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Salvate la Sanità

Salvate la Sanità

(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
Secondo Monti il sistema sanitario nazionale è a rischio se non si trovano nuove risorse

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Case e Ospedali di “Comunità” ma non per la comunità

(28 Febbraio 2022)

si cobas pugno

L’epidemia ha evidenziato lo stravolgimento degli stessi parametri della medicina, la quale dovrebbe fondarsi innanzitutto sulla prevenzione dalle malattie e sulla medicina di comunità. La medicina che combatte le epidemie su scala sociale dovrebbe combinarsi con l’informatica per attuare studi statistici sulla popolazione.
Questo investimento dovrebbe anticipare l’insorgere delle malattie e permettere un risparmio per le casse statali. Proprio la mancanza di un Piano antipandemico, la mancata allerta e il mancato tracciamento sono alla base della bancarotta della medicina preventiva che è costato più di 150 mila morti, almeno in parte evitabili.
La sanità privata ha ragione d’essere nel trarre profitto dalle malattie ed è così che gli azionisti del comparto medico-farmaceutico sono al secondo posto negli introiti di borsa. Solo l’industria degli armamenti fa meglio. Per questo nessun ravvedimento, nessun cambio di marcia è sperabile se ad imporlo non siano i lavoratori. In alternativa, qualche lacrima di circostanza per poi fare peggio di prima.
E’ così che lo sciacallaggio sulla salute, riprende nuovo vigore e percorre nuove strade … e le chiamano riforme!
Il PNRR mette a disposizione 7 miliardi per la medicina territoriale. E’ su questi soldi che si apre la caccia.
Gli obbiettivi: frenare gli accessi “inappropriati” agli ospedali e favorirne le dismissioni, raggiungere il 10% di assistenza domiciliare, ridurre il gap del Mezzogiorno, digitalizzazione e modernizzazione delle apparecchiature. Ecc. ecc.
Viene ridisegna l’architettura del SSN e si pone su uno stesso piano la Sanità Pubblica e la Sanità Privata.
I grandi ospedali centrati sulla gestione delle malattie ad alta complessità mentre le Case di Comunità e Ospedali di Comunità avrebbero la gestione dei pazienti non gravi, fragili e cronici.

Il PNRR prevede la costruzione o riadattamento di 1350 Case di Comunità e 400 Ospedali di Comunità entro il 2026

E’ la riproposizione aggiornata del modello lombardo imperniata sul “gestore unico” (medico di medicina generale più privati) a cui giustamente avevano aderito solo il 10% degli utenti. Ora viene riproposto a scala nazionale.
Le Case della Comunità dovranno promuovere la interdisciplinarietà e progettare interventi a carattere sociale. Qui la generalità della formula non dice come fare e soprattutto con quali risorse. Ancora un matrimonio con i fichi secchi!
Le criticità rivelano che questo progetto è solo una scatola vuota utile però a mettere le mani sui soldi del PNRR.
• A fronte del taglio dei posti letto attuato negli ultimi trent’anni (2.553 mila solo in Lombardia) gli Ospedale di Comunità prevedono moduli di 20 posti letto che moltiplicati per i 84 Ospedali previsti sempre in Lombardia si arriva alla miseria di 1.745 Posti letto.
• La copertura non c’è. Infatti le risorse mosse dal PNRR scadono nel 2026 mentre l’arruolamento del personale è previsto solo nel 2027. Nell’intesa Stato-Regioni viene detto chiaramente ( Art.4) “senza nessun onere a carico della finanza pubblica”. Le risorse dovranno essere la conseguenza della razionalizzazione e cioè altri tagli ai servizi e il saccheggio di quel che (non) resta del personale sanitario.
• Ogni Ospedale prevede 9 infermieri e 6 OSS. La gestione sarà a prevalenza infermieristica e la parte medica in carenza dei medici qualificati sarà assolta dei medici specializzandi. Dopo tanta poesia sulla professionalità siamo alla prosa del si fa quel che si può.
Se il ministro Speranza non sarà in grado di moltiplicare infermieri e OSS come fossero pane e pesci siamo di fronte all’ennesime controriforma vestita dal nuovo che avanza.
• E’ facile pensare che la costruzione delle nuove strutture sarà affidata ai privati con la formula del project financing e sulle pietre e il cemento edificheranno tante chiese in cui professare la fede del capitale.

La Riforma a ben vedere non ha nulla a che vedere con la prevenzione e con la medicina territoriale, è solo un tavola imbandita a favore delle consorterie private. Nasce su presupposti sbagliati: il privato non è interessato alla prevenzione perche il suo guadagno è sulla malattia. Malattia che la medicina preventiva e l’epidemiologia dovrebbe contrastare e contenere.
La Riforma sposta ancor di più gli equilibri fra pubblico e privato a favore di quest’ultimo. Il piano di (contro) riforma non ha nulla di sanitario è solo un piano affrettato e inconcludente per mettere le mani sulla quota del PNRR che transiterà dalla sanità ma non si fermerà perché il guidatore lavora per i padroni e non per i lavoratori.

si cobas

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