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(8 Dicembre 2022)
3. 1 Siamo giunti ad una resa dei conti storica - dopo un rinvio di mezzo secolo dal manifestarsi della crisi storica del capitale (scoccata alla metà degli anni ’70 del secolo scorso) reso possibile grazie allo straordinario sviluppo in particolare della immensa Cina, formidabile fabbrica di plusvalore del mondo – attesa e vaticinata:
“Alla produzione capitalista non resta altro che impadronirsi della Cina. Ora, effettuando infine questa conquista la vita del capitale è resa impossibile per il proprio movimento nella sua patria d’origine”. “Non appena la concorrenza cinese diviene massiccia, spingerà le cose al loro parossismo da voi in America e da noi in Europa. E così la conquista della Cina da parte del capitalismo darà al tempo stesso l’avvio alla caduta del sistema borghese in Europa ed in America”. (3)
La prospettiva qui tracciata, anno 1894, si realizza nella attuale catastrofe e dopo aver inserito l’immensa Cina nel circuito globale del capitale, in condizioni perciò enormemente più accidentate, più difficoltose per la possibilità di vita del capitale rispetto a quelle che portarono al secondo macello mondiale 1939-1945.
Nota bene: dire “attesa e vaticinata” è un conto. Altro conto, altro paio di maniche è l’essere preparati alla antiveduta e prevista catastrofe di questo mondo del capitale: non lo siamo, sotto ogni punto di vista. Forse nessuno lo è: troppo immensa si para davanti agli uomini la catastrofe, troppo immenso appare loro il salto “nel vuoto” da fare.
I più preparati o i meno impreparati sono forse le cerchie dei funzionari “umani” addetti alla “pianificazione” della possibile continuazione della vita del capitale, per esempio i teorici del “grande reset”, della 4^ rivoluzione industriale, non per caso costretti a “progettare” uno sviluppo transumano cioè “oltre l’umano” per come fino ad ora (fino all’attuale fantastico/terrificante livello raggiunto dalle forze produttive, la scienza in primis) l’abbiamo conosciuto – ancora una volta: antitesi vita umana/vita del capitale – e a rivestire i loro sinistri “progetti” di dittatura del capitale nei quali la condizione proletaria è generalizzata all’intera società, di una maschera sociale e addirittura “socialista”.
La distruzione programmata di interi settori produttivi in Europa rientra nel piano di guerra mondiale del capitale. Dal punto di vista economico, operazioni di guerra come il sabotaggio dei gasdotti Nordstream attuato verosimilmente dalla Nato così come dall’altra parte, per esempio, la distruzione dei giganteschi stabilimenti siderurgici di Mariupol, corrispondono al movente capitalistico di fondo della presente guerra mondiale.
Non insinuiamo che il borghese Putin “svolga il compito per conto del capitale”. Diciamo semplicemente che la presente guerra mondiale ha, dal punto di vista economico, proprio questo scopo, di generalizzata distruzione.
Invece e semmai, dal punto di vista politico osserviamo e, sì “insinuiamo”, che il borghese Putin non ha ritenuto utile di costituire, fra le migliaia di (ex) lavoratori siderurgici di quel colossale complesso, una semplice brigata operaia. Nemmeno a puro scopo propagandistico e “di immagine” senza alcuna valenza militare ma con una grande valenza “evocatoria” da utilizzare dentro e fuori la Russia. Il borghese Putin giustamente bada al sodo, non vuole “evocare” un bel nulla. Tantomeno un protagonismo dei proletari, nemmeno a livello nazional-sociale “partigiano” alla Comandante Mozgovoy. Meglio, molto meglio di (ipotetiche) brigate operaie e proletarie, i mercenari della Wagner; meglio, molto meglio le milizie cecene di Kadyrov il quale ha appena dichiarato la Jihad per liberare l’Ucraina “dai satanisti”. I proletari e la gente comune devono restare al loro posto, da buoni cittadini. Devono restare soggetti passivi. La “guerra all’imperialismo” è, e deve restare, affare di Stato, affare di realpolitik fra Stati. Tale è la logica del tutto coerente della borghesia “patriottica” e “multipolarista”.
