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(28 Maggio 2011) Enzo Apicella
Fincantieri chiude gli stabilimenti di Sestri Ponente e di Castellammare di Stabbia e annuncia 2.500 licenziamenti.

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(Lotte operaie nella crisi)

Profitti record per la borghesia e carovita per i
proletari

Rilanciare la lotta per l’aumento dei salari!

(16 Marzo 2022)

scintilla

Ogni giorno che passa operai, lavoratori sfruttati, pensionati poveri, vedono che il potere d’acquisto del salario è in picchiata. Al mercato, dal benzinaio, quando si va a pagare le bollette, ci si rende conto che è sempre più difficile far quadrare i conti e arrivare alla fine del mese.

E allora si cerca di risparmiare, di rimandare alcune spese, si tira la cinghia.

Si compra cibo di scarsa qualità, si tengono spente le luci e il termosifone, il cinema e il teatro sono diventati un lusso, ci si muove di meno e ci si cura sempre meno, con il risultato che si sopravvive peggio di prima, ci si ammala di più, si incontrano sempre più difficoltà e guai da risolvere… L’esistenza diviene ancor più penosa e abbruttita, frutto di una società basata sui profitti di un pugno di parassiti a danno della stragrande maggioranza della popolazione.

La vita quotidiana è condizionata da salari e pensioni da fame, servizi sociali inesistenti, con milioni di lavoratori che toccano con mano cosa sono la povertà assoluta e quella relativa, le privazioni, il precariato, la disoccupazione, il degrado delle condizioni di lavoro e di vita, la cancellazione di posti di lavoro e dei diritti conquistati con le lotte per via della sfrenata concorrenza capitalistica e delle politiche dei governi a loro servizio. La pandemia e la guerra hanno aggravato tutto ciò.

I salari reali sono congelati da decenni grazie a contratti bidone; l’orario di lavoro effettivo e la vita lavorativa sono stati prolungati; cresce il profitto che rimane nelle mani dei padroni, e di conseguenza il portafogli o il conto corrente sono sempre più vuoti.

La disuguaglianza e le ingiustizie sociali si approfondiscono assieme all’abisso che divide le classi proprietarie dalla classe che trae il suo sostentamento soltanto dalla vendita della propria forza-lavoro.

Sono in molti a fare la fame, a non potersi permettere le visite e le cure mediche in gran parte provatizzate, a non poter far studiare i figli.

Questo mentre i grandi capitalisti, i grandi azionisti, i manager, i boiardi di Stato intascano profitti, dividendi e stipendi record, sguazzando nel lusso alla faccia dei proletari.

Gli altri prezzi dell’energia, dei prodotti di largo consumo, i costi crescenti per i trasporti hanno fatto della questione degli aumenti dei salari, delle pensioni, del potere di acquisto della classe operaia e delle masse lavoratrici un elemento centrale della lotta fra le classi.

Privi di un meccanismo come la “scala mobile” che proteggeva parzialmente i salari dall’inflazione, con le retribuzioni reali in diminuzione da trenta anni a questa parte, a fronte di un’inflazione che da anni non si vedeva con questi indici, gli operai cominciano a esigere forti aumenti in busta paga, specie per le categorie peggio retribuite.

A questa esigenza il governo, i padroni, i ricchi, rispondono: eh no, altro che aumenti di salari, la priorità va data alla ripresa dell’economia, all’aumento della competitività e della produttività, a far lavorare di più e più a lungo chi è già occupato. Perciò impongono una politica antioperaia sui salari, accompagnata dal ricatto dei licenziamenti.

Per “lor signori” se c’è qualcosa che deve aumentare sono le tasse per i lavoratori, le spese militari, i profitti dei monopoli più forti, le ricchezze di una minoranza che in due anni di pandemia si è arricchita a dismisura (in questo periodo i 10 più ricchi del mondo hanno raddoppiato i loro patrimoni).

Gli economisti borghesi dicono che l’aumento dei salari va a incidere sui prezzi, creando una spirale, ma sappiamo bene che va a toccare i profitti, per questo l’argomento deve restare tabù.

Nei pochi casi in cui i padroni elargiscono aumenti, sono ridicoli e diluiti nel tempo.

Per molti lavoratori i contratti sono divenuti momenti di retrocessione economica, invece che di avanzamento.

Sono sempre di meno gli operai che ricevono un salario al di sopra della soglia della povertà. Solo una ristretta aristocrazia operaia, legata ai capitalisti e allo Stato, galleggia grazie alle briciole dei sovrapprofitti.

Non ce la facciamo più, la situazione è insostenibile e inaccettabile.

La rabbia monta assieme all’esigenza di ottenere salari dignitosi, che ci permettono di vivere decentemente, di nutrirci, di riscaldarci, di curarci, di muoverci, di studiare…. Le ragioni per sviluppare una forte lotta per l’aumento sostanziale dei salari ci sono tutte e la collera cresce di fronte ai rifiuti di padroni e del governo del miliardario banchiere Draghi.

Gli scioperi per gli aumenti salariali necessari a recuperare potere d’acquisto e migliorare le condizioni di vita di operai e lavoratori sfruttati sono più che legittimi e vanno messi urgentemente all’ordine del giorno, come fattore della più ampia mobilitazione delle classi e degli strati sociali sfruttati e oppressi.

Basta con i silenzi, basta con le solite manovre su cuneo fiscale etc., che vanno a vantaggio di chi le tasse non le paga, basta con l’attendismo!

Nessuno può negare questa esigenza vitale della classe operaia e delle masse popolari, che si scontra frontalmente con le “compatibilità” capitalistiche, con la legge del massimo profitto che grava sull’intera società, con lo stesso sistema della schiavitù salariata.

Nessuno può negare che elettricità e gas sono fondamentali per le necessità vitali dei lavoratori e delle masse popolari, dunque gas ed elettricità devono stare fuori dal mercato capitalistico.

L’aumento generalizzato dei prezzi è un’importante base oggettiva per lo sviluppo della lotta di classe del proletariato contro la borghesia.

In queste condizioni e con questi propositi, il malcontento e la protesta proletaria e popolare si devono estendere e radicalizzare, devono trasformarsi in mobilitazione di massa diretta dalla classe operaia.

Aumentiamo la pressione sui sindacati, convochiamo assemblee di fabbrica e di luogo di lavoro, organizziamo scioperi e dimostrazioni!

I comunisti e gli operai avanzati e combattivi hanno una funzione essenziale per orientare e dirigere la lotta, ponendo le basi di quel partito proletario indipendente e rivoluzionario che sulla sua bandiera ha scritto la consegna “Soppressione del sistema del lavoro salariato!”, affinché i lavoratori possano vivere e produrre senza padroni, senza sfruttamento, senza la paura del licenziamento e della povertà.

Da Scintilla n.121 – febbraio 2022

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