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(14 Dicembre 2022)
Distribuito oggi, a Genova, in occasione del Congresso Provinciale della FLC CGIL
La sfiducia dei lavoratori nell’azione collettiva, nella lotta sindacale, l’individualismo, lo scetticismo, la rassegnazione, non sono frutto solo della forza del capitalismo.
In altri paesi – come in Francia e in Inghilterra – a fronte dell’erosione dei salari per la crescita dell’inflazione, si assiste a lotte sindacali forti. Anche negli Stati Uniti da tre anni è in atto un processo di sindacalizzazione e lotte.
Imputare la condizione di rassegnazione dei lavoratori in Italia solo alle forze sociali e politiche del capitalismo serve ad assolvere dalle loro responsabilità le organizzazioni politiche e sindacali che hanno avuto la fiducia della classe lavoratrice negli anni passati, nonché a incolpare gli stessi lavoratori.
La sfiducia nell’azione collettiva sindacale deriva dalle sconfitte, dai rinnovi contrattuali a perdere, dalle contrapposizioni di facciata alle manovre governative anti-operaie.
Responsabile dell’attuale stato di sfiducia della classe lavoratrice nelle sue forze – enormi – è la linea sindacale collaborazionista alla base dell’unità sindacale fra Cgil, Cisl e Uil, che ha dimostrato di non saper difendere i lavoratori dal capitalismo.
L’ultimo esempio di questo collaborazionismo sindacale è la proposta del segretario generale della Cgil di un patto con Confindustria per difendere i lavoratori dalla manovra finanziaria del nuovo governo di destra. Dopo la Chiesa ora si paventano come alleati gli industriali. Sempre più a fondo.
Per i lavoratori l’unica via di difesa e salvezza dal capitalismo in crisi – che marcia verso l’abisso della guerra – è il ritorno alla lotta.
Per raggiungere questo vitale obiettivo la strada è quella di unire l’azione di tutte le forze del sindacalismo conflittuale, di quelle entro la Cgil con quelle del sindacalismo di base.
I militanti del sindacalismo conflittuale – si trovino essi dentro la Cgil o nei sindacati di base – devono battersi per questa unità d’azione, vincendo le resistenze nei rispettivi organismi in cui militano.
Il Coordinamento Lavoratori Autoconvocati è nato per unire e coordinare gli sforzi di tutti i militanti sindacali nelle varie organizzazioni e organismi sindacali che hanno la consapevolezza della necessità di questo compito.
Questa unità d’azione va perseguita a tutti i livelli dell’attività sindacale: aziendale, territoriale, di categoria, intercategoriale.
Compito dei militanti sindacali combattivi in Cgil deve essere promuovere e sostenere sui posti di lavoro e nel loro sindacato le azioni di lotta promosse dai sindacati di base.
Compito dei militanti sindacali combattivi nei sindacati di base dev’essere sostenere l’unità d’azione fra sindacati di base e di questi con le aree conflittuali e i lavoratori combattivi entro la Cgil, nonché di sostenere l’unità d’azione dei lavoratori partecipando alle azioni promosse dal sindacalismo collaborazionista (Cgil, Cisl, Uil), per rafforzare e radicalizzare gli scioperi.
È solo dal ritorno alla lotta dei lavoratori che si otterrà la sconfitta del sindacalismo collaborazionista, responsabile della attuale condizione della classe lavoratrice.
È solo da un’attività organizzata a tale scopo che può ottenersi questo obiettivo. Ed è per questo necessario unire e coordinare lavoratori, organismi e organizzazioni attestati sul lato della barricata del sindacalismo di lotta.
Genova, lunedì 5 dicembre 2022
Coordinamento Lavoratori/Lavoratrici Autoconvocati
per l'unità della classe
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