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Il soldato Manning

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(4 Marzo 2011) Enzo Apicella
Rischia la pena capitale il soldato statunitense accusato di aver rubato centinaia di migliaia di informazioni segrete e di averle passate a Wikileaks

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AUKUS: IL CAPITALE PREPARA LA GUERRA

(2 Novembre 2021)

Dal n. 106 di "Alternativa di Classe"

Scott Morrison

Il primo ministro australiano Scott Morrison

I leader di Stati Uniti, Regno Unito e Australia hanno annunciato un nuovo patto militare per l'Indo-Pacifico. Il patto militare AUKUS è visto da più parti come un nuovo strumento per contenere l'ascesa geopolitica della Cina, a partire dalla “One Belt One Road”.
L'annuncio è arrivato con una dichiarazione congiunta del presidente USA Joe Biden, del premier britannico Boris Johnson, e di quello australiano Scott Morrison. Secondo gli analisti, AUKUS è il più importante accordo di sicurezza siglato dai tre Paesi imperialisti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Esso è separato dal “Five Eyes”, l'alleanza d'intelligence che USA, Gran Bretagna e Australia hanno con Canada e Nuova Zelanda.
La prima ricaduta immediata dell'accordo è un piano da sviluppare in 18 mesi, per dotare la flotta australiana (Royal Australian Navy) di sottomarini a propulsione nucleare. A guidare le operazioni saranno due colossi dell'industria britannica: la Rolls- Royce e la Bae Systems. Al momento, solo USA, Gran Bretagna, Francia, Cina, Russia e India possono schierare questo tipo di sommergibili.
AUKUS prevede anche una cooperazione trilaterale su intelligenza artificiale, sicurezza cibernetica e tecnologia quantistica applicata alle armi navali. Nel loro annuncio comune, i tre Paesi imperialisti firmatari non menzionano mai la Cina, ma parlano di sfida alla sicurezza regionale ”cresciuta in modo significativo”: il riferimento indiretto alla Cina è evidente.
Non a caso, l'ambasciata cinese a Washington ha reagito accusando i tre Paesi di “mentalità da guerra fredda e pregiudizio ideologico”. Subito dopo, il Ministero degli Esteri cinese ha definito il patto ”estremamente irresponsabile”. Per la Cina, esso ”mina in modo serio la pace e la stabilità regionale e intensifica la corsa agli armamenti”.
Il Presidente americano, Joe Biden, vuole rinvigorire le tradizionali alleanze degli Stati Uniti, per contrastare l'avanzata dell'imperialismo cinese. La tensione tra le due potenze imperialiste continua a salire nel Mar Cinese Meridionale, che la Cina rivendica quasi per intero. Di recente, le autorità cinesi hanno adottato un regolamento che richiede alle imbarcazioni straniere di notificare il loro ingresso nelle acque che la Cina considera parte del proprio territorio. Gli Stati Uniti hanno già sfidato la Cina con un'operazione navale vicino a Mischief Reef.
Anche i dirigenti politici australiani sono preoccupati per il crescente attivismo militare della Cina nel Mar Cinese Meridionale. Da tempo, i rapporti tra Cina e Australia si sono deteriorati. Il Governo australiano accusa la Cina di “coercizione economica”: a fine 2020, la Cina ha imposto dazi e divieti d'acquisto su prodotti chiave dell'export australiano.
Per il Regno Unito, l'accordo AUKUS rappresenta, invece, un salto di qualità per la politica britannica nel Pacifico Occidentale. Il Regno Unito ha inviato nella regione la sua portaerei Queen Elizabeth, ma, finora, è stato attento a non farla navigare vicino alle isole del Mar Cinese Meridionale, occupate dalle guarnigioni cinesi.
Australia, Regno Unito e Stati Uniti hanno interessi in comune, ma non per questo completamente aderenti. L'Australia, che è da decenni considerata l'avamposto del blocco a guida USA nel Pacifico, considera fondamentale CONTROBILANCIARE (certo non da sola), l'avanzata cinese nell'area. Un interessamento, che deriva non solo da una continua espansione della forza militare della Cina, ma anche dalle mosse della Repubblica Popolare Cinese in tutta la regione dell'Indo-Pacifico, comprese le rinnovate rivendicazioni sulla “unità del Paese” rispetto a Formosa.
Per l'Australia, l'unico freno alla potenza marittima cinese è quello di stringere i legami con l'Anglosfera. Per il Regno Unito, l'interesse è duplice. Da una parte c'è l'evidente motivazione di inserirsi in modo sempre più radicato nel quadrante dell'Indo-Pacifico per sviluppare quell'idea di Global Britain, tanto cara nel post Brexit. La decisione del governo britannico è stata dettata anche dalla necessità di presenziare con la flotta e con la diplomazia nei mari dell'Estremo Oriente. E il patto AUKUS prevede un intervento, che potrebbe anche essere foriero della vendita dei suoi sottomarini classe Astute.
