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Morti sul lavoro: un crimine del Capitale

(30 Novembre 2021)

si muore in miniera

Ogni giorno 7.500 lavoratrici e lavoratori perdono la vita, uccisi dal profitto sul lavoro nel mondo.

L’esplosione in una miniera di carbone in Siberia (Russia): 52 morti, tra cui anche 6 soccorritori, riporta per un giorno all’attenzione dell’opinione pubblica, della politica e del sindacato il dramma delle morti sul lavoro, omicidi commessi da datori di lavoro, padroni e multinazionali che per di massimizzare i profitti condannano a morte consapevolmente milioni di lavoratori risparmiando anche i pochi euro necessari alla sicurezza individuale e collettiva dei lavoratori.

La mattanza di lavoratori accaduta pochi giorni fa, questa volta in Russia, dimostra che nel mondo gli operai continuano a morire per mancanza di sicurezza, per il profitto. Questa volta l’ennesima strage operaia potrebbe essere stata causata da polvere di carbone che avrebbe preso fuoco in un pozzo di ventilazione o da un'esplosione di metano misto ad aria, cause se ci fossero stati dispositivi di sicurezza individuali e collettivi idonei potevano essere evitata.

In Russia, come in tutti i paesi capitalisti/imperialisti nel resto del mondo, in passato si sono verificati diversi incidenti in miniera, con morti, feriti e invalidi, derivanti da attrezzature obsolete e agli inadeguati standard di sicurezza. Una delle più gravi catastrofi risale al 2010, quando un’esplosione provocò la morte di 91 persone nella miniera Raspadskaya, la più grande della Russia. Nel 2007 un’altra esplosione uccise 110 persone nella miniera Ulyanovkskaya. Morti sul lavoro nel mondo

NEL MONDO OGNI GIORNO SI MUORE PIU’ CHE IN GUERRA

Secondo le stime dell’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), dati resi noti a ottobre 2021, ogni anno nel mondo ci sono circa 2,8 milioni di lavoratrici e lavoratori che perdono la vita a causa di un infortunio o di una malattia professionale: circa 400 mila lavoratori sono vittime d’infortuni mortali e 2,4 milioni sono le morti causate da malattie professionali. Questi dati resi noti all’Adnkronos/Labitalia da Gianni Rosas, direttore ufficio Oil per l’Italia e San Marino ci dicono che è come se ogni giorno morissero in media 7.500 lavoratori per queste cause: più di cinque lavoratori il minuto. A queste cifre si aggiungono i più di 374 milioni di lavoratori che sono vittime ogni anno d’infortuni sul lavoro non mortali ma che provocano lesioni gravi e portano ad assenze dal lavoro.

Le morti sul lavoro e di malattie professionali non sono mai fatalità o incidenti, ma veri e assassini.

Le morti, gli infortuni e le malattie connesse al lavoro, i rischi possono essere ridotti e le perdite umane eliminate con una politica che rispetti la salute e la vita dei lavoratori.

Chi non rispetta la salute e la vita umana e distrugge gli esseri imani e la natura per il profitto commette dei crimini contro l’umanità. I responsabili delle morti sul lavoro, degli infortuni e degli invalidi sono criminali che dovrebbero essere puniti come tali e non invece graziati da leggi e giudici che gli concedono l’impunità.

Michele Michelino, Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio

Fonte

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