4 Ora la domanda: nello scenario della attuale guerra mondiale in fieri, a differenza che nella 1^ e nella 2^ guerra mondiale, lo scontro è fra una sola concentrazione di potere imperialista, quella dell’Occidente collettivo con al centro gli Stati Uniti d’America ed una serie di paesi con in testa la Russia e la Cina non imperialiste, potenze “apripista” (a mano necessariamente armata) di una nuova epoca di sviluppo, progressivo e pacifista del capitalismo? Di sicuro a nostro giudizio:
- il concentramento di potere USA/Occidente collettivo è di una stazza non paragonabile a quella dello Stato cinese (che, se non ci sbagliamo, è dotato di una sola base militare all’estero) tanto più a quella dello Stato russo (semi-circondato dalle basi militari Nato) né a quella dei due Stati messi insieme. Di sicuro c’è l’imperialismo occidentale e certamente non si può seriamente parlare di “imperialismo russo” usando il criterio di Lenin (Bordiga qualificava l’Urss stalinista e post come “imperialismo militare”). Non sappiamo dire se per la Cina, principale e formidabile fabbrica di plusvalore al mondo, si possa parlare di espansione imperialista in relazione al fiume di capitale che essa esporta/investe nel mondo intero.
- En passant ricordiamo in proposito… “una curiosità”. Al momento della rottura russo-cinese avvenuta sessanta anni fa, entrambe le parti si scambiarono l’accusa infamante di “imperialismo” a colpi di citazioni “marxiste-leniniste” sotto le quali si celavano i contrastanti interessi nazionali dei due Stati (i russi arrivarono persino all’accusa di “razzismo antibianco” rivolta contro ai gialli cinesi ancora permeati dallo slancio giacobino della loro grande rivoluzione nazional-borghese; da parte loro i cinesi tirarono fuori dal cassetto certe “imbarazzanti” carte geografiche dalle quali risultava che l’espansione imperiale russa ad oriente era avvenuta a scapito di territori rientranti nella loro sfera di influenza. E chissà mai se nel fantastico mondo “multipolare” in gestazione di Stati borghesemente “liberi e uguali” queste stesse carte geografiche non rispuntino fuori di nuovo). En passant ricordiamo ancora che la Cina mosse guerra contro il Vietnam nel 1979, sempre ovviamente per suoi interessi nazionali. Ricordati questi fatti è comunque per noi sicuro che riguardo gli attuali Stati di Mosca e di Pechino, imperialisti o meno, si debba parlare di Mostri statali borghesi. Tanto ci basta.
- Soprattutto “tanto ci basta” per augurare che la forza di questi due Mostri statali faccia saltare più denti possibile dalle fauci dell’imperialismo occidentale. Gli faccia intanto abbassare la cresta. Provochi il massimo di sconquasso possibile all’interno delle sue strutture, per esempio faccia saltare per aria l’UE con le sue Von der Leyen, Borell, Gentiloni ecc. Inneschi e semini il panico a Wall Street e negli altri covi della finanza (e dubitiamo assai che il prossimo imminente tracollo delle borse occidentali sia salutato con brindisi di felicitazione dagli “operatori” di quelle di Shanghai, Mosca e via multipolarizzando). Scuota in un modo o in un altro, traumatico senz’altro, le masse occidentali finora in larga parte anestetizzate e persino zombificate, in qualunque direzione vadano a parare nel loro brusco e traumatico risveglio dalla narcosi.
Solo e soltanto in questo senso l’azione dei Mostri statali russo e cinese “apripista” del “mondo multipolare” può essere considerata “progressiva”.
Allo stesso modo, azzardiamo un paragone storico, che l’azione di un Bismarck fu, suo malgrado, un elemento positivo e suscitatore della Rivoluzione. Engels il 15 agosto 1870 scriveva a Marx: “Bismarck fa un pezzo del nostro lavoro, a modo suo e senza saperlo, ma lo fa”. Infatti la Rivoluzione si sprigionò. La Comune fu instaurata a Parigi nel marzo 1871.
Non stiamo dicendo che nel prossimo 2023 la Comune si instaurerà a Odessa o a Chicago o a Shanghai o da qualche altra parte nel mondo (ora come ora e a occhio e croce, ci pare piuttosto più probabile di essere destinati a fare la fine del topo, come e se non peggio degli uomini inscatolati a Shanghai questa primavera), stiamo dicendo che un fattore essenziale affinché la Rivoluzione si imponga (i.e. il solo modo per fermare il corso della guerra) è che le strutture dell’imperialismo Usa/Occidente collettivo siano fracassate. La violazione della “legalità internazionale”, la violazione della “sovranità ucraina”, avvenuta a mano armata russa il 24 febbraio è, in questo senso, un atto di portata storica rivoluzionaria. Putin, come Bismark, suo malgrado. Una violazione a mano armata, cento mille volte più dirompente che l’invasione irachena del Kuwait dell’agosto 1990, per fare un esempio di un’altra sacrosanta violazione della brigantesca “legalità internazionale”.
