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La guerra in Palestina e la guerra in Ucraina

(7 Febbraio 2023)

Questo è il testo del volantino che il Comitato permanente contro le guerre e il razzismo ha diffuso sabato 4 febbraio a Mestre, ad un’iniziativa degli amici della causa palestinese.

palestina blindati 2

Ci rivolgiamo a voi che siete qui per rinnovare il vostro sostegno alla lotta di liberazione dei palestinesi contro lo stato neo-colonialista di Israele, una lotta di liberazione che anche noi sentiamo totalmente nostra, per parlarvi della guerra in Ucraina.

Cosa c’entra la guerra in Ucraina con la guerra in Palestina? C’entra, e come! Ogni giorno diventa più chiaro che in Ucraina si sta combattendo una guerra per procura tra il capitalismo statunitense, la NATO, l’Unione europea, il mondo occidentale in declino, e il blocco russo-cinese alla ricerca di nuovi spazi di mercato e di potere. A pagare questa guerra è anzitutto la popolazione ucraina, anche se qui in Italia e in tutto l’Occidente il vero contenuto di questa guerra è mascherato con il diritto del popolo ucraino alla propria libera autodeterminazione. Che non c’entra niente con questa guerra perché in realtà l’Ucraina è stata spinta, obbligata alla guerra dagli Stati Uniti, dalla NATO e dall’Unione europea che hanno in pugno la sua economia, il suo esercito, il suo governo. Da tempo l’Ucraina è diventata una loro colonia, trasformata in una gigantesca base militare ai confini della Russia, minacciando la Russia e provocandola alla guerra. Ma noi condanniamo anche l’invasione russa dell’Ucraina, che risponde agli stessi interessi capitalistici di dominio e di sfruttamento che muovono la NATO e l’Unione europea – l’Ucraina è infatti un paese ricchissimo di materie prime e di terre fertili, e ha un’enorme importanza strategica.

Questa guerra è una tragedia per noi lavoratori e gente comune. Nessun lavoratore ucraino, nessun lavoratore russo, nessun lavoratore di nessun paese ne avrà vantaggi, ma solo lutti e sacrifici. Ci sono già centinaia di migliaia di morti e feriti ucraini e russi; e ovunque l’inflazione mangia i salari, ovunque vengono approvate leggi che cancellano i nostri diritti in nome dell’economia di guerra. I nostri governanti ci dicono che dobbiamo lottare per la libertà dell’Ucraina e per la libertà di tutti contro le autocrazie. Ma si scordano quanta libertà ci hanno tolto, quante e quanti di noi hanno impoverito e costretto ad accettare un lavoro precario e malpagato o ad emigrare.

Anche l’Italia ha fatto tutto quello che poteva per scatenare questa guerra e, ora, per renderla più lunga e sanguinosa, con il rischio che inneschi una apocalittica terza guerra mondiale. Il governo Meloni prosegue sulla scia del governo Draghi, con il ministro della Difesa Crosetto che ha un lungo curriculum nella produzione di armi, ed è dirigente della Leonardo Spa che si occupa, guarda caso, di sistemi di missilistica. Ad Aviano arrivano le bombe atomiche di nuova generazione che nulla hanno di difensivo. Nelle scuole si fa l’apologia delle guerre, dell’esercito e della “patria”, nelle fabbriche e nei magazzini la disciplina padronale da “economia di guerra” si fa sempre più pesante. Questa guerra non appartiene a nessuno di noi e solo noi, lavoratrici e lavoratori potremo fermarla opponendoci ai “nostri” governi, lottando contro i capitalisti sfruttatori, per la nostra libertà, per i nostri diritti, per la nostra vita, per una pace giusta tra i popoli.

Le stesse esigenze capitalistiche di dominio coloniale e di sfruttamento sono dietro la guerra quasi secolare del movimento sionista e dello Stato di Israele contro i palestinesi. L’esistenza stessa dello stato di Israele sarebbe impossibile senza il sostegno finanziario di Stati Uniti e Unione europea, che lo supportano in tutti i modi perché è la loro avanguardia armata in quel Medioriente in cui si concentrano le sempre più ridotte e quindi preziose fonti fossili, indispensabili al delirio produttivista dell’economia capitalistica. In questo caso il vero contenuto della guerra è mascherato da conflitto religioso, e il sangue versato da 75 anni è quello palestinese. Ormai non ha più spazio nemmeno la retorica impraticabile dei due popoli e due stati: l’ulteriore estremizzazione verso destra (semmai fosse possibile) della politica israeliana con il nuovo governo Netanyahu, la sempre maggiore aggressività dei suoi metodi terroristici non potrà che portare ad una nuova, potente risposta da parte degli oppressi palestinesi. E noi siamo certi che non mancherà loro l’appoggio di tutti gli oppressi del mondo arabo, e del mondo.

Amiche e amici della causa palestinese, la fine della guerra in Ucraina e la fine della guerra di Israele contro i palestinesi non stanno nelle mani delle grandi potenze, dei governi, che queste guerre hanno causato, stanno nelle nostre mani. Finiranno solo ed esclusivamente se faremo sentire la nostra voce, se ci organizzeremo, daremo vita ad assemblee, presidi, scioperi contro la guerra, se occuperemo le piazze, se ci batteremo davvero contro tutti i potentati capitalistici che fucinano guerre e spargono odio tra i lavoratori per scagliarci gli uni contro gli altri.

Insieme a molti altri Comitati e organismi noi stiamo preparando per i giorni 24 e 25 febbraio qui a Mestre e Venezia – come in tutte le principali città italiane – iniziative di lotta contro la guerra in Ucraina, contro tutte le guerre del capitale, contro il governo Meloni che taglia le spese sociali e i pochi sussidi ai più poveri per raddoppiare le spese militari.

Vi invitiamo ad unirvi a noi, e a manifestare insieme, fianco a fianco, contro la guerra in Ucraina e contro la guerra di Israele ai palestinesi.

Lavoratrici, lavoratori e anti-militariste/i di tutto il mondo, uniamoci!

Comitato permanente contro le guerre e il razzismo - Marghera

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