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Teocrazia iraniana contro teocon occidentali: chi vuole lo scontro di civilta’?

La fiaccolata di Ferrara nega i diritti del popolo palestinese e apre nuovi scenari di guerra!

(3 Novembre 2005)

Negli ultimi giorni l’argomento che prevale sui quotidiani e sui telegiornali non è tanto la posizione del Presidente iraniano Ahmadinejad, quanto l’iniziativa promossa dal Foglio di Giuliano Ferrara che ha come obiettivi il sostegno acritico ad Israele ed il definitivo tramonto dell’ipotesi di uno Stato per il popolo palestinese, nonché il pieno appoggio alle politiche della guerra preventiva Usa/NATO. Le dichiarazioni del Presidente iraniano, di per sé incondivisibili, hanno comunque dato la possibilità ai fondamentalisti nostrani di alimentare le teorie (e le pratiche) dello “scontro di civiltà”.

Ahmadinejad ha gettato benzina sul fuoco dello scenario mediorientale, già scosso da tensioni deflagranti causate dalle occupazioni militari dell’Iraq e dei territori palestinesi, dal muro costruito dagli israeliani che ha gettato nel baratro l’economia palestinese. Il programma politico espresso dal Presidente iraniano è semplice e diretto come non mai: l’eliminazione dello Stato di Israele dalle cartine geografiche, cioè la distruzione dello Stato sionista. È un programma che possiamo definire “fondamentalista”, nel senso che indica un obiettivo generale e definitivo, non dunque, a nostro giudizio, un programma di breve scadenza, ma un obiettivo ”strategico”: l’instaurazione di un’unica Repubblica islamica dall’India al Marocco. In realtà, Ahmadinejad vuole da una parte alimentare l’odio verso Israele per coprire le difficoltà economiche del proprio paese e scaricare verso il nemico esterno la rabbia popolare; dall’altra la gerarchia teocratica vuole alzare i toni con l’obiettivo di “difendersi” dal sempre più probabile attacco militare Usa.

Tuttavia, le parole di Ahmadinejad, come avevamo intuito e sospettato fin dalla sua elezione, rappresentano l’orizzonte integralista di un reazionario che, attraverso evocazioni di scenari apocalittici intende suscitare nelle masse popolari una vera e propria mistificazione della speranza di liberazione, brandendo lo scontro religioso e di civiltà come strumento politico di affermazione della propria ideologia. In questa chiave, il sionismo contro cui si schiera il Presidente iraniano non rappresenta minimamente quello che per noi comunisti è una ideologia di matrice sostanzialmente razzistica e imperialistica, per l’idea che i cittadini ebrei siano gli unici detentori di diritti nello Stato di Israele e che tutti i territori dove vivono i palestinesi siano di proprietà dello Stato israeliano stesso. Infatti, l’assenza di ogni riferimento al popolo palestinese e al muro dell’apartheid dimostra che non vi è alcun interesse alle forme di occupazione imperialista, ma solamente un odio di matrice etnico-religiosa contro Israele.

D’altra parte, nessun giornale parla della potenza nucleare israeliana, delle armi di distruzioni di massa che da decenni gli Israeliani stanno costruendo con l’aiuto Usa.

La fiaccolata promossa dal Foglio e dal suo direttore Giuliano Ferrara (che nel 2003 dichiarò di essere stato un agente Cia!) è funzionale alla costruzione di un clima da scontro di civiltà favorevole ad una nuova escalation militare Usa/Nato per accaparrarsi il controllo dei pozzi petroliferi iraniani, Non è casuale che il disegno Usa sia quello di estromettere Cina, Russia ed Iran dal controllo dei corridoi petroliferi, non una parola sulla risoluzione del Consiglio sicurezza Nazioni Unite contro la Siria incolpata della uccisione dell’ex primo ministro Libanese Hariri. Tutto questo accade nonostante che l’opinione pubblica internazionale abbia smascherato la manipolazione delle informazioni per giustificare interventi militari:è il caso del Niger gate e delle prove, fasulle, che servizi segreti hanno fornito sull’acquisto di uranio dal Niger da parte di Saddam Hussein, una notizia falsa e oggi riconosciuta come tale ma che ha dato il via all’intervento Usa inglese ed Italiano con la invasione dell’Iraq.

Ancora una volta la disinformazione è un’arma strategica per manipolare l’opinione pubblica e indirizzarla a sostegno di interventi militari Usa. La manifestazione pro Israeliana rientra a pieno titolo in questa strategia di disinformazione che alla fine si sposa con le mire colonizzatrici degli Usa e con il controllo delle multinazionali occidentali sulle risorse energetiche.

Associazione Comunista IL PIANETA FUTURO

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