- Altra osservazione che ci sentiamo di fare: nel cervello politico di un Putin o di un Xi Jinping (per dire del cervello politico delle borghesie nazionali russe e cinesi) molto più che per il tempo dei Bismarck, agisce però enormemente la coscienza di rappresentare parti nazionali di una rete di interessi globale a cui si è connessi e da cui si dipende, quella del capitalismo mondiale. Sicché essi, “aggrediti” dall’egemone, avvertono che il crollo dell’”aggressore” può rappresentare un pericolo mortale anche per il loro stesso sistema di potere. Agisce su di essi, noi crediamo, la stessa forza di suprema conservazione borghese che trattenne Hitler (il capitalismo tedesco) dopo Dunkerque, maggio 1940. (4)
5 Il “mondo multipolare” ossia la fine della presa egemonica dell’Occidente collettivo sul resto del mondo che sta effettivamente prendendo forma ed anche a ritmi accelerati – ed è un movimento di Stati, di razze e popoli di formidabile portata storica - non prelude però pur attraverso le inevitabili dolorose doglie del parto, ad una nuova possibile “equa” sistemazione del mondo una volta liberato dal giogo americano e dell’Occidente collettivo. Prelude all’incendio generale che avvolgerà l’insieme di questo mondo del capitale.
Dopo mezzo secolo di rinvii, l’insieme dell’organismo capitalistico mondiale è irreversibilmente afflitto da impotenza, è in condizione di “fine vita” e reclama di procedere alla enorme distruzione forza produttiva di cui abbiamo detto. Non è decrepita/impotente solo una sua parte detta Occidente collettivo mentre ancora esuberanti e vitali sarebbero le altre sue parti, a cominciare dalla principale fabbrica di plusvalore del mondo. Non è un centometrista la Cina e il sistema dei BRICS una staffetta di velocisti olimpici ed invece zombie arrancanti quelli dell’Occidente collettivo, ex indiscussi e super-dopati primatisti mondiali. Sono tutti dopati, concorrenti della stessa medesima gara ad ostacoli del capitale, protesi a battere lo stesso medesimo record (di produttività del capitale) verso l’abisso. Stesso medesimo il campo di gara: il mercato mondiale, che non può essere spezzato in due o più campi senza che ciò implichi, quasi automaticamente, l’avvio dell’incendio e della devastazione generalizzata.
Al dollaro (e all’euro) riconosciuto come privo di valore se non “coperto” dalla forza della spada imperialista, non si sostituirà stabilmente alcuna altra valuta (o paniere di valute) rappresentante di un “capitalismo sano” e in via di sviluppo. Non ci sarà alcuna stabile sistemazione di un mondo ”multipolare” di Stati borghesemente “liberi e uguali”.
“Multipolare” cioè mondialmente inter-connesso e inter-comunicante, sarà il processo della Rivoluzione, sarà la serie di esplosioni rivoluzionarie di cui saranno protagoniste masse di uomini-senza riserva e schiavi del capitale (per quanto del tutto incoscienti o quasi di esserlo), oppure dovranno perire in massa e da schiavi.
5.1 La prossima scossa tellurica di cui siamo alla vigilia metterà, specie in Europa, a dura prova gli attuali assetti politici, gli attuali governi, le attuali intese e alleanze interne agli Stati e fra gli Stati. Specie in Europa prevedibilmente le vele delle correnti politiche “anti-globaliste”, “sovraniste”, “nazional-popolari”, già ampiamente dispiegate nelle società si gonfieranno di sostegno popolare e proletario.
Sarà una potente reazione di popolo contro l’incalzante “rivoluzione dall’alto” diretta dalle centrali mondiali del cosiddetto stakeholder capitalism del cosiddetto Inclusive capitalism, il cui contenuto economico è la feroce concentrazione del capitale in pochissime mani ed una altrettanto feroce e totalitaria concentrazione del potere sul piano politico. Si tratta del contenuto del fascismo realizzato a scala globale dentro la forma democratica e supportato, per giunta e per ironia della storia, da una vasta manica di progressisti e “antifascisti”. L’esperienza fatta nel laboratorio-Italia in questi anni di “emergenza sanitaria” culminata nell’instaurazione dell’apartheid è assolutamente emblematica di questo passaggio.
