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ECONOMIA DI GUERRA, AUMENTO DELLE SPESE MILITARI: CHI PAGA IL PREZZO?

(5 Aprile 2022)

Webinar in diretta sul canale facebook della Confederazione Unitaria di Base,

Giovedì 7 aprile alle ore 18

webinar economia di guerra

ll conflitto in Ucraina, nel cuore dell’Europa, porta con sé lutti e devastazione oltre alla miseria per le popolazioni direttamente coinvolte e non solo. Ancora in questi giorni pare lontano un vero cessate il fuoco, con le parti in causa che continuano a contrapporsi militarmente. La prospettiva sembra anzi essere quella di un allargamento dei territori interessati dalle ostilità. Si stima che solo i profughi ammontino a oltre sei milioni di persone.

È evidente che alle ragioni dettate dalle mire espansionistiche di Putin in opposizione al proseguire negli anni dell’allargamento di influenza della Nato si associno motivazioni economiche: in primis il controllo delle risorse energetiche, da cui l’aumento già nei mesi scorsi delle tariffe di gas ed energia elettrica e del costo delle materie prime e le sanzioni inflitte dall’Occidente alla Russia non fanno che peggiorare la situazione. A scontare il prezzo maggiore in tal senso l’Europa, in particolare Italia e Germania, a tutto vantaggio invece degli Stati Uniti d’America e del modello neo-liberista.

A partire da questi dati, giovedì interverranno in una discussione pubblica, sul canale facebook Cub, Marcelo Amendola, segretario nazionale della Cub, e Guglielmo Forges Davanzati, docente presso l’Università di Bari. A moderare il confronto il giornalista Biagio Longo.

Per guardare solo al nostro Paese, quanto sta avvenendo non fa che peggiorare la condizione in cui milioni di lavoratori e famiglie versano, già duramente provati dalle conseguenze della pandemia, che tuttora persistono. A crescere sono d’altro canto gli investimenti militari, stimati in 25 miliardi di euro nel solo 2022, 78 milioni dei quali destinati all’impegno in Ucraina, sottraendo ulteriori risorse al welfare.
Queste, in sintesi, le motivazioni per cui la Cub, insieme a tutti i sindacati di base e conflittuali, alle realtà sociali, alle associazioni e ai comitati impegnati nella mobilitazione contro la guerra, ha deciso di intraprendere la via verso lo sciopero generale nazionale di tutti i settori pubblici e privati nel mese di maggio perché “Le conseguenze degli effetti combinati della pandemia, della guerra guerreggiata e delle sanzioni alla Russia colpiranno esclusivamente lavoratori, lavoratrici e disoccupati distruggendo posti di lavoro in Italia”.

cub.it

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