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(28 Maggio 2011) Enzo Apicella
Fincantieri chiude gli stabilimenti di Sestri Ponente e di Castellammare di Stabbia e annuncia 2.500 licenziamenti.

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(Lotte operaie nella crisi)

CONTRO L’UNITÀ SINDACALE COLLABORAZIONISTA
PER L’UNITÀ D’AZIONE DEL SINDACALISMO CONFLITTUALE

(14 Dicembre 2022)

Distribuito oggi, a Genova, in occasione del Congresso Provinciale della FLC CGIL

fronte unico bla bla bla n. 3

La sfiducia dei lavoratori nell’azione collettiva, nella lotta sindacale, l’individualismo, lo scetticismo, la rassegnazione, non sono frutto solo della forza del capitalismo.
In altri paesi – come in Francia e in Inghilterra – a fronte dell’erosione dei salari per la crescita dell’inflazione, si assiste a lotte sindacali forti. Anche negli Stati Uniti da tre anni è in atto un processo di sindacalizzazione e lotte.

Imputare la condizione di rassegnazione dei lavoratori in Italia solo alle forze sociali e politiche del capitalismo serve ad assolvere dalle loro responsabilità le organizzazioni politiche e sindacali che hanno avuto la fiducia della classe lavoratrice negli anni passati, nonché a incolpare gli stessi lavoratori.

La sfiducia nell’azione collettiva sindacale deriva dalle sconfitte, dai rinnovi contrattuali a perdere, dalle contrapposizioni di facciata alle manovre governative anti-operaie.

Responsabile dell’attuale stato di sfiducia della classe lavoratrice nelle sue forze – enormi – è la linea sindacale collaborazionista alla base dell’unità sindacale fra Cgil, Cisl e Uil, che ha dimostrato di non saper difendere i lavoratori dal capitalismo.

L’ultimo esempio di questo collaborazionismo sindacale è la proposta del segretario generale della Cgil di un patto con Confindustria per difendere i lavoratori dalla manovra finanziaria del nuovo governo di destra. Dopo la Chiesa ora si paventano come alleati gli industriali. Sempre più a fondo.

Per i lavoratori l’unica via di difesa e salvezza dal capitalismo in crisi – che marcia verso l’abisso della guerra – è il ritorno alla lotta.

Per raggiungere questo vitale obiettivo la strada è quella di unire l’azione di tutte le forze del sindacalismo conflittuale, di quelle entro la Cgil con quelle del sindacalismo di base.

I militanti del sindacalismo conflittuale – si trovino essi dentro la Cgil o nei sindacati di base – devono battersi per questa unità d’azione, vincendo le resistenze nei rispettivi organismi in cui militano.

Il Coordinamento Lavoratori Autoconvocati è nato per unire e coordinare gli sforzi di tutti i militanti sindacali nelle varie organizzazioni e organismi sindacali che hanno la consapevolezza della necessità di questo compito.

Questa unità d’azione va perseguita a tutti i livelli dell’attività sindacale: aziendale, territoriale, di categoria, intercategoriale.

Compito dei militanti sindacali combattivi in Cgil deve essere promuovere e sostenere sui posti di lavoro e nel loro sindacato le azioni di lotta promosse dai sindacati di base.

Compito dei militanti sindacali combattivi nei sindacati di base dev’essere sostenere l’unità d’azione fra sindacati di base e di questi con le aree conflittuali e i lavoratori combattivi entro la Cgil, nonché di sostenere l’unità d’azione dei lavoratori partecipando alle azioni promosse dal sindacalismo collaborazionista (Cgil, Cisl, Uil), per rafforzare e radicalizzare gli scioperi.

È solo dal ritorno alla lotta dei lavoratori che si otterrà la sconfitta del sindacalismo collaborazionista, responsabile della attuale condizione della classe lavoratrice.

È solo da un’attività organizzata a tale scopo che può ottenersi questo obiettivo. Ed è per questo necessario unire e coordinare lavoratori, organismi e organizzazioni attestati sul lato della barricata del sindacalismo di lotta.


Genova, lunedì 5 dicembre 2022

Coordinamento Lavoratori/Lavoratrici Autoconvocati
per l'unità della classe

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