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(18 Gennaio 2023)

nuovo si cobas

Nella sanità calabrese al di là delle alternanze di gestione: regolari, Ad Acta o vicariali vige una regola non scritta ma “patrimonio” trasversale di tutta una classe di politici, amministratori e sindacalisti di comodo.

“Chiedete tutto ma non contratti a tempo indeterminato”
“Chiedete tutto ma non lo scorrimento delle graduatorie concorsuali”

Lo scorrimento delle graduatorie ha trovato particolari resistenze in Calabria perché questa procedura ha un difetto, un grande difetto: la sua attuazione metterebbe a nudo pratiche politico-sindacali consolidate. Infatti, c’è tutta una consorteria che si avvantaggia a mantenere condizione di precarietà e insicurezza sociale.
L’attuazione di regolari concorsi sarebbero certamente una misura utile al contenimento della precarietà ma andrebbe a restringere la palude del clientelismo.
Sarebbe come privare l’acqua in cui i caimani promettono, ricattano, dispensano piaceri e piacerini che sono la esatta sostituzione e surrogazione di diritti.
In un mondo di perfetta legalità questa prassi renderebbe superflui e precari molti onorevoli faccendieri.
Va chiarito che anche a livello nazionale il viatico dei concorsi regolari è stato regolarmente rallentato se non addirittura boicottato. Questa condotta ha favorito la diffusione di contratti a tempo determinato, part-time, interinali ad appannaggio di cooperative, srl e onlus. Il sistema degli appalti al di là delle veste giuridica ha avuto come comune denominatore l’adozione di contratti privati.
E’ evidente, anche se può sembrare paradossale, che ogni misura tesa a rafforzare la Sanità Pubblica (come la strada maestra delle assunzioni per concorsi) si configura come sfida e atto di guerra alla logica di libero mercato.
Il questo “libero mercato” la tutela della salute pubblica, universale e gratuita è di fatto vissuto dall’imprenditoria che investe in ambito sanitario come concorrenza sleale.
Ma quello che vive la sanità calabrese è solo il riflesso esasperato di questa deriva disumanizzante che fa delle cure e della salute un prodotto da supermercato esposto alle logiche della concorrenza e del profitto.
Contro questa logica che fa scempio di tutte le regole democratiche, costituzionali e bla bla, il Si Cobas ha sposato semplicemente i bisogni degli operatori sanitari e della popolazione e ha semplicemente rivendicato quello che le istituzioni enunciano, legiferano, prescrivono ma non fanno.
In un quadro cosi degradato dove il grigio è il colore che investe tutti i livelli istituzionali il rivendicare l’applicazione delle regole previste per i concorsi pubblici si configura come uno strappo, una rottura, un andare contro corrente.

Il Si Cobas, a distanza di circa tre anni del lancio della campagna nazionale per lo scorrimento delle graduatorie concorsuali, proprio nella situazione più difficile come quella calabrese coglie i primi risultati.
Le decine di mobilitazione, presidi, incontri e prese di posizione sui media hanno fatto si che un numero crescente di lavoratori sia stato stabilizzato.
Grazie a tutti i lavoratori che hanno partecipato a questa lotta. Nessun grazie va alle istituzione ai partiti e ai finti sindacati. Solo la lotta paga!

si cobas

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