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Eric Hobsbawm

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(11 Ottobre 2012) Enzo Apicella

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    Cinquant’anni fa l’assassinio del Compagno Mario Lupo

    Parma ha reso omaggio a Mariano "Mario" Lupo a 50 anni dalla morte. I Compagni si sono ritrovati in piazzale Allende e, successivamente, il corteo si è spostato in viale Tanara per la commemorazione davanti alla targa che lo ricorda.

    (28 Agosto 2022)

    Testo inciso sulla lapide posta dai suoi compagni sul luogo dell'omicidio, distrutta dai fascisti nel gennaio 2005 e ricostruita. "Mario, operaio immigrato comunista, ucciso dall'odio e dalla violenza dei fascisti.
    La giustizia proletaria ti vendicherà."
    25 agosto 1972
    25 agosto 2007

    lapide mario lupo 2

    Da citystrike.org

    Estratto dal bollettino sindacale (anno 5° - nr.53 settembre 1972) ”LOTTE OPERAIE” dei comunisti internazionalisti: RIVOLUZIONE COMUNISTA

    L’assassinio di Mario Lupo

    La nostra organizzazione nel dare la propria solidarietà, si è mobilitata prendendo diverse iniziative. Oltre alla delegazione che ha partecipato al funerale a nome di tutto il gruppo di RIV. COM., la sede di Milano il 27/8 ha scritto e affisso un manifesto in cui si diceva:

    “CONTRO IL FASCISMO GRUPPI DI AUTODIFESA

    Compagni, proletari venerdì 25 agosto [1972] a Parma i fascisti hanno assassinato MARIO LUPO, militante di Lotta Continua, operaio. Candidatosi al ruolo di boia anti-operaio il fascismo è passato dalle minacce all’omicidio.
    L’assassinio del compagno Lupo apre una nuova fase politica: la fase della lotta senza quartiere tra proletariato e borghesia.
    Questa nuova fase impone la lotta al fascismo come parte integrante della lotta contro lo Stato e la e la democrazia borghese. Solo operando questo legame è possibile battere definitivamente il fascismo. Nessuna illusione frontista è quindi ammissibile. L’unica via, concreta, proletaria, sta nella organizzazione dell’autodifesa; nello sviluppo dell’azione rivoluzionaria.
    Onore comunista al compagno Lupo!
    Contro il fascismo per la dittatura del proletariato!

    27 agosto 1972. L’esecutivo di Milano di RIV.COM. “

    Da parte sua in nucleo operaio internazionalista della Farmitalia affiggeva in fabbrica il seguente manifesto:

    “Venerdì sera a Parma cinque fascisti hanno aggredito due compagni uccidendone uno con una pugnalata al cuore, ferendo gravemente l’altro. Il compagno ucciso, Mario Lupo e un operaio di 19 anni, già emigrato in Germania e da poco stabilitosi a Parma con la famiglia, primo di 5 figli con padre inabile. Distintosi come sincero rivoluzionario antifascista nelle scorse elezioni.
    L’efferatezza del delitto dimostra che era premeditato e che i fascisti cominciando a spezzare le reni agli operai e sinceri rivoluzionari si candidano a risolvere la crisi dei padroni. Ciò significa che i padroni non riuscendo più a sanare le loro beghe in modo legale in Parlamento usano altri metodi per mettere il bavaglio alla classe operaia.
    Compagni, operai
    Anche se staremo buoni dovremo pagare lo stesso la crisi capitalistica. Battiamoci!
    Contro le squadre fasciste organizziamo i gruppi proletari di autodifesa!”

    Milano, 28/8/1972 – il nucleo internazionalista della Farmitalia. –
    Ed organizzava una raccolta per i famigliari del compagno ucciso, la quale fruttava 10.000 lire, che trasmetteva il 31/8 in conto corrente post. a Lotta Continua per l’inoltro alla famiglia.

