">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

Caliendo

Caliendo

(4 Agosto 2010) Enzo Apicella
Oggi si vota alla camera la sfiducia nei confronti di Giacomo Caliendo, sottosegretario alla giustizia

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Stato e istituzioni)

Stato e istituzioni:: Altre notizie

MEMORIE

(27 Gennaio 2022)

memorie - pino

La memoria,
prodromo all'assimilazione ed al richiamo delle esperienze, dovrebbe preservarci, negli spazi temporali e nei luoghi fisici dell'esistenza umana, dalla reiterazione dell'orrore.

Garantire l'archiviazione delle informazioni mnemoniche ci dovrebbe difendere sempre, e ovunque, trasformandosi in lezione storica.

Così non è stato.
Così non è.

La macchina dell'orrore, contemporaneamente alla sua perpetuazione su scala industriale, trasforma episodi tragici, pogrom e massacri in icone, in ricorrenze svuotate del loro contenuto, buone per ogni talk show.

O devia l'attenzione ed il ricordo su presunte "mostruosità" frutto invece di un sistema ben lungi dall'essere sradicato dalla faccia della terra.

Quel sistema è il nostro sistema.

Quel "lavoro rende liberi" ci rende ancora schiavi, sfruttati, uccidendoci ancora.
E i "campi", oltreché diffusi sui fronti di tutte le guerre, "concentrano" anche le nostre idee ed aspirazioni indotte.

I lager non sono solo un ricordo orribile da non dimenticare mai!
E non sono nemmeno solo nazisti, o usati per il massacro dei soli Ebrei.
E non sono finiti con la fine della seconda guerra mondiale.

I lager sono stati e sono l’estremizzazione crudele e massificazione del “normale”, quotidiano svolgimento della vita sociale in ogni latitudine geopolitica.
I lager sono stati e sono campi dove si veniva sfruttati fino alla morte, e se non si moriva di stenti, di fame, di malattie, si veniva uccisi.
Per chi non veniva spedito al fronte a scannarsi col suo fratello di un'altra nazione, c’era il lager, donna vecchio bambino zingaro ebreo anarchico comunista omosessuale o prostituta che fosse.
Se non crepavi al fronte c’era il lager, a rinchiudere ed uccidere l’antagonista, il diverso, l’altro.
La pianificazione del sistema di sfruttamento dei lager diviene metodo concentrazionario universalmente utilizzato sotto le bandiere capitalistiche, in guerra, ma anche in “pace”.

I lager fanno parte di questa epoca economica, si tramandano sotto ogni potere, si diffondono uniformemente ovunque, si travestono di simboli e colori diversi.
Nella Germania di Hitler, nella Russia di Stalin, nella Cambogia di Pol Pot, nell’Italia di Mussolini, nalla Jugoslavia di Tito, nella Romania di Ceacescu, nall’Iran dello Scià e di Khomeini, nella Cina di tutti i periodi.
Nei ghetti dell’apartheid, o nelle deportazioni migratorie, o nelle batterie di allevamento-annientamento animale, o nei quartieri dormitorio di tutte le metropoli, o nei C.I.E.
La globalizzazione capitalista sta producendo la globalizzazione dei lager.
Ecco perché la cosiddetta “giornata della memoria” non può assumere i toni del lamentio, né quelli dell’auspicio affinchè “i lager non tornino piu’”.
I lager non sono mai veramente morti.
I lager sono tra noi, e si riproducono continuamente, come il sistema che li genera.
Non vanno solo ricordati,
ma combattuti!

PINO FERROVIERE

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie dell'autore «Pino Ferroviere»

3641