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Gli statunitensi emigrano dalle aree degli uragani a quelle con mega-incendi e siccità

(16 Dicembre 2022)

Uno studio nazionale sulla migrazione, i disastri naturali e il cambiamento climatico negli Usa

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Secondo lo studio “Flocking to fire: How climate and natural hazards shape human migration across the United States”, pubblicato su Frontiers in Human Dynamics da Mahalia Clark e Gillian Galford del Gund Institute for Environment and Rubenstein dell’università del Vermont e da Ephraim Nkonya del Rural Economy Branch dell’Economic Research Service dell’US Department of Agriculture, «Gli americani stanno lasciando molte delle contee statunitensi più colpite da uragani e ondate di caldo e si stanno spostando verso gli incendi pericolosi e le temperature più calde».

Per lo studio, i ricercatori hanno combinato i dati del censimento con dati su disastri naturali, condizioni meteorologiche, temperatura, copertura del suolo e fattori demografici e socioeconomici. Sebbene lo studio includa i dati del primo anno della pandemia di Covid-19, i ricercatori hanno in programma di approfondire gli impatti del lavoro a distanza, i prezzi delle case e il costo della vita.

Con il progredire del cambiamento climatico globale, si prevede che gli Stati Uniti sperimenteranno temperature più calde, nonché eventi meteorologici estremi più frequenti e gravi, tra cui ondate di caldo uragani, incendi e inondazioni. Ogni anno, questi eventi costano centinaia di vite e provocano danni per miliardi di dollari.

Questo studio nazionale decennale rivela preoccupanti modelli per la salute pubblica, con gli statunitensi che si riversano nelle regioni con il maggior rischio di incendi ed elevato caldo estivo e i ricercatori ricordano che «Questi rischi ambientali stanno già causando ogni anno danni significativi a persone e proprietà e si prevede che peggioreranno con il cambiamento climatico».

La Clark sottolinea che «Questi risultati sono preoccupanti, perché le persone si stanno spostando in zone pericolose, in regioni con incendi e temperature in aumento, che dovrebbero diventare più estreme a causa del cambiamento climatico. Lo studio è stato ispirato dal numero crescente di headlines di disastri naturali da record».

“Flocking to Fire”, è la più grande indagine mai condotta su come i disastri naturali, i cambiamenti climatici e altri fattori abbiano influito sulla migrazione negli Stati Uniti nell’ultimo decennio (2010-2020) e la . Clark spiega che «Il nostro obiettivo era capire in che modo le condizioni meteorologiche estreme stanno influenzando la migrazione, man mano che diventa più grave con il cambiamento climatico».

Nell’ultimo decennio, le principali destinazioni migratorie negli Usa sono state città e periferie nel nord-ovest del Pacifico, parti del sud-ovest (in Arizona, Colorado, Nevada, Utah), Texas, Florida e un’ampia fascia del sud-est (da Nashville ad Atlanta a Washington DC), «Luoghi che affrontano rischi significativi di incendi boschivi e temperature annuali relativamente calde», fa notare lo studio». Al contrario, gli statunitensi tendevano ad emigrare dal Midwest, delle Grandi Pianure e dal bacino del iume Mississippi, comprese molte contee colpite più duramente da uragani o da frequenti ondate di caldo».

Per la Galford, «Questi risultati suggeriscono che, per molti americani, i rischi e i pericoli della vita nelle zone degli uragani potrebbero iniziare a superare i benefici della vita in quelle aree. Lo stesso punto critico deve ancora verificarsi per gli incendi e l’aumento del caldo estivo, che sono emersi come problemi nazionali più di recente».

Dato che lo sviluppo urbanistico può esacerbare ulteriormente i rischi nelle aree a rischio di incendio, dallo studio viene fuori che «Gli urbanisti potrebbero dover considerare di scoraggiare i nuovi insediamenti dove gli incendi sono più probabili o difficili da combattere. Come minimo, i responsabili politici devono prendere in considerazione la prevenzione degli incendi nelle aree ad alto rischio con una grande crescita della popolazione umana e lavorare per aumentare la consapevolezza e la preparazione dell’opinione pubblica».

La Clark aggiunge: «Ci auguriamo che questo studio aumenti la consapevolezza delle persone sul rischio di incendi boschivi. La maggior parte delle persone pensa che gli incendi boschivi siano solo un problema nel West, ma gli incendi ora colpiscono vaste aree del Paese: del nord-ovest fino al sud-ovest, ma anche parti del Midwest e del sud-est come l’Appalachia e la Florida».

Nonostante il ruolo svolto dal cambiamento climatico negli eventi meteorologici estremi, il team di ricercatori è rimasto sorpreso da quanto poco gli evidenti impatti climatici degli incendi e del caldo sembravano influenzare la migrazione: «Se si guarda dove si spostano le persone – fa notare la Clark – questi sono alcuni dei luoghi più caldi del Paese, che dovrebbero solo diventare più caldi. Quando cerchi un posto in cui vivere attraverso Zillow o tramite agenti immobiliari, molti non sottolineano che stai guardando una regione soggetta a incendi o un luogo in cui il caldo estivo dovrebbe diventare estremo. Il sito Web Redfin ha recentemente aggiunto punteggi di rischio ai suoi elenchi. Devi fare le tue ricerche».

Oltre all’avversione per gli uragani e per le ondate di caldo, lo studio ha identificato molte altre chiare preferenze – un mix di fattori ambientali, sociali ed economici – che hanno anch’esse contribuito alle decisioni sulla migrazione interna negli Usa nell’ultimo decennio.

L’analisi del team ha rivelato una serie di qualità comuni condivise tra le principali destinazioni di migrazione: inverni più miti, vicinanza all’acqua, copertura arborea moderata, densità di popolazione moderata, migliori punteggi dell’indice di sviluppo umano e rischi di incendi. Al contrario, per le contee che le persone hanno lasciato, i tratti comuni includevano bassa occupazione, maggiore disparità di reddito e maggiore umidità estiva, ondate di caldo e uragani.

I ricercatori fanno notare che «Nonostante una storia di uragani e un aumento degli incendi, la Florida è rimasta una delle principali destinazioni migratorie. Sebbene a livello nazionale le persone fossero meno attratte dalle contee colpite dagli uragani, molte persone, in particolare i pensionati, si sono comunque trasferite in Florida, attratte dal clima caldo, dalle spiagge e da altre qualità condivise dalle principali destinazioni migratorie». Sebbene gli uragani influiscano probabilmente sulle scelte delle persone, lo studio suggerisce che, «Nel complesso, i benefici dei servizi desiderabili della Florida superano ancora i rischi percepiti della vita lì».

La Clark conclude: «La decisione di trasferirsi è una decisione complicata e personale che comporta la valutazione di dozzine di fattori. Soppesando tutti questi fattori, vediamo una generale avversione al rischio di uragani, ma alla fine, come vediamo in Florida, è un fattore nell’elenco di pro e contro di una persona, che può essere superato da altre preferenze».

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