La prospettiva politica delle varie correnti sovraniste si può riassumere in uno slogan: “10-100-1000 liberazioni nazionali” (persino negli Usa cioè nel cuore dell’imperialismo mondiale si tratterebbe di una questione di “liberazione nazionale”!). Per quanto sopra esposto questa prospettiva è del tutto illusoria, destituita di ogni fondamento: l’aggressività devastante del capitale, delle sue centrali “globaliste”, giunto alla sua fase terminale di vita che può essere prolungata solo, ripetiamolo fino alla nausea ancora una volta, attraverso un terrificante falò di carne umana e di cose ormai senza valore e di intralcio per la vita del capitale, può essere affrontata-fermata-battuta attraverso un unico e globalizzato processo di Rivoluzione “dal basso”. Significa attraverso lo sbaraccamento delle strutture statali e non la loro “conversione” o “conquista” in vista di un loro utilizzo in funzione “sociale”. L’unica vera “sovranità nazionale” possibile e per la quale ci battiamo, realmente in grado di spezzare il giogo imposto dal potere del capitale sulle masse e sull’intera società risiede nell’instaurazione della Comune sulle ceneri dello Stato distrutto dall’azione rivoluzionaria di massa.
Nessun “mondo multipolare” è possibile. E’ possibile invece che una serie di esplosioni rivoluzionarie fermino il corso segnato della guerra del capitale. Che di conseguenza una serie di governi siano spazzati dall’azione delle masse una volta che esse abbiano scoperto “il segreto” della loro attuale impotenza che risiede nel riporre fiducia in tutto e in tutti salvo che in sé stesse. Abbiano cioè scoperto “il segreto” della forza immensa (e contagiosa una volta liberata, peggio del virus) detenuta dagli schiavi quando vinta la paura (la somma delle paure scientificamente instillate) agiscono d’istinto – detta alla Totò: siamo Uomini o caporali? – e fuori dal controllo tentacolare della vasta gamma di guardiani l’ordine costituito che per l’appunto occorre travolgere sullo slancio. Insomma: vivere e lottare da uomini o vivere da zombie e da zombie morire!
La Comune quindi deve ergersi. Primo passo della Rivoluzione che non instaura né può instaurare il socialismo, cioè non supera né può superare il quadro della proprietà privata (vedi punto 2.1), come non fu possibile superare a Parigi 1871 e nemmeno nell’ottobre russo 1917. Il primo passo rivoluzionario che si può compiere è quello della distruzione del vecchio potere politico per poi cominciare a riorganizzare la vita sociale secondo criteri razionali, umani cioè, per quanto possibile, al di fuori dai ceppi imposti dalle leggi del Denaro e del profitto, dai ceppi “del mio e del tuo”, dai ceppi della contabilità Dare/Avere ai quali la vita e l’umanità sono inchiodati. Primo passo del cammino verso quella reale Comunità Umana dove si potrà prendere e dare senza contare, dove sarà semplicemente privo di senso, triviale, barbaro (o forse meglio dire: borghesemente civile) parlare ad esempio di gas “russo” piuttosto che di petrolio “arabo” come oggi è privo di senso (ancora per il momento almeno, ché la follia a cui conduce la razionalità del capitale non ha limiti!) parlare dell’aria che respiriamo come “proprietà privata” mia o tua, di questo o di quello.
6 La presente guerra mondiale in fieri è carica di un potenziale di bestialità, di follia e di morte più devastante rispetto alle precedenti mondiali distruzioni generalizzate del 1914-18 e del 1939-45 in ragione del fantastico/terrificante sviluppo raggiunto dalle forze produttive fra cui grandeggia la forza della ricerca e della conoscenza scientifica. Terrificante in quanto piegata alle ragioni e alla razionalità della vita del capitale, del valore che deve valorizzarsi. Oppure si può anche dire e ci ripetiamo: alle ragioni della vita umana solo ed unicamente in quanto assorbita dalla “comunità-capitale” e dal suo “interesse collettivo” che è l’esasperazione all’ennesima potenza concentrata della proprietà privata dunque la più atroce e totale alienazione umana.
