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L’estinzione dei mammiferi del Madagascar mette in pericolo oltre 20 milioni di anni di evoluzione

(12 Gennaio 2023)

E’ possibile salvare la fauna in via di estinzione con aree protette e aiuti per migliorare i mezzi di sussistenza dei malgasci

tenrec

Con le sue specie uniche, dai baobab ai lemuri, Il Madagascar è uno dei più importanti hotspot della biodiversità mondiale: circa il 90% delle sue specie di piante e animali non si trova da nessun’altra parte. Dopo che gli esseri umani si sono stabiliti sulla grande Isola, solo 2500 anni fa, il Madagascar ha conosciuto molte estinzioni, tra le quali quelle di lemuri giganti, uccelli elefanti e ippopotami nani. Ma, a differenza della maggior parte delle isole, la fauna del Madagascar è ancora relativamente intatta e sull’isola sopravvivono ancora oltre 200 specie di mammiferi, molte uniche come il fossa carnivoro, il katta dalla coda ad anelli, i tenrec, mammiferi spinosi simili a ricci e i piccoli e misteriosi primati notturni aye-aye. Però, oltre la metà di queste specie è minacciata di estinzione, soprattutto a causa delle attività antropiche che distruggono i loro habitat. Il sud del Madagascar è nella morsa della siccità e la deforestazione che sta trasforma parti del Paese in un deserto. Anche le tempeste devastanti alimentate dai cambiamenti climatici hanno causato danni estesi alle comunità animali ed umane.

Ma quanto gli esseri umani hanno perturbato il Madagascar allontanandolo dal suo stato naturale e qual è la posta in gioco se il cambiamento ambientale continua? Una risposta arriva dallo studio “The macroevolutionary impact of recent and imminent mammal extinctions on Madagascar”, pubblicato su Nature Communications da un team di ricercatori olandesi, statunitensi e malgasci, che rivela che «Ci vorrebbero 3 milioni di anni per recuperare il numero di specie che si sono estinte a causa dell’uomo in Madagascar. Tuttavia, se le specie attualmente minacciate si estinguessero, il loro recupero richiederebbe più di 20 milioni di anni, molto più tempo di quanto è stato precedentemente scoperto su qualsiasi altra isola».

Il team di biologi e paleontologi ha realizzato un dataset senza precedenti che descrive le relazioni evolutive di tutte le specie di mammiferi che erano presenti in Madagascar al tempo in cui gli esseri umani colonizzarono l’isola. Il dataset include specie che si sono già estinte e sono conosciute solo dai fossili, così come tutte le specie viventi di mammiferi malgasci. I ricercatori hanno identificato in totale 249 specie, 30 delle quali sono già estinte. Oltre 120 delle 219 specie di mammiferi che oggi sopravvivono sull’isola sono attualmente classificate come minacciate di estinzione dalla Lista Rossa IUCN, a causa della distruzione dell’habitat, dei cambiamenti climatici e della caccia.

Utilizzando un modello di simulazione al computer basato sulla teoria della biogeografia insulare, il team, guidato da biologi della Rijksuniversiteit Groningen, del Naturalis Biodiversity Center e dell’Association Vahatra del Madagascar, ha scoperto che «Ci vorranno circa 3 milioni di anni per recuperare il numero di specie di mammiferi scomparse dal Madagascar dall’arrivo dell’uomo. Tuttavia, se le specie attualmente minacciate si estinguessero, ci vorrebbe molto più tempo: sarebbero necessari circa 23 milioni di anni di evoluzione per recuperare lo stesso numero di specie. Proprio nell’ultimo decennio, con l’aumentare dell’impatto umano sull’isola, questa cifra è aumentata di diversi milioni di anni».
Lo sbalorditivo periodo di tempo necessario per recuperare questa diversità ha sorpreso gli scienziati e il il ricercatore leader Luis Valente, del Naturalis Biodiversity Center e della Rijksuniversiteit Groningen, evidenzia che «E’ molto più lungo di quello che studi precedenti hanno determinato su altre isole, come la Nuova Zelanda o i Caraibi».

I risultati della nuova ricerca suggeriscono purtroppo che «Un’ondata di estinzione con un profondo impatto evolutivo è imminente in Madagascar a meno che non vengano intraprese azioni di conservazione immediate». Ma lo studio rileva anche che «Con un’adeguata azione di conservazione potremmo ancora preservare oltre 20 milioni di anni di storia evolutiva unica sull’isola».

Valente conclude: «Sapevamo già che il Madagascar era un hotspot di biodiversità, ma questa nuova ricerca contestualizza quanto sia preziosa questa diversità. Questi risultati sottolineano i potenziali vantaggi della conservazione della natura in Madagascar da una nuova prospettiva evolutiva. Ci vorranno milioni di anni per recuperare da ciò che è andato perduto oggi. Ma possiamo vederla in un altro modo: possiamo ancora proteggere milioni di anni di storia evolutiva. In Madagascar è possibile farlo se disponiamo di aree protette e aiutiamo la popolazione locale a migliorare i propri mezzi di sussistenza».

Il team di scienziati chiede al governo di Antananarivo e alla comunità internazionale di prendere immediatamente una serie di misure, tra le quali le più urgenti sono: ridurre la perdita delle restanti foreste vergini; miglioramenti socio-economici per la popolazione locale; garantire che il palissandro e altri legnami pregiati e la selvaggina vengano prelevati in modo sostenibile.

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