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(15 Agosto 2012) Enzo Apicella

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Roma, 17 ottobre: assemblea astensionista per la costruzione di un'opposizione di classe

(8 Ottobre 2021)

assemblea astensionista

Ogni società storicamente determinata è gravida della successiva.
La partorisce con dolore, perché colma di contraddizioni inestricabili.

La realtà rende universalmente valido questo assunto, ancor più evidente oggi, nel mondo attuale, dove lo squilibrio tra tendenza storica alla socializzazione della produzione ed accumulazione privata del prodotto diviene esplosivo.
In sostanza, i rapporti sociali profondi entrano in frizione con la crosta politica, ideologica, abitudinaria.
In sostanza, questa società, matura per partorirne un'altra, non ci riesce perché impedita dal dominio profittuale e dall'assenza di una coscienza diffusa.
Nessun potere molla i suoi interessi perché glielo si chiede, o perché democraticamente si contesta.
Anzi, la cosiddetta libertà del diritto giuridico, come la democrazia divengono strumenti, foglie di fico, migliore involucro per le idee dominanti a difesa di ogni oppressione e sfruttamento.
Ogni ciclo storico, e la struttura sociale che lo ha espresso, sono iniziati e finiti non pacificamente, tra gli attacchi del nuovo e la resistenza del vecchio ordine.
È sempre stato così, per ogni passaggio d'epoca.
La cruna d'ago non è mai stata la continuazione, ma la rottura.
Non la conciliazione, ma la rivoluzione!
L'esercizio, l'uso della strumentazione elettorale può servire a cambiare il colore del potere, rendendolo più funzionale agli stessi interessi.
Ma non ad eliminarlo.
Oggi, la democrazia rappresentativa tende a fare a meno anche della legittimazione di quegli strumenti, continuando ad esprimersi, a trasformarsi e rafforzarsi pur con un alto tasso di non partecipazione elettorale.
Il passaggio che viviamo è quello da una democrazia "elettiva e partecipata", ad una democrazia funzionale, più snella, veloce, adeguata al comando e alla competizione di mercato.
Ecco perché un semplice astensionismo, spesso inconsapevole o episodico, non basta, e non serve.
Ecco perché noi non votiamo.
Non perché non troviamo candidati validi, ma perché non crediamo
sia quella la strada del cambiamento.

DALLA PROTESTA ASTENSIONISTA
ALL'ANTIPARLAMENTARISMO STRATEGICO.
Mentre l'astensione interclassista è una reazione rabbiosa, immediatista, spesso incosciente a incompetenza e malcostume, l'antiparlamentarismo di classe è una scelta prospettica, frutto del quadro mondiale vincolato e vincolante, nel quale governi e politiche sono sempre più determinate da competitivi interessi geoeconomici, commerciali, militari.
Il nostro antiparlamentarismo non è di principio, né appartiene alla filiera del "revisionismo programmista", ma strategico, perché si misura con i tempi del movimento reale,e con quelli del suo superamento rivoluzionario, maturo ed attuale storicamente ma non politicamente.
Il nostro antiparlamentarismo tende a superare il contingentismo positivista, schierando donne e uomini sul terreno della scienza fredda della rivoluzione.


ASSEMBLEA ASTENSIONISTA PER LA COSTRUZIONE DI UN'OPPOSIZIONE DI CLASSE - DOMENICA 17 OTTOBRE, ORTO INSORTO(via degli angeli 140) ROMA

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