Abbiamo oggi a che fare con un potenziale di forza produttiva devastante nelle mani del capitale attraverso le sue incarnazioni umane: applicazioni dell’Intelligenza Artificiale, modelli di interfaccia uomo-macchina e relativi chip sottopelle e nel cervello, manipolazione genetica ecc. sono armi di una guerra per l’integrazione anche fisica oltreché mentale dell’uomo alla macchina-capitale. Il capitale vuole penetrare dentro il corpo dell’uomo e trasformarlo, per dominarlo totalmente. Ora ne ha i mezzi tecnico-scientifici. Sotto questo aspetto la guerra del capitale è veramente e paurosamente “di una dimensione completamente nuova”, è una totaler Krieg contro la vita umana per come l’abbiamo sino ad ora conosciuta.
Concordiamo con la pregnante caratterizzazione della presente guerra come aggressione “against all life and mother earth hersef”. Guerra totale, guerra contro la vita e la madre terra. Leggiamo e sottoscriviamo: “Ci troviamo di fronte a una dimensione completamente nuova di ciò che sta accadendo, sulla e con la terra, una dimensione mai sentita prima nella storia”. (5)
Se la presente totaler Krieg è effettivamente “di una dimensione completamente nuova”, la sua bestiale forza motrice è da tempo conosciuta e individuata. Eccone la descrizione data in una pagina ad altissima tensione scritta da Bordiga a commento di alcuni passi dei Grundrisse di Marx:
“Chi si appropria del plusvalore non viene presentato come persona umana né come classe umana: è il Mostro, il Lavoro oggettivato, il Capitale fisso, monopolio e fortilizio della Forma Capitale in se stessa, Bestia senza anima e perfino senza vita, ma che divora ed uccide il lavoro vivo, il lavoro dei vivi ed i vivi”. (6)
Questa “Bestia senza anima e perfino senza vita”, questo Moloch come definito da Marx, domina “il lavoro dei vivi ed i vivi” (e possiamo aggiungere: all life and mother earth herself) attraverso quella rete internazionale di interessi (tale è il capitalismo mondiale) di cui le diverse e concorrenti concentrazioni di potere statali e le diverse e concorrenti parti della borghesia mondiale (fratelli coltelli) sono parte inter-connessa e inter-dipendente.
Non c’è bisogno di ricorrere a nessuna particolare “teoria del complotto” (7) per denunciare gli scopi criminali di questa presente guerra against all life and mother earth herself. Semmai c’è bisogno di denunciare l’infamia di tutti coloro che coprono questo aspetto della guerra mondiale in fieri cioè della scienza e delle sue applicazioni arma nella mani del Moloch-capitale, spacciandola come forza neutra dedita al “bene comune” e al progresso. Così che una spaventosa operazione di sperimentazione di massa quale è la vaccinazione universale messa in atto per “curare” gli uomini alla stessa maniera con cui si “curano” i polli negli allevamenti industriali, è presentata come frutto prodigioso del “lavoro pionieristico degli scienziati” e che “lo sviluppo in meno di un anno di così tanti vaccini rappresenta un monumentale risultato scientifico”. Scritto non sul Corriere della Sera, non sul Global Times, non da Russia Today, non sull’Osservatore Romano, non sul Manifesto, non sulla Rassegna sindacale della Cgil ma su un giornale… “ultra-bordighista”: amen!
7 Riassumendo.
Il carattere di questa presente guerra mondiale in fieri è quello di guerra totale del capitale contro la Vita Umana, nella più vasta accezione di all life and mother earth herself.
In questa crisi storica di “fine vita” del capitale, la conseguente guerra mondiale in fieri preludio ad una nuova distruzione generalizzata non è solo e “semplicemente” diretta contro il Proletariato, per spremere fino all’ultima stilla il lavoro salariato. E’ diretta a capitalizzare (mettere a valore) ogni aspetto della vita umana e ogni metro quadro della terra. Niente può e deve esistere all’infuori di me! Questa è la bandiera di guerra del Moloch-capitale.