C'è poi un profilo politico in chiave europea: uno sgarbo alla UE e alla Francia, interrompendo un contratto da decine di miliardi di euro. Un colpo importante nelle logiche mercantiliste, che regolano i rapporti tra il Regno Unito e gli altri Paesi imperialisti del Vecchio Continente.
La Francia si è lamentata per essere stata esclusa da una partnership ”strutturale” con l'Australia, quando gli USA continuano a chiedere agli alleati europei maggiore impegno nell'Indo-Pacifico. Il rammarico maggiore, per gli imperialisti francesi, è però quello di avere perso una commessa da 31 miliardi di euro per fornire agli australiani dodici (12) nuovi sottomarini a propulsione diesel-elettrica: un accordo firmato nel 2016 dalla Compagnia transalpina Naval Group (che ha un accordo aziendale nel settore militare con l'italiana Fincantieri).
La forte critica della Francia, rivolta in particolare contro l'Australia, è determinata dalla sensazione di essere stata tradita. La Francia nella regione Indo-Pacifica, ha 7mila soldati e quasi 2 milioni di cittadini francesi. Ha lavorato molto per costruire quella che pensava fosse una relazione forte con l'Australia.
Il 30 Agosto 2016, dopo intense consultazioni ministeriali, un comunicato diramato anche dagli organi di stampa francesi, parlava della “forza del partenariato strategico” tra Francia e Australia in molte aree, e sottolineava”l'importanza del programma Future submarine”. Nè il 30 Agosto 2016, nè nei molti altri vertici organizzati nei mesi in cui si stava lavorando all'AUKUS, la Francia è stata informata.
E' sempre più evidente la dipendenza dalla Cina delle economie dei Paesi capitalistici occidentali. Nel 2021 le quote di mercato di prodotti provenienti dalla Cina in Francia, in Germania e negli Stati Uniti, sono salite a un livello superiore a quello pre-pandemia da COVID-19. Gli Stati Uniti accusano la Cina 'per l'uso aggressivo di misure, molte delle quali ben fuori dalle pratiche commerciali accettate nel mondo, per catturare porzioni di mercato globale'
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Le materie prime hanno scatenato nel passato guerre, colonialismo, rapine imperialistiche e sofferenze per i proletari impiegati nella loro estrazione e lavorazione. Sono sempre la stessa cosa e sempre foriere di scontri violenti nello sfrenato modo di produzione capitalistico: sui mercati e sui rapporti tra gli Stati borghesi.
Al petrolio, ferro, carbone e rame, le materie prime essenziali per i grandi processi industriali, ora se ne aggiungono altre, per la produzione di nuove merci. Molti analisti economici sostengono che la Cina controlla completamente tutti gli stadi di estrazione, lavorazione e produzione di litio, terre rare, silicio, cobalto, stagno e zinco. Il dominio cinese è vasto nelle miniere del Congo e dello Zambia.
Le tensioni tra gli Stati imperialisti per il controllo sulle località di estrazione e tra i produttori, per accaparrarsi nuovi mercati, si riflettono sull'aumento dei prezzi e sulla disponibilità delle nuove materie prime.
Nella guerra commerciale tra Paesi imperialisti concorrenti sul mercato mondiale, anche la questione climatica e ambientale viene strumentalizzata per giustificare l'imposizione di barriere contro le merci dei rivali.
I Paesi capitalistici occidentali accusano la Cina di essere la principale responsabile delle emissioni di gas a effetto serra. La Cina risponde che sono i vecchi capitalismi responsabili dell'attuale situazione critica.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, per tanti anni, l'imperialismo russo pareva il principale oppositore-concorrente degli altri imperialismi vincitori, ma si è frantumato, ed è diventato un attore di secondo piano nello scontro fra i Paesi imperialisti. L'imperialismo cinese insidia il lungo predominio statunitense, mentre gli imperialismi europei si dividono con gli interessi particolari dei singoli capitalismi nazionali.
Il patto militare AUKUS ci dice che il capitalismo di tutte le potenze imperialiste, grandi e piccole, in lotta fra loro, porterà inesorabilmente a un nuovo conflitto mondiale. Si può fermare la corsa verso la guerra e sconfiggere il capitalismo soltanto con la lotta di classe del proletariato mondiale.

Alternativa di Classe

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