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25 aprile

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(25 Aprile 2012) Enzo Apicella

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CENTRO STUDI "NINO PINO BALOTTA" DI BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME): UN 25 APRILE DI PACE

L'antifascismo ieri e oggi

(23 Aprile 2022)

Alcune riflessioni sul significato della Liberazione con riferimento sia all'attuale situazione nazionale ed internazionale, sia alla realtà locale di una città dell'estremo Sud

targa balotta 2

Una lapide dedicata a Nino Pino Balotta nel Comune di Barcellona Gotto di Pozzo

Negli anni passati, il Centro Studi “Nino Pino Balotta” aveva celebrato la Festa di Liberazione con una manifestazione pubblica. Quest’anno, a causa dei problemi legati alla pandemia, si trova impossibilitato a ripetere questa esperienza. Non vuole rinunciare, però, ad augurare a tutti i cittadini un buon 25 Aprile e a proporre alcuni spunti di riflessione.

La Resistenza e la guerra di Liberazione nazionale hanno portato alla fine della dittatura fascista e dell’occupazione nazista del nostro Paese, che avevano cancellato le libertà democratiche, seminato tanti lutti, ridotto la nazione ad un cumulo di macerie, materiali e morali. Natalia Ginzburg, in una pagina degna di essere richiamata, ben riassume il carattere di svolta dell’esperienza resistenziale, che portò gli italiani, anche i più umili, a dare il meglio di sé, riacquistando i valori di umanità, solidarietà, giustizia, rompendo l’isolamento dell’individuo dall’individuo, che li aveva costretti, durante il ventennio, al reciproco sospetto, fino a non salutarsi neanche per strada.

Fu, dunque, una rinascita morale e culturale, oltre che politica ed economico-sociale. I partigiani che scesero a migliaia dalle montagne per liberare le grandi città prima ancora che arrivassero gli alleati anglo-americani, rappresentavano il vero volto della nazione, i valori di democrazia e libertà, nei quali essa aveva continuato a credere, nonostante la repressione nazi-fascista. La Carta Costituzionale racchiuse in sé i caratteri di questa svolta politica, culturale, morale, realizzando intorno ad essa l’unità di tutte le correnti ideologiche che si erano riconosciute nella Resistenza.

E’ necessario rilanciare oggi i valori resistenziali, richiamarli alla memoria degli anziani e trasmetterli alle giovani generazioni. I partigiani credevano che la loro fosse l’ultima guerra, ma a distanza di quasi ottant’anni l’Europa si vede coinvolta in un nuovo conflitto che rischia di avere esiti imprevedibili. L’Italia deve svolgere quel ruolo di pace che le è assegnato dall’art. 11 della Costituzione ed impegnarsi affinché cessi lo scontro armato e si trovi una soluzione negoziale che soddisfi le esigenze e tuteli gli interessi di tutte le parti in causa.

Anche Barcellona Pozzo di Gotto ha dato il proprio contributo alla lotta di Liberazione nazionale. Il Centro Studi vuole qui ricordare alcune figure esemplari. Nino Pino Balotta, nato nella nostra città nel 1909, corriere antifascista tra l’Italia e la Francia, come libertario nelle file di “Giustizia e Libertà”, arrestato ed incarcerato più volte, nel 1931, 1932, 1937. Nell’immediato secondo dopoguerra è stato vice-sindaco della città, seppur per breve periodo, consigliere comunale, e deputato eletto al Parlamento nazionale nel 1948, prima come indipendente, nelle liste comuniste, fino al 1953, e successivamente come iscritto al partito, fino al 1963. Scienziato ed umanista, vincitore del Premio Viareggio per la poesia dialettale siciliana nel 1956. E’ morto nel 1987 nella sua città natale. Giovanni Millimaggi, anch’egli nato a Barcellona Pozzo di Gotto, nel 1887. Pedagogista e giurista, avvocato di valore e scrittore. Dopo aver militato nel movimento socialista, nel 1921 partecipò alla scissione di Livorno, dalla quale nacque il Partito comunista d’Italia. Oppositore del regime fascista sin dalla prima ora, si trasferì a Milano, dove reclutò corrieri e militanti antifascisti, avviandoli alla lotta clandestina. Arrestato, iniziò una lunga peregrinazione tra il carcere e il confino. A Ponza ritrovò Giorgio Amendola, suo compagno di partito, e conobbe Sandro Pertini. Apprezzato oratore, nel secondo dopoguerra fu consigliere comunale a Messina, nelle file comuniste, nell’ambito delle quali occupò una posizione originale. Morì nel 1953. La sua è una personalità tutta da approfondire, dal punto di vista politico, umano, culturale e letterario. Il Centro Studi “Nino Pino Balotta” si propone di effettuare ulteriori ricerche, sulla scorta del corposo volume biografico scritto dal nipote di Giovanni Millimaggi, Daniele, che contiene preziose informazioni e numerosi spunti di riflessione.

Parimenti si impegna a continuare gli studi sulla figura di Nino Pino Balotta, al quale esso è intitolato, lungo la scia di quelli compiuti in tutti questi anni e culminati in alcune pubblicazioni che hanno avuto risonanza a livello nazionale ed internazionale, interessando il mondo accademico e culturale in generale.

Si propone, infine, di allargare gli orizzonti di ricerca all’antifascismo, così come si manifestò a Barcellona Pozzo di Gotto, nelle sue molteplici forme (politiche, umane, culturali) durante il regime mussoliniano e dopo.

Antonio Catalfamo

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