Ai piani “sociali” delle istituzioni nazionali e sovranazionali della “comunità-capitale” (Onu, OMS ecc.) l’opposizione rivoluzionaria risponde intanto difendendo (oltre gli ovvii interessi economici/sindacali di classe) con le unghie e con i denti i più elementari diritti (e quindi, trattando di diritti e della loro difesa siamo in pieno terreno borghese, come il prigioniero difende i suoi diritti e spazi “di libertà” dentro la galera) che la totaler Krieg del capitale vuole spazzare via. A cominciare dal diritto alla libertà di scelta nelle cure sanitarie e contro il TSO, trattamento sanitario obbligatorio, che si vuole imporre in via diretta o mascherata. Al diritto di poter muoversi liberamente senza dover esibire alcun pass di sorta. Al diritto di poter vivere senza vedersi appioppata alcuna Identità Digitale. Insomma per il Diritto (ripetiamo: in quanto Diritto = borghese) del più ampio spazio sociale (e individuale) possibile “libero” dall’ingerenza dello Stato, dalla sua “comunità-capitale”, dal suo “bene comune” e “interesse collettivo”.
La lotta di classe rivendica questo Diritto “per tutti”, come per fare un piccolissimo esempio, hanno tentato di fare le poche centinaia di proletari del porto di Trieste scesi in campo in forma organizzata (purtroppo male organizzata) contro il green-pass. Essa attua una lotta di classe elevata al livello supremo, come suprema è la posta in palio, aut-aut: vita del capitale o vita umana. Le ragioni della lotta di liberazione di classe e della classe (in quanto si eleva a classe per sé), raccolgono e riassumono le ragioni della liberazione di tutta l’umanità e della vita stessa.
La Rivoluzione degli schiavi del capitale, dell’umanità proletarizzata, si compie “a titolo umano”.
Per quanto riguarda l’aspetto predominante e centrale dentro la totaler Krieg, consideriamo che la sfida lanciata dallo Stato russo il 24 febbraio 2022, sostenuta dallo Stato cinese e da numerosi paesi del Sud globale, sia di portata storica e progressiva per il motivo esposto. La avvenuta violazione a mano armata dell’ordine capitalistico mondiale è un atto di forza di carattere storicamente progressivo in quanto “apripista” non di un illusorio e impossibile nuovo pacifico ordine “multipolare” ma “apripista” del processo di Rivoluzione mondiale che può potentemente prendere le mosse dalla caduta dello storico fortilizio Usa/Occidente collettivo.
Ciò significa che le forze della Rivoluzione mentre gioiscono di ogni colpo – sia come sia – inflitto agli (ex)egemoni, si mantengono completamente indipendenti dall’azione “progressiva” degli Stati che stanno “sfidando l’Impero”. In Russia non chiameremmo alla diserzione dalla lotta contro l’imperialismo. Certamente non voteremmo ”i crediti di guerra” e attaccheremmo frontalmente Putin e la borghesia patriottica per la maniera disfattista con cui conducono la guerra contro l’imperialismo, maniera che fa perno solo ed unicamente sulle manovre di Stato e fra Stati. Badando bene a mantenere la popolazione e il proletariato in particolare, in condizione di passività sociale e politica. Separato non solo dai proletari ucraini, ma da quelli polacchi, baltici, tedeschi, americani e così via. Lo attaccheremmo in quanto conduce una ben strana guerra all’imperialismo, per esempio rifiutando di denunciare l’OMS che è una delle sue istituzioni sovranazionali ed anzi collaborando con un tale covo di briganti. Per dirla con Lenin.
Indubbiamente al momento l’orizzonte appare scuro, plumbeo. Chimerica la visione che nella catastrofe il comando delle operazioni possa essere preso dalla nostra Rivoluzione. La nostra critica e la nostra prospettiva, solo un mulino di parole vuote, di parole vane, di parole al vento. Fatte da gente con la testa fra le nuvole ed i piedi solidamente piantati fra le nuvole stesse. Eppure, non a vanvera è stato scritto:
“E’ la Rivoluzione che è una; ed è sempre lei, nel corso di un arco storico immenso che si chiuderà come si è aperto e dove ha promesso; dove ha appuntamento forse con molti dei vivi, ma certamente coi nascituri, come coi morti: questi sapevano che essa non manca mai, non inganna mai. Essa, nella luce della dottrina, è già scontata come cosa vista, cosa viva”. (Bordiga, Dialogato coi Morti, 1956)
25 novembre 2022 NUCLEO COMUNISTA INTERNAZIONALISTA
NOTE
(1) Per una puntuale ricostruzione dei fatti e spiegazione delle cause dei lockdown cfr. l’intervista del prof. Fabio Vighi contenuta nel libro di Davide Rossi “L’economia delle emergenze”. Dal punto di vista economico i risultati dei lockdown sono così descritti… da Marx (Grundrisse): “Queste contraddizioni, conducono a esplosioni, cataclismi, crisi, in cui attraverso una momentanea sospensione di lavoro e annichilimento di una grande porzione di capitale, quest’ultimo è ridotto violentemente al punto in cui esso può continuare (…) lo riconducono di nuovo violentemente al punto in cui esso è messo in grado di impiegare completamente le sue forze produttive senza commettere suicidio”. Dal punto di vista politico del giro di vite/controllo sociale applicato dallo Stato sulla società, c’è poco da spiegare: le democrazie, negli svolti critici, dimostrano di sapersi blindare talmente bene da confondersi col totalitarismo.
