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(9 Marzo 2022)
Uno su settantadue milioni è media infinitesimale, bisognerà vedere se le percentuali aumenteranno in funzione di quanto proseguiranno guerra e resistenza. Alcune testate indiane hanno messo in risalto la vicenda dello studente d’ingegneria Sainikhesh Ravichandran originario dello Stato meridionale Tamil Nadu che conta appunto 72 milioni di abitanti. Sainikhesh studia ingegneria aerospaziale presso l’università di Kharkhiv, a questa passione aggiungeva sin dagli anni del liceo quella militare. Finora inappagata. Terminata la scuola superiore aveva provato ad arruolarsi nell’esercito del suo Paese, era stato respinto per motivi di altezza. Le note diffuse dall’agenzia Ians dicono che il ragazzo aveva provato anche con l’esercito statunitense. Invano. Nel 2018 il trasferimento in Ucraina per frequentare l’università. E accanto ai corsi accademici ha aggiunto quelli paramilitari. Il terreno risultava fertile ben prima che dell’invasione russa, le tensioni interne con le regioni separatiste di Donetsk e Lugansk avevano visto nascere gruppi paramilitari sin dal 2014, reparti come la Legione Nazionale Georgiana nella quale il giovane indiano ora s’è arruolato, diventati supporto dell’esercito di Kiev. I genitori di Sainikhesh, che si mostra orgoglioso con elmetto e fucile d’assalto assieme ad altre neo reclute nelle immagini postate dal gruppo sui social media, sono rimasti basiti alla notizia. Hanno provato tramite il consolato indiano, che s’occupava di altri universitari rimasti bloccati alla frontiera polacca nel tentativo di riparare all’estero, di far recedere il figlio dalla svolta bellica. Senza esito. Afflitto il padre dello studente dichiarava al Times of India: “Sono terribilmente sconvolto, mio figlio sta seguendo le incessanti richieste d’aiuto del governo ucraino di reclutare combattenti stranieri”. Fondata otto anni addietro da tal Mamuka Mamulasvili - giovanissimo guerrigliero dell’Abkhazia, così recitano le sue note biografiche diffuse sul web - la Legione Georgiana, s’è messo al servizio del presidente Zelensky riconoscendogli leadership e decisionismo. Pur aggregando miliziani d’ogni provenienza - conta su volontari statunitensi, britannici, svedesi, lituani, messicani, e ora indiani - Mamulasvili dichiara di voler tenere alla larga fanatici neonazisti e suprematisti. Nulla a che fare col Battaglione Azov, ma a sostegno delle azioni armate e dell’addestramento militare intrapresi la sua visione socio-politica appare parziale se non proprio offuscata. In un’intervista ha affermato: “La Russia dipende storicamente dall’Ucraina perché la Russia non ha una sua storia”. In questa bolgia s’è infilato Sainikhesh, forse più per la frustrazione d’una divisa mai vestita, che per senso d’appartenenza a un disegno di resistenza internazionale. Certo, la tradizione Tamil è combattente, i tamil malesi all’interno dell’Indian National Army s’opposero al dominio coloniale britannico, ma in questa storia i genitori di Sainikhesh non si danno pace. E la pace sembra una chimera. Mentre c'è chi stravede per armi e guerra, nei due fronti e oltre quelli.
articolo pubblicato su enricocampofreda.blogspot.com
Enrico Campofreda
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