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Lo Zimbabwe vieta le esportazioni di litio grezzo. Esentate tre imprese cinesi

Accuse alla multinazionali occidentali

(28 Dicembre 2022)

Emmerson Mnangagwa

Emmerson Mnangagwa, attuale Presidente dello Zimbabwe

Dal 21 dicembre, con l’adozione del “Base Minerals Export Control (Unbeneficiated Lithium Bearing Ores) Order, 2022”, il governo dello Zimbabwe ha imposto pesanti restrizioni all’esportazione di litio grezzo, per frenare le vendite sul mercato nero e impedire che miliardi di dollari di proventi minerari vadano a compagnie straniere.

Misure che puntano ad aumentare le entrate e aiutare questo Paese dell’Africa australe a ripagare il suo debito estero di 13,7 miliardi di dollari e che, insieme alle devastanti siccità, ad altri eventi climatici estremi e alla corruzione del regime autoritario hanno portato il Paese sull’orlo della bancarotta.

Nello Zimbabwe ci sono i maggiori giacimenti di litio dell’Africa. L’area mineraria di Bikita, a 308 km a sud della capitale Harare, ha le più grandi miniere di litio del Paese con riserve di 10,8 milioni di tonnellate di minerale di litio e si prevede che, dopo che entrerà in attività, la miniera di litio Arcadia raggiungerà una produzione annuale di 2,5 milioni di tonnellate di minerale di litio, che equivarrebbe a circa 3 miliardi di dollari di esportazioni.

Il litio è una risorsa vitale per la produzione di smartphone, batterie per auto e altri dispositivi elettronici ricaricabili. Si stima che nel 2015 lo Zimbabwe abbia perso 12 miliardi di dollari a causa del commercio illegale che coinvolge sia attività su piccola scala che multinazionali minerarie. I fondi mancanti sarebbero sufficienti per cancellare l’enorme debito nazionale dello Zimbabwe.

Secondo un documento pubblicato dal Ministero delle miniere e dello sviluppo minerario dello Zimbabwe, il governo di Harare cerca di «Garantire che la visione del presidente [ Emmerson Mnangagwa] di vedere il Paese diventare un’economia a reddito medio-alto venga realizzata». E il ministro della miniere Winston Chitando ha aggiunto: «Nessun minerale contenente litio, o litio non beneficiato di alcun tipo, deve essere esportato dallo Zimbabwe in un altro Paese se non con il permesso scritto del ministro».

Ma secondo quanto scrive la Reuters, tre importanti compagnie minerarie cinesi, che nell’ultimo anno hanno investito 678 milioni di dollari in miniere di litio e impianti di lavorazione in Zimbabwe, saranno esentate dal divieto.

Secondo un rapporto minerario del 2021 della London School of Economics, le esportazioni di minerali rappresentano circa il 60% dei proventi delle esportazioni dello Zimbabwe, mentre dal settore minerario arriva il 16% del PIL del Paese. Con l’aumento della domanda di litio in tutto il mondo, lo Zimbabwe potrebbe diventare uno dei maggiori esportatori mondiali di metallo e il governo di Harare punta a soddisfare il 20% della domanda mondiale totale di litio quando sfrutterà appieno le sue risorse.

Le multinazionali occidentali sono accusate di sfruttare le miniere di litio dell’Africa e di lasciare i Paesi più poveri, solo per poi rivendere agli africani i loro minerali trasformati sotto forma di smartphone, batterie per auto e altri dispositivi elettronici ricaricabili. Per questo il viceministro delle miniere Polite Kambamura ha avvertito che «Se continuiamo a esportare litio grezzo non andremo da nessuna parte. Vogliamo vedere lo sviluppo delle batterie al litio nel paese». E riguardo alle restrizioni ha concluso: «Lo abbiamo fatto in buona fede per la crescita dell’industria. Le compagnie minerarie che stanno costruendo impianti di lavorazione saranno escluse dalla direttiva».

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