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Il tour dei Nobel per la pace

Il tour dei Nobel per la pace

(20 Novembre 2011) Enzo Apicell
Obama, premio Nobel per la Pace, dichiara di “non escludere un attacco militare all'Iran”. Shimon Peres, premio Nobel per la Pace, afferma: “L'attacco all'Iran è sempre più vicino”.

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No all’aumento delle spese militari! Via dal potere Draghi e i fautori della politica di guerra!

(5 Aprile 2022)

piattaforma comunista

Il governo “dei peggiori”, ha deciso di aumentare al 2% del PIL le spese militari. Un obiettivo da tempo perseguito dall’imperialismo USA e dal suo braccio armato, la NATO.

Col ripugnante ordine del giorno approvato da Camera e Senato, collegato al decreto governativo sull’Ucraina, la spesa militare passerà da 68 milioni ad almeno 104 milioni al giorno (un aumento del 53%!). Le gigantesche spese del militarismo sono una necessità vitale per il capitalismo, alla faccia dei magri salari, del carovita e della miseria dilagante.

Camera e Senato – sostenute da una velenosa quanto falsa propaganda di guerra a reti unificate - concedono la fiducia chiesta dal governo sul decreto Ucraina a larghissima maggioranza, a dimostrazione che quando si tratta di votare per gli interessi fondamentali della borghesia tutti i principali gruppi parlamentari si compattano come frazioni di un solo partito della classe dominante.

Socialdemocratici, liberal-riformisti e populisti, chi dietro la maschera della “gradualità”, chi con la lacrimuccia della “scelta difficile”, votano per le spese di guerra confermando la loro funzione di puntelli sociali dell’imperialismo.

I gruppi più aggressivi e imperialisti della borghesia fanno la voce grossa, gongolano: avvertono che è stato rotto definitivamente un tabù, quello dell’articolo 11 della Costituzione, gettato nel fango con l’invio di armi a una delle parti belligeranti, con il riarmo che prelude ad altre guerre ingiuste e reazionarie, più ampie e distruttive.

Non a caso sono gli imperialismi italiano, tedesco e giapponese, usciti sconfitti dalla seconda guerra mondiale, ad aver visto nella guerra in Ucraina l’occasione per riarmare rapidamente e partecipare in condizioni più favorevoli alla lotta per la ridivisione del mondo, finora frenata da vincoli politici e militari internazionali.

Segno evidente che il conflitto interimperialista è entrato in una nuova e più acuta fase, in cui la forza militare diviene elemento determinante per la spartizione del bottino.

L’aumento della spesa militare va a beneficio dei monopoli come Leonardo e Fincantieri che realizzano sovraprofitti con la vendita delle armi. Ma cosa sarà tagliato per garantire ai loro azionisti lauti dividendi? Le risorse aggiuntive per il riarmo andranno sottratte alla sanità e all’istruzione pubblica, ai servizi sociali, alle pensioni che daranno ulteriormente tagliate; il prelievo fiscale sulle masse lavoratrici aumenterà, mentre i ricchi avranno vantaggi con la “flat tax”. Gli oneri del militarismo ricadranno dunque sulle classi più povere e sfruttate. Sappiamo chi dovranno ringraziare gli operai e i lavoratori sfruttati per i nuovi sacrifici.

Se Bergoglio si vergogna dell’aumento delle spese militari, ben altro deve essere l’atteggiamento del proletariato.

Occorre rompere completamente con la politica di fiducia verso i capitalisti e i loro rappresentanti politici, riprendere fiducia nella propria forza ed esprimerla con la lotta e l’unità. Solo in questo è la garanzia della difesa degli interessi degli sfruttati e degli oppressi. Altrimenti si finisce in un vicolo cieco o sul carro delle classi proprietarie.

Non lasciamoci ingannare: il nemico principale si trova dentro casa!

La grande maggioranza del popolo italiano respinge l’aumento delle spese militari e le avventure belliche. Continuiamo a smascherare e denunciare l’operato del governo Draghi e delle forze politiche che lo sostengono, mettendo in guardia i proletari dal nutrire illusioni su di essi o di procedere in ordine sparso, che è ciò che vuole l’oligarchia dominante.

Alziamo la voce contro il coinvolgimento del nostro paese nella guerra imperialista e l’invio di armi in Ucraina, per il ritiro di truppe e mezzi inviati all’estero, per l’uscita dalla NATO e da ogni altra alleanza bellicista!

Non un centesimo per la guerra dei monopoli capitalistici, contraria agli interessi delle masse lavoratrici. Esigiamo l’adeguamento dei salari, il blocco dei licenziamenti e degli sfratti, il lavoro stabile e sicuro, la salute!

Lottiamo uniti per la difesa intransigente degli interessi e dei diritti economici, sociali e politici della classe operaia accelerando con la lotta di massa l’incipiente crisi politica del governo reazionario e guerrafondaio di Draghi.

Costruiamo comitati contro la carneficina imperialista e l’aumento delle spese militari; lavoriamo per realizzare uno sciopero generale basato sulle rivendicazioni urgenti e vitali degli operai e degli altri lavoratori sfruttati, creando l’unità nella lotta contro la politica bellicista e antioperaia del governo Draghi e delle forze che lo sostengono.

La salvezza e la sicurezza della classe operaia e delle masse popolari non stanno nella partecipazione alle guerre dei predoni imperialisti, al saccheggio di altri popoli, ma nella lotta per la liberazione dagli sfruttatori e dagli oppressori borghesi. L’esperienza dimostra che lo spontaneismo e l’economicismo sono armi spuntate e che le mobilitazioni, per mettersi alle spalle un generico e inefficace pacifismo, devono essere guidate dalla classe operaia. Perciò è indispensabile lottare per ricostruire il Partito indipendente e rivoluzionario del proletariato. E’ un compito vitale dell’oggi, non del domani, a cui chiamiamo i comunisti e gli operai avanzati.

3 aprile 2022

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia

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