    Volantino diffuso in molte realtà e fabbriche de varesotto del 31/8/1972:

    P.C. Internazionalista LA RIVOLUZIONE COMUNISTA

    COMPAGNI PROLETARI,

    FINITE LE ELEZIONI, LE SQUADRE FASCISTE HANNO ORGANIZZATO SISTEMATICHE AZIONI DI TERRORISMO ANTIPROLETARIO, MIRANDO A DISTRUGGERE O A
    DEVASTARE CON ATTENTATI DINAMITARDI SEDI SINDACALI, SEZIONI DEI PARTITI RIFORMISTI, SEDI DI GRUPPI DI ESTREMA SINISTRA.

    In modo particolare, inoltre i fascisti, al di fuori o dentro il MSI, hanno iniziato ad aggredire gli operai d’avanguardia e i militanti rivoluzionari, non più per intimidirli, ma per eliminarli fisicamente. L’assalto con le pistole contro 5 compagni di Quarto Oggiaro ai primi di luglio, l’aggressione ai compagni di Lotta Continua a Massa e recentissimamente a Sesto San Giovanni, L’ASSASSINIO A PARMA DEL COMPAGNO MARIO LUPO, militante di Lotta Continua e coraggioso antifascista, sono altrettanti anelli della nuova catena del terrorismo fascista. Le squadre fasciste stanno, dunque, accentuando la loro attività, rendendo sistematici i tratti che essa andava assumendo fin dal 1971. L’accentuazione dello squadrismo reazionario si accompagna alla all’aumentata influenza politica della “Destra Nazionale”, sul piano parlamentare. Nel momento attuale, il partito fascista condiziona la vita del governo Andreotti, puntellandone alle Camere le iniziative anti-operaie, per quanto riguarda l’ordine pubblico, le leggi antisciopero ed i provvedimenti economici a favore dei monopoli industriali – parassitari e per l’aumento indiscriminato dei prezzi dei generi di largo consumo.

    COMPAGNI,
    L’ “illegalismo” squadrista e il “legalismo” parlamentare del movimento fascista si alimentano a vicenda, sviluppandosi con vigore nell’attuale situazione sociale e politica. Essi derivano dall’aumentata possibilità, per i fascisti, di raccogliere la piccola e media borghesia in un fronte anti-operaio; e nell’impotenza di tutto il fronte dei partiti “costituzionali”, dal PLI al PCI, a risolvere la crisi economica e i rapporti di forza col proletariato a favore dei monopoli. In effetti, fallita la prospettiva riformista col crollo del centro-sinistra, l’attuale governo moderato ha la funzione di amministrare alla meno peggio, le esigenze di conservazione dei monopoli. Ma il governo Andreotti, pur essendo deciso a scagliare i poliziotti contro gli operai nelle fabbriche ed ad affamare milioni di proletari con il carovita e la disoccupazione, per garantire i profitti monopolistici, si sta dimostrando incapace sia di stroncare le lotte proletarie, sia di approntare una politica economica che dia subito qualche “boccata d’aria” ai monopoli (come provano le sue divisioni interne sulle pensioni, sulla TV a colori, sugli investimenti statali). Questo governo, dunque, è di corto respiro strategico per i monopoli. All’ombra della sua impotenza reazionaria si alimenta il movimento fascista, che punta a candidarsi al potere per stroncare il proletariato e risolvere sulla sua pelle la crisi del capitalismo italiano, a vantaggio dei monopoli e dei ceti medi ad essi legati.