(2) Impregna di sé: “La produzione basata sul capitale dunque, come crea da una parte l’industria universale – ossia pluslavoro, lavoro che crea lavoro – così d’altra parte crea un sistema di sfruttamento generale delle qualità naturali e umane, un sistema di utilità generale, il cui supporto è tanto la scienza quanto tutte le qualità fisiche e spirituali, mentre nulla di più elevato in sé, di giustificato per se stesso, si presenta al di fuori di questo circolo della produzione e dello scambio sociali”. (Marx, Grundrisse)
(3) Cfr. Engels a Kautsky, 22.9.1894 e Engels a Fr.A. Sorge,10.11.1894
(4) Da Prometeo n. 6/1947: “Il corso storico del movimento di classe del proletariato – guerre e crisi opportunistiche”
“Gli Stati dell’Asse e soprattutto la Germania, lanciati sulla via del successo, che concepivano soltanto come un compromesso imposto al nemico sulla comune base degli schemi dell’imperialismo fascista mondiale, non tentarono neppure di sommergere almeno uno dei fortilizi avversarsi, quello inglese, come avrebbero potuto forse conseguire, se, invece di irradiare puntate centrifughe per tutta l’Europa, nell’Africa e poi verso l’Oriente russo (al fine di assicurarsi pegni per il ricatto storico), lo avessero colpito a fondo dopo Dunkerque nella secolare metropoli con tutte le loro risorse. Il crollo di questa, come sentiva la borghesia ultra-industriale governante il paese di Hitler, avrebbe sommerso il capitalismo mondiale, o per lo meno lo avrebbe travolto in una crisi spaventosa, mettendo in moto le forze di tutte le classi e di tutti i popoli straziati dall’imperialismo e dalla guerra, e forse invertendo tremendamente le direttive sociali e politiche del colosso russo ancora inattivo”.
(5) cfr. la natura della guerra attuale secondo la prof.ssa Claudia von Werlhof:
https://www.nogeoingegneria.com/news-eng/new-war-against-all-life-and-mother-earth-herself/
(6) Cfr. Traiettoria e catastrofe della forma capitalistica da il Programma comunista, 1957
(7) Per esempio, il dr. Domenico Mastrangelo nel suo libro “Il Tradimento di Ippocrate, la medicina degli affari” del luglio 2010 scrive: “…forte di questa enorme e incontrastata potenza economica, l’industria farmaceutica ha fondato una sua Medicina, ridefinendo, in piena autonomia, i limiti di ciò che deve essere considerato malattia e, come tale, suscettibile di trattamento farmacologico. Senza voler evocare scenari da film dell’orrore, non ci vuole molta fantasia a pensare che, se questa tendenza non verrà arrestata, potremmo presto vederci sottoposti alla somministrazione coatta di farmaci, magari sotto la sorveglianza di corpi speciali di polizia arruolati allo scopo dall’industria e con la benedizione di governi e istituzioni!”. Scritto “senza molta fantasia” nel 2010 quello che è accaduto dieci anni dopo “con la benedizione di governi e istituzioni”. Per dire che è il meccanismo del sistema, che è Il Fatturato il quale deve per forza crescere, a portare le cose fino al TSO sotto sorveglianza della polizia. Non servono “complotti”, basta e avanza il capitale. La soluzione è nel superare Il Fatturato, smettere di fatturare, di misurare il valore. La soluzione è: prendere e dare senza contare!
Nucleo Comunista Internazionalista
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