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Pomigliano. La galleria del vento

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Confermato il piano industriale, 700 esuberi tra gli impiegati

Fiat incalza i sindacati: il nodo è la produttività

(5 Novembre 2005)

Il successo della Grande Punto «non cambierà la Fiat, ma sbagliarlo avrebbe voluto dire affondare». Le parole dette al Wall Street Journal Europe dall'amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, chiariscono la fase che sta attraversando la più importante impresa privata italiana, impegnata a recuperare il terreno perduto in questi anni sul piano tecnologico e dell'innovazione ma pronta a ricadere negli errori del passato, come insegna il braccio di ferro sui 18 turni a Melfi. Il percorso dei prossimi mesi è indicato nel piano industriale presentato il 3 agosto a Palazzo Chigi: la Grande Punto, è stato spiegato ieri ai sindacati, sarà prodotta anche a Mirafiori (ci vorranno 4 mesi per realizzare la nuova linea) e l'Alfa 156 Sportswagon a Pomigliano. Nessun stabilimento italiano chiuderà ma sono in esubero 700 impiegati degli enti centrali di Mirafiori, oggi in cassa integrazione, per i quali l'azienda ritiene indispensabile che il governo conceda la mobilità lunga.

La casa torinese ha quindi ribadito il «ruolo centrale» del problema della produttività. «E' il punto di debolezza di Fiat Auto nei confronti dei concorrenti - ha sostenuto il Lingotto, secondo una fonte che ha partecipato all'incontro - il gap è pesante, e per recuperarlo è indispensabile intervenire in profondità e velocemente per ridurre le ore-veicolo, per ritornare a essere concorrenziali in mercati caratterizzati da forte aggressività».

Azienda e sindacati torneranno a incontrarsi il 9 novembre a livello di segreterie nazionali per definire le modalità di prosecuzione del confronto. Giorgio Cremaschi, segretario nazionale Fiom, puntualizza: «Se la Fiat pensa di supplire alle proprie inefficienze con l'olio di gomito dei lavoratori, come ha sempre fatto finora, il confronto non è possibile. Già è in corso a Torino - ricorda il sindacalista - un'indagine del procuratore Guariniello sulle lesioni che provoca il Tmc2 (sistema che fissa i tempi e la quantità del lavoro da svolgere ndr). Viceversa - osserva Cremaschi - se si pensa di produrre meglio valorizzando il lavoro, come accade in tutta Europa nel settore dell'auto, questo cambierebbe molte cose».

Tornando al piano industriale, sono tante le questioni irrisolte, come ha sottolineato il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini. «Pur riconoscendo che ragioniamo su una fase transitoria e non su ipotesi strategiche - dice Rinaldini - rimangono insolute questioni decisive relative al superamento della cassa integrazione e alle prospettive non chiare di alcuni stabilimenti, come Termini Imerese. Anche sulla Grande Punto a Mirafiori non sono state indicate date certe».

Roberto Farneti - Liberazione 5 novembre 2005

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