    COMPAGNI,
    I nodi della crisi del capitalismo italiano stanno venendo al pettine. Stiamo procedendo verso una “stretta sociale”; verso uno scontro dal quale dipendono non solo le sorti dell’attuale sistema borghese, ma i rapporti tra borghesia ed il proletariato, la rivoluzione o la reazione.
    Le lotte rivendicative già iniziate per i rinnovi contrattuali sono una tappa di questo cammino, un momento in cui si verificano i rapporti di forza tra le classi. Acuendosi la tensione sociale, si radicalizza la lotta politica. Ogni forza politica borghese tende a stroncare, fin d’ora, la lotta operaia: il governo col terrorismo poliziesco ed i ricatti economici; i fascisti, preparando una vasta attività squadristica sulla scia dei recenti episodi, e politica, per mobilitare i ceti medi; i riformisti, disarmando e dividendo gli operai, isolandoli dai disoccupati, proponendo così un compromesso
    “democratico” al governo.

    Dobbiamo prendere atto di questa situazione per adeguare le forme della lotta proletaria. Dobbiamo combattere ogni illusione frontista e riformista per organizzare gli operai d’avanguardia su una linea classista e rivoluzionaria. Su una linea che sappia unire la lotta al fascismo alla lotta al riformismo, le lotte rivendicative a quelle politiche.
    E’chiaro infatti che la sola difesa delle condizioni di vita degli operai su obbiettivi proletari/unitari
    (salario minimo garantito a occupati e disoccupati; 36 ore di lavoro alla settimana; due sole categorie profess. operaie) dovrà scontrarsi con tutto il fronte borghese; dovrà essere sostenuto contro gli attacchi dei fascisti e dei “democratici”. Questa situazione impone, quindi, di sviluppare l’azione rivoluzionaria, organizzando l’autodifesa proletaria. CONTRO LE SQUADRE FASCISTE ORGANIZZIAMO I GRUPPI DI AUTODIFESA.

    I gruppi di autodifesa sono gruppi formati dagli operai più combattivi, col compito di difendere gli scioperi e le manifestazioni, le sedi sindacali e politiche del proletariato, contro le provocazioni dei padroni, dei fascisti, della polizia. Essi nascono dallo sviluppo politico e dalle esigenze attuali della classe operaia, che dal 1968 si è risvegliata alla lotta autonoma contro lo sfruttamento capitalistico e per la rivoluzione comunista. Essi attuano L’ANTIFASCISMO PROLETARIO, che non mira alla sola difesa dalla reazione borghese, ma è parte integrante della lotta rivoluzionaria; i gruppi di autodifesa sono perciò i primi nuclei del futuro esercito proletario contro i padroni e il loro Stato.

    CONTRO LE SQUADRE FASCISTE, GRUPPI DI AUTODIFESA!

    CONTRO IL FASCISMO, CONTRO LA DEMOCRAZIA PARLAMENTARE, PER LA DITTATURA PROLETARIA E IL COMUNISMO!

    ONORE COMUNISTA AL COMPAGNO MARIO LUPO!

    Milano 31/8/1972 L’esecutivo di sede di Riv. Com.
    Cicl. in prop. – Via Cicco Simonetta, 11
    --
    L’assassinio di Mario Lupo
    Il 25 agosto [1972] a Parma una squadra fascista ha assassinato Mario Lupo.

    Mario Lupo era un giovane emigrato siciliano di 19 anni, operaio militante di Lotta Continua. Era stato più volte minacciato dai fascisti per la sua coraggiosa attività contro lo squadrismo. Il 28 luglio era stato aggredito da 2 fascisti, Ringozzi e Bonazzi. Questi due figuri avevano poi minacciato una compagna di Lupo, aderente al gruppo del Manifesto, e cassiera al cinema Roma. E’ stato proprio per proteggerla che Mario Lupo ed altri compagni si sono recati la sera del 25 agosto al cinema Roma. Qui i fascisti avevano organizzato un agguato. Con altri 4 colleghi Ringozzi e Bonazzi, nascosti dietro un cespuglio del viale, balzano su Lupo e un suo compagno. Mentre questi viene preso a botte, Mario Lupo, lanciatosi a difenderlo viene colpito al cuore con un pugnale. Il giovane è morto sul colpo.

