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Stefano Gugliotta

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(11 Maggio 2010) Enzo Apicella
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NUOVO LIBRO DI ANTONIO CATALFAMO SU GIOVANNI VERGA

Nel centenario della morte dello scrittore siciliano

(28 Aprile 2022)

Una critica "integrale" dell'opera verghiana che mette in evidenza luci ed ombre

verga verista

E’ uscito per i tipi dell’editore Marco Solfanelli di Chieti il nuovo volume di Antonio Catalfamo, poeta e docente universitario barcellonese, su Giovanni Verga, nel centenario della morte dello scrittore siciliano, autore de “I Malavoglia” e di “Mastro-don Gesualdo”. Il titolo del libro è, significativamente, “Verga verista. Ideologia e forme narrative”. Il saggio s’inserisce nel dibattito in corso a livello nazionale ed internazionale, volto a ridefinire il ruolo che Verga ha occupato nella letteratura, alla luce delle nuove acquisizioni della critica, cogliendo aspetti positivi e negativi dello sforzo ermeneutico sinora compiuto.
Ad ogni anniversario, il pensiero e l’opera di Giovanni Verga si ripropongono come un “caso”, la cui valutazione, da parte dei critici, è condizionata dal “contesto”, in cui essa si inserisce. Così, in questo centenario della morte dello scrittore siciliano, il “riflusso nel privato”, che domina la società italiana ormai da tanti anni, ha portato buona parte degli studiosi a riproporre, seppur in varianti ingegnose, letture di carattere formalista, lungo la scia dello “strutturalismo”, del “post-strutturalismo”, del “decostruzionismo”, ecc., che mirano a mettere non solo “fuori campo”, ma anche “fuori gioco”, l’autore, per non affrontare la questione spinosa della sua “ideologia”, anche negli aspetti reazionari che la caratterizzano.
Il presente volume vuole segnare una svolta, conducendo un’analisi “integrale” dell’opera del Verga, che, seguendo l’esempio di De Sanctis e di Gramsci, ma anche di Auerbach e della migliore tradizione filologica italiana (Pasquali,Timpanaro), evidenzi l’ “unità inscindibile” che vi è in essa tra “forma” e “contenuto”, vale a dire tra contenuti ideologici e forme letterarie, nella consapevolezza che le forme “estetiche” sono contemporaneamente forme “morali” e che la lingua ha in sé una inseparabile dimensione “ideologica”, incorpora e veicola la concezione generale del mondo propria dell’autore.
Antonio Catalfamo ha inserito l’opera di Verga nell’ambito della realtà storico-politica, economico-sociale, culturale, letteraria, della Sicilia sua contemporanea, vista nella dinamicità che, al di là dell’apparente immobilismo plurisecolare, l’ha caratterizzata, sulla quale lo scrittore oculatamente ha taciuto, in ossequio alla sua appartenenza di classe all’aristocrazia borghese isolana, ostile ad ogni cambiamento, timorosa di tutto ciò che da esso poteva derivarne per la propria posizione di rendita parassitaria.
Antonio Catalfamo ha voluto richiamare l’attenzione del lettore anche su opere come “Dal tuo al mio” finora trascurate dalla critica, per metterne in risalto non tanto il valore artistico, quanto l’importanza ai fini della definizione della poetica e dell’ideologia del Verga, nel momento culminante della sua attività, a conclusione di un lungo percorso letterario, di cui quest’opera tardiva rappresenta il punto di sbocco, fondamentale per capire tutto il resto dell’itinerario.
Quella di Antonio Catalfamo è un’analisi in chiaroscuro, che evidenzia luci ed ombre dello scrittore siciliano, senza metterne, comunque, in discussione la grandezza ed il ruolo esercitato nel determinare il “canone” letterario del suo tempo.

Antonio Catalfamo

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