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(23 Aprile 2022)
Una volta i ferrovieri aspettavano il contratto.
Perchè il contratto conteneva conquiste, avanzamenti.
Normativi, e economici.
Oggi si ha paura del contratto.
Perchè, se va “bene”, non contiene nulla.
Se no, peggiora la nostra condizione, come troppo spesso è successo negli ultimi anni.
Allungando l'orario di lavoro, peggiorando la normativa, imponendo l'agente unico e l'”uomo morto”, distribuendo briciole economiche umilianti, truffando sugli “arretrati”.
E lasciando totale discrezionalità aziendale nelle assunzioni come nei procedimenti disciplinari.
Contratti firmati, senza alcuna consultazione dei ferrovieri, da sindacati complici ormai inutili anche solo come sportello di servizio, ridotti a curare una clientela mafiosetta infoiata di livelli, misere carriere, qualche trasferimento, o imboscamento in ufficio.
Oggi ci dicono che dobbiamo accontentarci, dopo un vuoto contrattuale di 6 anni.
Di cosa ci dovremmo accontentare? Del fatto che nulla sia mutato in normativa, e dell'elemosina economica.
E su questo “accontentarsi” hanno organizzato il loro “referendum truffa”, che, al solito, “vinceranno”, un po' perchè imbrogliano, un po' perchè i loro soldati e lecchini voteranno si.
Ecco perchè votare NO! E' necessario, ma non basta.
Occorre rialzare la testa, riconquistare diritti e dignità perdute.
Il problema, però, è andare oltre le buone intenzioni.
Cominciando a capire sul serio la situazione, e muovendosi di conseguenza.
Individuando i nostri nemici nelle faraoniche politiche aziendali ma anche nei loro compari sindacalisti, parassiti venduti.
Capendo che qui tutti si fanno “i fatti loro” meno i ferrovieri, trasformati in zerbino di una clientela sempre piu' arrogante e pagante.
Discutendo tra noi in tutti gli impianti, ma anche riannodando cervelli e braccia disponibili a unire le forze, e ad organizzarle.
Imponendo, dal basso, la riunificazione di tutti i sindacati di base, oltre settari egocentrismi, personalismi ed autoreferenzialità.
AUTOORGANIZZIAMOCI !
Non cediamo allo sconforto, o all'”adeguamento” del “non c'e' nulla da fare”.
Non siamo carne da macello, ma esseri umani.
Degni di un rispetto da riconquistare!
Pino ferroviere
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