    Dopo l’assassinio i fascisti fuggono. Poco più tardi vengono fermati dalla polizia, che li rilascia, Il questore definisce i fatti: “una rissa per questione di donne”. Come sempre avviene la borghesia infanga le sue vittime proletarie dopo averle uccise. Solo molto più tardi, sull’onda dello sdegno proletario, vengono emessi mandati di cattura a carico dei fascisti, per omicidio volontario. La reazione del proletariato parmense è immediata. Subito lo stesso 25 agosto, sul luogo dell’assassinio, che viene picchettato da Lotta Continua, vi è un intenso e commosso pellegrinaggio. La mattina di sabato scioperano i facchini, tranvieri, ospedalieri e gli spazzini, che formano un corteo verso la questura. Un dirigente locale del MSI, il noto squadrista Montruccoli, viene pestato dagli operai in sciopero.

    Anche le forze politiche si mettono in moto. I partiti “social-comunisti” che a Parma dominano il Comune organizzano per sabato un comizio unitario di tutti i partiti democratici all’insegna dell’antifascismo legalitario. Sabato stesso, Lotta Continua ed altri raggruppamenti (il Manifesto, il PC ml) che partecipavano al comizio riformista formano un corteo, inscenando una manifestazione che canalizza il sentimento antifascista del popolo di Parma. Il giorno dopo, domenica questi gruppi organizzano una nuova manifestazione. Un corteo di centinaia di giovani e operai tocca il carcere, dov’è rinchiuso Bonazzi, quindi si dirige verso la sede del MSI e la distrugge, concludendosi davanti alla casa di Guido Picelli il prestigioso capo degli Arditi del Popolo parmensi.

    Intanto il Comune si impadronisce del cadavere di Lupo, e ne organizza il funerale per lunedì 28 agosto pomeriggio. I sindacati proclamano lo sciopero. Lotta Continua si piega a partecipare ai funerali dietro agli striscioni del Comune e del PCI. I funerali avvengono in una Parma paralizzata dallo sciopero. Tutti gli operai sono in piazza. Il corteo parte da p.za Garibaldi, per terminare in p.za Picelli. La sua testa passa tra ali di folla, e poi via via si pongono alla coda. La partecipazione operaia e popolare è impressionante: decine e decine di migliaia di persone sfilano nel corteo funebre mentre la polizia presidia minacciosa con forti contingenti. Anche la nostra organizzazione è presente al funerale con una delegazione.

    In ordine a questo funerale non si può fare a meno di rilevare che esso è stato dominato dal PCI, che ha mobilitato tutto il suo apparato per impedire nuove manifestazioni dell’estrema sinistra e che se ciò è avvenuto, sostanzialmente, per volontà stessa di Lotta Continua. Questo gruppo, dopo avere svolto la sua funzione di antifascista violento si è sottomesso al riformismo accodandosi dietro le sue bandiere e partecipando al comizio tenuto dall’ex sindaco partigiano Ferrari. Le parole di questo antifascista “resistenziale” sono state un inno alla Costituzione. Appellandosi alle “forze sane” dello Stato, Ferrari ha ripetuto i più logori motivi dell’antifascismo legalitario. Tra l’altro questo vecchio opportunista non ha mancato di aggiungere qualche altra “perla”. Egli ha detto che Mario Lupo, giovane siciliano, è maturato politicamente solo al nord, dove ha trovato “lavoro e coscienza civile”; unendo in tal modo spirito reazionario e razzismo. Anche in questo episodio Lotta Continua ha dimostrato i limiti del suo “antifascismo militante”; dell’antifascismo che resta a mezza strada, in quanto non abbina la lotta al fascismo alla lotta contro il riformismo.

    Settembre 1972 da "LOTTE OPERAIE” bollettino dei Com. Internazionalisti: RIVOLUZIONE COMUNISTA

    CIRCOLO DI INIZIATIVA PROLETARIA GIANCARLO LANDONIO

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