dubbi sulla possibilità dei congelatori di reggere a questi ritmi, senza minimamente considerare se le persone potessero reggere il ritmo. Capogiri, svenimenti e nausea per la velocità dei nastri sono all'ordine del giorno, aumentando in questo modo i già altissimi infortuni.
Oggi Italpizza produce quasi il doppio, ma con meno personale: tutti i lavoratori si trovano quindi in cassa integrazione per 4 giorni a settimana, con un enorme esborso da parte delle casse INPS. Italpizza insomma sta sostituendo il fastidioso personale umano con le macchine, il tutto a spese dei contribuenti! Come mai le istituzioni glielo concedono? La cassa integrazione dovrebbe essere una misura di sostegno alle aziende in crisi, non un trucchetto per scaricare i costi del personale, eppure sembra che nessuna istituzione preposta ai controlli (ITL, Agenzia delle Entrate, Ministero del Lavoro, Prefettura, ASL) si sia accorta di nulla.
Nei reparti gli operai sono guardati a vista da sorveglianti-responsabili, incaricati di comminare quante più multe disciplinari possibili, spesso inventate di sana pianta: in questo modo, oltre a riaffermare il clima da fabbrica-prigione che causò gli scioperi del passato, Italpizza ha licenziato o “spinto” alle dimissioni circa 90 operai tra il 2020 e oggi - alla faccia del blocco dei licenziamenti! - mentre si prepara a lasciarne a casa altri 150 circa a dicembre, prima che scatti l'obbligo di regolarizzazione del personale.
Italpizza non risponde alle richieste del sindacato di avere chiarezza su quel che accadrà a dicembre, mentre continua a chiudere commesse milionarie per la robotizzazione (l'ultima pochi giorni fa con la GMM di Fiorano) grazie ai soldi risparmiati sfruttando operai e contribuenti.
Chiediamo che l'azienda spieghi con chiarezza qual è il destino dei lavoratori in appalto, che si apra un tavolo di confronto sull'applicazione degli accordi confederali e che le istituzioni controllino l'operato di Italpizza per quanto riguarda ritmi di lavoro e ammortizzatori sociali.
Per fare ciò convochiamo una conferenza stampa (con sciopero) davanti ai cancelli dello stabilimento per venerdì 8 ottobre, alle ore 10:00. Nel corso della conferenza verrà anche illustrata la denuncia per interposizione illecita di manodopera, sporta da oltre cinquanta operai contro l'azienda, e depositata presso la procura della Repubblica.

Modena, 5 ottobre 2021

S.i. Cobas Modena

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