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Essere antiamericani è un dovere morale oltre che politico

Dopo il massacro di Falluja

(10 Novembre 2005)

Dopo le bombe al napalm ai tempi della guerra in Vietnam, dopo quelle all'uranio impoverito utilizzato nei balcani ed in Afganistan, dopo le torture praticate nelle carceri irachene ed a Guantanamo, adesso c'è la notizia dell'utilizzo a Falluja delle i armi di distruzioni di massa da parte delle truppe americane.
Chi se non un opportunista od ipocrita o colpevolmente complice morale può ancora dire che gli Usa di George W. Bush siano diversi dalla Germania di da Hitler, dalla Russia di Stalin , dall'Iraq di Saddam Hossein io il Cile di Pinochet?

Come è possibile che l'Europa e l'Italia siano ancora così cieche e sciocche ed immorali da insistere sull'amicizio con gli Usa che ogni giorno di più si caratterizzano come uno stato canaglia ed il suo attuale presidente come un autentico criminale?

Nelle ore in cui la Tv pubblica divulgava le testimonianze su Falluja, importanti dirigenti del centrosinistra da Prodi a Fassino esternavano l'ennesima dichiarazione di fedeltà a quegli Usa e a quel presidente, facendo una sostanziale retromarcia sul ritiro delle truppe dall'Iraq, e riconfermando la bontà delle guerre "umanitarie" di Afganistan e di Serbia.

Ma anche la sinistra radicale da Rifondazione al Pdci ai Verdi non è andata al di là di una scontata condanna ma ben lontana dal trarre la più ben minima conseguenza politica. In nome della real politic e di qualche posto nel futuro auspicabile governo dell'Unione?

Ancora peggiore poi è la posizione che sull'argomento hanno tenuto tanti autorevoli commentatori di giornali anche locali.

Tuttologi su tutto, scatenati contro le dichiarazioni demenziali del Presidente iraniano a proposito di Israele, diventano imporovvisamente impreparati e reticenti se non giustificativi quando si tratta degli Usa. Opportunisti e vigliacchi fino in fondo! Mai abbiamo visto tanta "stitichezza" come in questi giorni a proposito di Falluja.

Se i politici sono reticenti, se i commentatori non commentano fatti così gravi significa che la subalternità è diventata strutturale nel nostro paese.
Per questo, per chi è di sinistra, diventare antiamericano è un dovere politico, morale e di dignità. Agire da antiamericano significa porre tre questioni. Chiedere l'allontanamento degli Usa dalla Alleanza Atlantica e dalla Nato, chiudere le basi americane in Italia; denunciare i crimini americani nelle sedi internazionali non escluso l'intervento dei Tribunali internazionali nei confronti del Presidente Usa così come sta avvenendo per Milosovic o in Iraq per Saddam Hossein. Alcune di queste posizioni sono state fino a qualche tempo fa considerate irrinunciabili della sinistra di alternativa e dei movimenti. Sarà ancora così?

Lucio Costa - Padova

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