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Tute blu verso lo sciopero

Contratto, oggi l'assemblea Rsu

(11 Novembre 2005)

Dieci mesi di vertenza e chiusura totale della Federmeccanica sulle richieste salariali. Oggi Fim, Fiom e Uilm hanno deciso di mettere in campo i 5mila lavoratori (rappresentanti sindacali) dell'assemblea unitaria e dare fuoco alle polveri. Saranno loro a decidere le nuove iniziative di lotta. Non è escluso che le tute blu di Cgil, Cisl e Uil votino oggi stesso data e durata dello sciopero di tutto il settore. Le ore di astensione dal lavoro accumulate fino ad oggi dall'apertura della trattativa, il 24 febbraio di quest'anno, sono state ben trentotto, distribuite prevalentemente in scioperi articolati a livello regionale.

Tutte le iniziative fuori e dentro i luoghi di lavoro hanno fatto registrare una grande partecipazione. I lavoratori non solo vogliono il loro contratto nazionale di lavoro, ma non hanno alcuna intenzione di concedere sconti alle imprese. "Fora i schei" urlavano a Vicenza lo scorso 29 settembre durante la giornata di iniziative articolate su tutto il territorio nazionale. «Quella del Palalido - sottolinea il segretario nazionale della Fiom Giorgio Cremaschi è la prima assemblea unitaria del 1999. E credo proprio che prenderemo decisioni importanti».

Lo scontro con gli imprenditori ha un unico tema centrale, il salario. La distanza tra le richieste (130 euro complessive) e l'offerta di Federmeccanica è abissale. Quest'ultima infatti non è riuscita ad andare oltre l'elemosina di sessanta euro di aumento. E' chiaro che seguendo questa strada, hanno più volte ribadito i sindacati, non si va da nessuna parte. Le parti si sono incontrate circa una decina di volte. Federmeccanica ha sempre insistito sulla richiesta di una forte flessibilità.

Non solo vuole intervenire pesantemente sugli orari di lavoro ma vuole farlo in modo unilaterale, scavalcando le stesse rappresentanze sindacali unitarie. Nel corso degli ultimi incontri la Federmeccanica ha ammesso che l'inflazione reale è comunque più alta dell'inflazione programmata, ma non formulato in termini concreti la disponibilità ad andare oltre i sessanta euro proposti.

Una timidissima, quanto inutile, presa di posizione in questa direzione è arrivata ieri da Unionmeccanica-Confapi che ha ricordato di aver offerto nel corso dell'ultimo incontro 88 euro «irrevocabilmente condizionati a interventi per la competitività del sistema industriale». «Ormai tutte le statistiche dicono che i salari arretrano - sottolinea Gianni Ferrante, il responsabile della Fiom che segue da vicino l'Osservatorio sull'industria metalmeccanica -. Si è aperta una forbice tra inflazione reale e inflazione programmata, a causa degli indici fissati dal governo, di almeno un punto». «Oramai è dal 2001 che la curva è discendente», aggiunge. ««Ciò vuol dire che il potere di acquisto delle retribuzioni di fatto in cinque anni ha perso il 3,5. E questo a fronte di una situazione del settore metalmeccanico che non è certo così disastroso come la vogliono dipingere».

Per Maurizio Zipponi, segretario della Fiom di Milano, «gli industriali stanno facendo esperimenti sulla pelle dei metalmeccanici in quanto vogliono modificare la struttura del contratto nazionale». «Dopo quaranta ore constatiamo che le lotte non hanno inciso e allora c'è bisogno sicuramente di una accelerazione - aggiunge Zipponi - e l'accelerazione potrebbe essere un grande sciopero generale con corteo a Roma». «Nessuna ripresa economica è possibile - conclude Zipponi - senza il consenso dei lavoratori».

Il programma di oggi, con appuntamento al Palalido di Milano alle 10 prevedono la relazione introduttiva di Gianni Rinaldini, segretario generale della Fiom-Cgil, gli interventi dei lavoratori e delle lavoratrici delle diverse aziende e la conclusione del segretario della Fim-Cisl Giorgio Caprioli, segretario della Fim-Cisl. Nel corso dei lavori dell'assemblea prenderà la parola anche il segretario della Uilm Antonino Regazzi.

Fabio Sebastiani - Liberazione 11 novembre 2005

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