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Affaire du Siècle, sentenza storica in Francia: Tribunale ordina allo Stato di rispettare i suoi impegni climatici

(14 Ottobre 2021)

Il prossimo presidente della Repubblica dovrà fare una politica climatica sotto esame giudiziario

Fondation Nicolas Hulot

Oggi, il tribunale amministrativo di Parigi ha emesso la decisione finale sull’Affaire du Siècle e ha ordinato allo Stato francese di adottare «tutte le misure necessarie» per riparare, entro il 31 dicembre 2022, il danno ecologico causato dal superamento illegale dei budget di carbonio tra il 2015 e il 2018. Un’ottima notizia che premia tre anni di lavoro, mobilitazione e procedimenti giudiziari dei promotori dell’Affaire du Siècle: Notre Afaire à Tous, Fondation Nicolas Hulot, Oxfam France et Greenpeace France e gli oltre 2,3 milioni di firmatari.

Greenpeace France esulta: «E’fatta! Tre anni dopo aver avviato un’azione legale contro lo stato francese e la sua inerzia di fronte alla crisi climatica, la decisione è arrivata: lo Stato è stato condannato per le sue mancanze nella lotta al cambiamento climatico, e la la giustizia gli ha ordinato non solo di agire per ridurre le sue emissioni di gas serra ma anche per riparare alle conseguenze della sua inazione negli ultimi anni. Questa vittoria è semplicemente storica e segna una pietra miliare per la giustizia climatica. E’ il risultato degli sforzi collettivi e dell’incredibile mobilitazione di oltre 2,3 milioni di persone che hanno risposto al nostro appello per il clima!»

Tra il 2015 e il 2018, la Francia ha emesso 15 milioni di tonnellate di gas serra in eccesso rispetto agli impegni previsti dai testi. Una colpa che ha messo lo Stato nell’illegalità e che i leader sono ora costretti a riparare entro la fine del prossimo anno. 15 milioni di tonnellate di gas serra dovranno quindi essere rimossi dal “carbon budget” della Francia per il 2022. Questa decisione richiede quindi allo Stato di raddoppiare le riduzioni delle emissioni previste tra il 2021 e il 2022.

Gli ambientalisti fanno notare che «Questa sentenza senza precedenti obbliga l’attuale governo, ma anche il futuro inquilino dell’Eliseo, visto che ad aprile 2022 si eleggerà il nuovo presidente della Repubblica: ci sono 14 mesi per recuperare il ritardo accumulato in tre anni». Per le quattro organizzazioni promotrici, «D’ora in poi, il presidente che non rispetta gli impegni climatici della Francia la condannerebbe due volte: prima esponendo la sua popolazione agli impatti sempre più devastanti e costosi dei cambiamenti climatici, poi esponendola a ulteriori condanne da parte dei giudici».

Il prossimo quinquennio è quello decisivo e le prossime elezioni sono cruciali. Per rispettare i suoi impegni sul clima, lo Stato francese dovrebbe, ad esempio: raggiungere 700 mila ristrutturazioni con standard di elevata efficienza energetica all’anno; aumentare il traffico ferroviario dal 20 al 25%r cento rispetto al 2018; moltiplicare per 4 la superficie coltivata ad agricoltura biologica.

Per le organizzazioni dell’Affaire du Siècle, «Da oggi, qualsiasi frenata sulla traiettoria di riduzione dei gas serra potrebbe essere sanzionata dalla giustizia in caso di ulteriore ritardo. Lo Stato ha ora un obbligo di risultato per il clima. Questa necessaria rottura con la politica climatica così com’è oggi la dobbiamo ai giudici che si sono occupati della questione climatica e alla mobilitazione senza precedenti dei 2,3 milioni di persone che hanno sostenuto l’Affaire du Siècle».

Umberto Mazzantini - greenreport

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